Bondi, il porno e gli “atti sessuali espliciti e non simulati”

Il Governo nel pacchetto anti-crisi ha reintrodotto quella che era chiamata la “porno-tax” che prevede che chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un’addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. È dunque necessario ora stabilire per ogni giornale, audiovisivo e libro cosa sia porno poiché nell’articolo 31 è scritto che è da considersi pornoogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti“. Al povero Ministro Sandro Bondi, nuovo “Censore Maximus“, toccherà decidere “cosa è porno e cosa non lo è” durante interminabili giornate davanti a uno schermo: mai persona, credo, sia stata più inadatta a questo compito. Da questa legislatura, la poltrona di Ministro per i Beni e le Attività Culturali diventa sicuramente una tra le più ambite.

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