Romano ministro, è indagato per associazione mafiosa. Napolitano chiede “chiarimenti”

Foto: AP/LaPresse

E’ stato oggi varato il rimpasto di governo voluto dal premier Berlusconi, con la nomina a ministro dell’ Agricoltura dell’ onorevole  Saverio Romano, del gruppo dei Responsabili, che prende il posto di Giancarlo Galan, a sua volta “spostato” al ministero dei Beni culturali, in seguito alle dimissioni da tale incarico di Sandro Bondi. Romano ha oggi giurato al Quirinale davanti al presidente Napolitano, ma quest’ ultimo, in una nota ufficiale, ha mostrato perplessità riguardo alle inchieste giudiziarie in cui è coinvolto Romano, e-si legge nella nota- “ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni”, pur avendo comunque ” proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego”.
Con una maggioranza di governo che ha, infatti, molti suoi esponenti (a cominciare dallo stesso premier) coinvolti in vicende giudiziarie, mentre le accuse di mafia e camorra  hanno coinvolto, nel primo caso, il senatore Marcello Dell’ Utri (cofondatore di Forza Italia, vicinissimo a Berlusconi e da lui addirittura definito “un eroe”), nel secondo caso l’ ex sottosegretario all’ Economia Nicola Cosentino, esponente di spicco del PDL campano, mentre si sta cominciando a parlare dei rapporti mafia-politica anche in relazione alle stragi del 92-93 (e della presunta “trattativa” tra lo stato e la mafia), tale Romano sarebbe infatti indagato nientemeno che per concorso esterno in associazione mafiosa.

Proprio ieri, infatti, il giudice delle indagini preliminari di Palermo, Giuliano Castiglia, non ha archiviato l’ indagine per mafia a carico del neoministro, fissando un’ udienza per il primo aprile. Secondo il giudice, è da valutare se archiviare o far svolgere ulteriori indagini, che, finora, sarebbero basate principalmente sulle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che aveva indicato Romano come persona “a disposizione” e votata dai boss di Villabate, Nicola e Nino Mandalà. Romano è indagato inoltre per corruzione aggravata dall’ agevolazione a Cosa nostra , in seguito anche alle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, e nei prossimi giorni la Cassazione depositerà la sentenza con la quale è stato condannato in via definitiva l’ ex governatore siciliano Totò Cuffaro, nella quale si parla anche di Romano, compagno di partito di Cuffaro.
La scelta di Romano come ministro sarebbe stata dettata al premier anche dall’ esigenza di garantirsi il sostegno dei Responsabili, dei quali Romano fa parte. Così la pensano anche nell’ opposizione: per Italo Bocchino, del FLI, Berlusconi “ha dovuto sottostare ai diktat dei Responsabili”,e anche il PD parla della “debolezza” del premier, mentre per Massimo Donadi dell’ IDV “Un indagato per mafia non può fare il ministro”.
Romano ha espresso “dispiacere” per la nota del Quirinale, poiche, ha spiegato, “Non sono mai stato imputato” (solo indagato). Il Colle, in seguito, ha ribattuto invitando “a una più attenta lettura della nota, nella quale non viene attribuita la qualificazione di imputato”.

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