Neppure lo spot. Sia Rai che Mediaset hanno rifiutato di trasmettere gli spot del nuovo film di Erik Gandini: un film che analizza i trent’anni di tv berlusconiana. La Rai ha vietato la messa in onda del trailer del film ‘Videocracy’. Qui il documento che motiva la scelta.
Il film acconta, con una certa criticità, Mediaset: come è nata e come si è evoluta, dalla culla in avanti. Per la Rai, appunto, l’inequivocabile messaggio politico di critica al governo porta alla decisione in oggetto. Decisione comunicata al mondo da Domenico Procacci della Fandango, distributore della pellicola. Decisione fatta pervenire con la letterina di cui sopra, dedicata da viale Mazzini e che spiega quella che in molti hanno già definito censura.
Procacci è un tantinello amareggiato:
Siamo in uno di quei casi in cui si è più realisti del re. Ci sono stati film assai più duri nei confronti di Berlusconi come Viva Zapatero o a Il caimano, che però hanno avuto i loro spot sulle reti Rai. E il governo era dello stesso segno di oggi. Penso che se questo film è ritenuto così esplosivo vuol dire che davvero l’Italia è cambiata
Nel film ci sono tutti: Fabrizio Corona, Simona Ventura, le veline, il Grande Fratello, Lele Mora, Colpo Grosso. Il film verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia alla Settimana della Critica.
Ecco alcuni stralci della descrizione del film su YouTube:
Ci sono voluti trent’anni di fanciulle scosciate e giovanotti palestrati, di casalinghe disperate e quiz milionari, di reality irreali, di gossip e volgarità eretti a sistema. Un lavoro lungo e paziente, che alla fine però ha fatto centro: la tv in Italia ha preso il posto della democrazia. E la tesi di Videocracy , il documentario che promette di rendere davvero speciale l’evento programmato per il 3 settembre al Lido dalle due sezioni autonome della Mostra del Cinema, la Settimana Internazionale della Critica (SCI) e le Giornate degli Autori, che hanno scelto di concerto il film, rifiutato dalle sezioni ufficiali. Ottanta minuti di reportage spietato sullItalia berlusconiana, le sue mutazioni antropologiche e culturali, firmati da Erik Gandini, regista quarantenne originario di Bergamo ma traslocato a 18 anni in Svezia.
E Gandini, forse dall’alto della sua quotidianità svedese, non ha peli sulla lingua:
In una videocrazia la chiave del potere è limmagine. In Italia solo un uomo ha dominato le immagini per tre decenni. Prima magnate della tv, poi Presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto, caratterizzato da politica e intrattenimento televisivo, influenzando come nessun altro il contenuto della tv commerciale nel Paese. I suoi canali televisivi, noti per leccessiva esposizione di ragazze seminude, sono considerati da molti uno specchio dei suoi gusti e della sua personalità
Buona Videocracy, allora. Naturalmente, per coloro che decideranno di vedere il film rigorosamente al cinema.