Videocracy, dalla Svezia a Venezia (senza passare per Rai e Mediaset)

Neppure lo spot. Sia Rai che Mediaset hanno rifiutato di trasmettere gli spot del nuovo film di Erik Gandini: un film che analizza i trent’anni di tv berlusconiana. La Rai ha vietato la messa in onda del trailer del film ‘Videocracy’. Qui il documento che motiva la scelta.

Il film acconta, con una certa criticità, Mediaset: come è nata e come si è evoluta, dalla culla in avanti. Per la Rai, appunto, l’inequivocabile messaggio politico di critica al governo porta alla decisione in oggetto. Decisione comunicata al mondo da Domenico Procacci della Fandango, distributore della pellicola. Decisione fatta pervenire con la letterina di cui sopra, dedicata da viale Mazzini e che spiega quella che in molti hanno già definito censura.

Parole chiave all’italiana

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Interessante la considerazione contenuta nel post di Enzo Di Frenna di oggi. Una domanda semplice e proprio per questo di gran forza ed efficacia. Ovvero: quali sono le parole chiave in Italia di questi tempi? Certo, danno una cifra di cosa si parla, di cosa interessa, e di cosa si cerca e si approfondisce. Il tutto in questi ultimi mesi.

Eccole, dopo il salto.

Porno in crisi? Rilanciamo la voglia di fare sesso

Porno, PoPorno. L’industria del porno è in crisi. Persino loro. E serve un piano per rilanciare la voglia di fare sesso.

Ecco perché i signori del porno americano hanno scritto una lettera al 111˚ Congresso Usa che si è appena insediato. Il messaggio? Un piano di salvataggio federale per rilanciare la voglia di sesso dei cittadini statunitensi, please. La crisi sta facendo passare la voglia di fare sesso? Di sicuro, sta mettendo a dura prova la voglia di farlo “strano”. E i protagonisti arrivano a chiedere un vero e proprio aiuto di Stato agli Usa. Tipo il bail-out accordato all’industria dell’auto e a Wall Street.

Larry Flynt, fondatore del periodico Hustler, e Joe Francis, produttore della serie di dvd “Girls Gone Wild”, hanno chiesto al Congresso un vero e proprio aiuto, per rilanciare il mercato del porno con un pacchetto di aiuti statali da 5 miliardi di dollari. Flint, lo si ricorda, è stato al centro di una campagna legale per i diritti civili che nel 1996 ispirò il film Larry Flynt – Oltre lo scandalo di Milos Forman.

Bondi, il porno e gli “atti sessuali espliciti e non simulati”

Il Governo nel pacchetto anti-crisi ha reintrodotto quella che era chiamata la “porno-tax” che prevede che chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un’addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. È dunque necessario ora stabilire per ogni giornale, audiovisivo e libro cosa sia porno poiché nell’articolo 31 è scritto che è da considersi pornoogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti“. Al povero Ministro Sandro Bondi, nuovo “Censore Maximus“, toccherà decidere “cosa è porno e cosa non lo è” durante interminabili giornate davanti a uno schermo: mai persona, credo, sia stata più inadatta a questo compito. Da questa legislatura, la poltrona di Ministro per i Beni e le Attività Culturali diventa sicuramente una tra le più ambite.