Io c’ero, a via Fani. Anni dopo, i brigatisti mi dissero: Noi cercavamo di colpire al cuore lo Stato Italiano, ma scoprimmo… che non ha un cuore
30 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Aldo Moro. L’Italia lo ha ricordato ieri. Più o meno.
Io c’ero, a via Fani. Anni dopo, i brigatisti mi dissero: Noi cercavamo di colpire al cuore lo Stato Italiano, ma scoprimmo… che non ha un cuore
30 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Aldo Moro. L’Italia lo ha ricordato ieri. Più o meno.
Morta spacciata? Dead Woman Walking? Perdente? Sconfitta? Ritirata per palesi difficoltà di rimonta? Dimenticatevi tutte queste domande. Come l’araba fenice, che risorge dalle sue ceneri, ecco che Hillary è tornata all’attacco dopo la sconfitta nell’ultimo turno in Indiana e North Carolina.
Era già accaduto in passato. Allora, dopo la pesante sconfitta subita, ritorno più forte e vigorosa di prima. Oggi, dopo il “pareggio-sconfitta” conquistato lo scorso martedì ha voglia di giocare sul serio e alle sue regole.
I numeri parlano chiaro, ma la realtà è differente. Infatti esiste una piccola discordanza di voti dovuta alle primarie in due stati che, al momento attuale, non vengono considerati.
In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.
Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.
75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.
Sono passati 30 anni da quel clamoroso 9 maggio 1978. Una giornata che divenne tristemente importante per la storia dell’Italia. Infatti è proprio oggi che, esattamente 30 anni fa, a Roma viene ritrovato in via Caetani il corpo senza vita di Aldo Moro.
Sarà capitato a tutti vedere quelle immagini in cui si vede la ormai famosa renault 4 rossa, parcheggiata appunto in via Caetani, con all’interno il presidente della DC senza vita. Un agonia, quella con epilogo il 9 maggio, iniziata 55 giorni prima con il rapimento da parte delle BR in via Fani, sempre a Roma.
Una storia quella di Moro in questi 55 giorni, travagliata di sofferenza ma soprattutto di misteri. Tanti e troppe cose ancora non sono state definite chiaramente e hanno gettato ombre su quello che, molto probabilmente, era un rapimento risolvibile con il rilascio e non con l’assassinio.
Realismo. Questa è la prima caratteristica che devono avere i candidati presidenziali in una campagna elettorale ed è questo che gli elettori chiedono, prima di tutto, ai loro rappresentanti.
Le promesse hanno fatto il loro tempo e con quest’ultimo anche il periodo del “dico che farò ma poi non faccio”. La gente vuole fatti, vuole opere, vuole elementi materiali sui quali appoggiarsi. Vuole che le promesse vengano mantenute e non rimangano solo parole nel vento.
Ed è proprio il realismo quello che sta avvolgendo Hillary nelle ultime ore. Un sentimento che non colpisce delle possibili promesse non mantenibili, quanto invece quello che le riserverà il futuro, al termine di questa lunga ed estenuante primaria democratica.
Benvenuti su Current. Un nuovo network, fondato su un nuovo principio: ora, hai una voce anche tu
Democratizzare l’informatizzazione. La stampa, quella intesa in senso classico, era forse un po’ preoccupata. Al Gore ha incontrato i blogger italiani, per il lancio del network televisivo globale di notizie e informazioni creato dai suoi spettatori che da oggi è visibile anche in Italia sul Canale 130 grazie ad un accordo tra Current e Sky Italia. Non solo tv, al cospetto dei blogger. Una task force di I Say Blog è stata invitata e non è mancata all’evento blogger.
Political Rights Score: 1
Civil Liberties Score: 1 Status: Free Trend Arrow Italy received an upward trend arrow due to increased freedom of the press following Prime Minister Silvio Berlusconi’s exit from office
E ora?
60 anni. E non li dimostra. Ma soprattutto nonostante i tanti problemi, conflitti e diatribe diplomatiche, Israele è ancora là, lo stato stoico, voglioso di esserci ma soprattutto di rimanerci.
Un compleanno particolare, che avverrà ufficialmente tra qualche giorno il 14 maggio, ma che ha un grande significato, talmente importante da venire premiato con la posizione di ospite d’onore alla fiera del libro di Torino.
Il Lingotto sarà il luogo della festa, una festa che dovrebbe essere coperta solo di gioia, di soddisfazione, di ringraziamenti e che invece è macchiata, come spesso accade quando il medioriente viene messo al centro dell’attenzione, da proteste e contestazioni.
Signori e signore forse definitivamente ci siamo. Sembra che, finalmente, per la parte democratica ci sia quasi definitivamente un vincitore. Purtroppo non è una vincitrice, come speravo, ma un vincitore.
I risultati definitivi, leggermente anticipati ieri, hanno portato alla fine al risultato che tutti si aspettavano. Infatti è arrivata la vittoria in North Carolina per Obama e una vittoria in Indiana per la Clinton.
Purtroppo per Hillary però la situazione di pareggio le è risultata sfavorevole, soprattutto perchè se per Obama la vittoria in North Carolina si può definire stracciante, per la Clinton quella in Indiana sarebbe da definirsi al tie-break (visto che abbiamo anche gli Internazionali di Tennis a Roma mi sembra il termine più adatto).
Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra. Se non faremo, saremo travolti
L’idillio, chissà. Chi può dirlo. Chi lo sa. Come si pone, oggi, l’italiano medio, di fronte a quel che l’è. Il nuovo Governo. La nuova direzione.
Questo non può essere il governo del “sole in tasca”, ma quello dei “piedi per terra”
Ricordando al mondo che
La situazione del Paese è difficile, non c’è spazio per i facili ottimismi
E’ da quando ha vinto che mette le mani avanti.
Ho sempre vissuto a Milano, a parte brevi parentesi di studio trascorse a Parigi e un lungo pendolarismo con Roma, città che da qualche anno ospita buona parte del mio impegno politico e parlamentare. Come tanti della mia generazione ho scoperto la politica nel ’68, soprattutto all’università. Nel mio caso la Bocconi dove mi sono laureata con una tesi su Charles Fourier. Era quella la stagione del movimento studentesco, e da lì a poco del movimento delle donne. Ne scaturì una miscela particolare di studio, passione politica e civile che ho sempre conservato tra i ricordi più cari e che è rimasta parte della mia identità
Eccetera eccetera, scrive l’uscita Pollastrini. Leggetevelo – sperando che il link si conservi – e guardatevi la foto. Ma torniamo a Mara.
Non sembrano passati otto anni da quando Vladimir Putin saliva ufficilamente al potere in quella Russia che diveniva, con il passare degli anni, sempre più capitalista e sempre meno comunista.
Un’immagine costruita non solo tramite la politica interna, ma soprattutto attraverso la politica estera, attraverso quelle tante conoscenze che l’hanno reso sempre più “popolare” agli occhi dei cittadini della Terra. Una fra tutte l’amicizia che lo ha legato da sempre con Silvio Berlusconi, che proprio oggi verrà insignito della carica di capo del governo.
Un destino beffardo quello che lega i due amici che, nello stesso giorno, vedono da una parte, Berlusconi appunto, iniziare il suo quarto mandato e dall’altra, Putin, terminare i suoi 8 anni, anche se, forse, non è proprio così.