TG1 arriva la multa dall’AGCOM

Foto: AP/LAPresse

Nella serata di ieri è arrivata la conferma che l’AGCOM dopo ripetuti avvisi, ha multato per un totale di 100.000 euro il TG1, diretto da Minzolini. L’AGCOM ha notato, come da sempre segnalava, della mancanza di par condicio all’interno delle varie edizioni del TG, con una notevole sovraesposizione del Premier Silvio Berlusconi.

L’AGCOM non ha mancato un richiamo anche al tg di Sky, “Inoltre l’Autorità, a seguito degli esposti presentati dall’Udc, ha invitato Sky a rispettare, nei confronti tra candidati sindaci e nella rappresentanza delle forze politiche, il principio di effettiva parità di trattamento e di pari opportunità di ascolto e visibilità” e quanto si legge sul comunicato rilasciato dall’agenzia di controllo.

In previsione delle future elezioni amministrative, l’AGCOM ha ricordato alle televisioni locali, principalmente in Lombardia, di mantenere una par condicio equilibrata nei vari notiziari locali. Il deputato del PD, Roberto Zaccaria ha dichiarato che

L’intervento dell’Agcom certifica che le nostre preoccupazioni sono fondatissime: il richiamo dell’Autorità e la multa al Tg1 accertano che nel sistema dell’informazione televisiva c’è uno squilibrio strutturale che dipende dal conflitto d’interessi. Secondo noi la multa stabilita a carico del Tg1 deve pagarla di tasca sua il direttore Minzolini che ha voluto imporre le sue regole, prendendosi gioco di quelle stabilite dall’Autorità.

Zaccaria, deputato del PD e coordinatore del gruppo di ascolto sul pluralismo dell’informazione, ha aggiunto che:

È ovvio che gli interessati non si fermeranno di fronte alle prese di posizione dell’Autorità – aggiunge -. Proprio oggi il Tg1 e il Tg5 hanno violato pesantemente le disposizioni dell’Agcom mandando in onda un videomessaggio di Berlusconi, nonostante la circolare dell’11 aprile 2011, alla lettera «f», vieta esplicitamente la trasmissione di videomessaggi nel corso delle campagne elettorali all’interno dei telegiornali e dei programmi di informazione. Su questo presenteremo mercoledì il sesto ricorso delle opposizioni all’Agcom: al di là del tempo occupato dal servizio in questione, il problema è che si è trattato di un messaggio elettorale puro a favore di Berlusconi la cui immagine è stata a lungo proposta con lo sfondo di bandiere e simboli del suo partito.

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