Sms sul cellulare – suo, proprio suo – del Ministro della Giustizia dal tono estremamente intimidatorio.
Non manca la classica busta con proiettile e contenente un messaggio con su scritto
Alfano boia
e firmato con una stella a cinque punte, trovata nelle scorse settimane nella sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).
Una stpria cominciata l’estate scorsa. Rusultato: misure di sicurezza per il Guardasigilli rafforzate, e solidarietà bipartisan, naturalmente.
Perché minacciare Angelino Alfano? Perché meditare e studiare la sua morte o una qualche forma di attentato alla sua incolumità?
Il suo ruolo, na nella politica italiana e, soprattutto, nell’attuale Governo, è sempre apparso estremamente strumentale. Una sorta di prestanome di punta che porta sulla pelle segni e leggi che tanto hanno fatto discutere e troppo fanno riflettere.
Qui c’è una ricostruzione della sua persona all’epoca della sua investitura a Ministro della Giustizia nell’ennesimo esecutivo Berlusconi.
uestione Cuffaro, problema dei rifiuti a Napoli.
Stella a cinque punte? Speriamo tutti che gli inquirenti non stiano indagando sull’ennesima, improbabile rinascita delle Brigate Rosse… O forse sì? Farebbe gioco, in fondo e cinicamente. Come e più di un tempo, ma senza le (pur molteplici) realtà di allora.
Perché prendere di punta un Angelino Alfano con l’epiteto di boia? Forse, per i presunti, più o meno riusciti tentativi di esecuzione suprema della già malconcia Giustizia?
Forse, per mitomania. Certo, perché quest’Italia ne ha troppi, di guai. E, all’apparenza, nessuna via d’uscita.
è una priorità della nostra Costituzione l’uguaglianza fra i cittadini a prescindere dal ceto sociale o dalla posizione economica, senza preferenze. Se la legge fosse stata approvata la Consulta sarebbe stata elogiata dal signor Berlusconi. Troppo comodo
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Marco 6 Ottobre 2009 il 13:32
Forse perchè vuole , in combutta con il caro Papisilvio , uccidere la COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ?
claudia 9 Ottobre 2009 il 20:40
è una priorità della nostra Costituzione l’uguaglianza fra i cittadini a prescindere dal ceto sociale o dalla posizione economica, senza preferenze. Se la legge fosse stata approvata la Consulta sarebbe stata elogiata dal signor Berlusconi. Troppo comodo