Rai, Tg1 a picco. Giovedì Cda su Minzolini

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Si respira aria pesante in Rai, in particolar modo nei piani alti di Rai 1. Ad essere messe sotto torchio, questa settimana, è il TG1 diretto da Augusto Minzolini, al centro di moltissime critiche per la sua gestione filo-berlusconiana che ha visto aver la maggiore in questi ultimi mesi. A preoccupare il DG rai Lei e il direttore di rete Garimberti, sono gli ascolti che il TG di Minzolini sta portando a segno in questi ultimi mesi.

Il tg Rai è stato battuto parecchie volte dal suo eterno rivale su Canale 5, nella fascia serale. Il dg Lei ha ricordato che nella stagione TV 2010-2011, l’edizione delle 13:30 portava a segno uno share medio del 26.45%, mentre quella delle 20:00 del 25.21%. Per l’edizione delle 13:30 il dg Lei dichiara che “si rileva, rispetto alla corrispondente stagione televisiva 2009-2010, una flessione di 1,2 punti di share”, mentre per l’edizione delle 20:00 “una flessione di 2,7 punti percentuali”.

“Vieniviaconme”, cancellato dai palinsesti Rai. Sei d’accordo?

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“Vieniviaconme”, il programma record di ascolti nella passata edizione, non si farà più in Rai, ad annunciarlo è stato lo stesso Fabio Fazio, che con lo scrittore Saviano, aveva ideato questo nuovo format andato in onda su Rai Tre. Il programma che è riuscito a catturare l’attenzione di molti telespettatori, ma soprattutto, è stato uno dei programmi più seguiti dell’anno, cambia rete.

Ancora non si sa su quale delle TV nazionali prenderà posto il programma, ma Fazio spiega “Ho un accordo con la Rai per rifare, e ne sono molto felice, per i prossimi tre anni ‘Che tempo che fa’ e degli speciali per Rai3 – ed aggiunge – ‘Vieni via come me’, che peraltro la Rai non ha mai chiesto salvo Rai3, e in questi sette mesi nessuno ha mai contattato Saviano nè è stato chiesto di farlo, mi è stato concesso di farlo altrove”.

Agicom, Mediaset supera Sky e RAI nel 2010

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Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’AGCom riguardo il fatturato delle reti televisive, il gruppo di Mediaset ha superato il gruppo satellitare Sky diretto dall’imprenditore australiano Rupert Murdoch. Nell’anno 2010, il gruppo a cui fa capo la famiglia del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ha fatturato un utile netto pari a 2,770 miliari contro i 2,630 miliardi di Sky Italia.

Il terzo posto è occupato invece dalla Rai che con il tetto pubblicitario e un evasione del canone pari a 500milioni all’anno, raggiunge solamente i 2,553 miliari di utili netti. Mediaset, ha aumentato dell’8% le entrate pubblicitarie, superando Sky.

TG1 arriva la multa dall’AGCOM

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Nella serata di ieri è arrivata la conferma che l’AGCOM dopo ripetuti avvisi, ha multato per un totale di 100.000 euro il TG1, diretto da Minzolini. L’AGCOM ha notato, come da sempre segnalava, della mancanza di par condicio all’interno delle varie edizioni del TG, con una notevole sovraesposizione del Premier Silvio Berlusconi.

L’AGCOM non ha mancato un richiamo anche al tg di Sky, “Inoltre l’Autorità, a seguito degli esposti presentati dall’Udc, ha invitato Sky a rispettare, nei confronti tra candidati sindaci e nella rappresentanza delle forze politiche, il principio di effettiva parità di trattamento e di pari opportunità di ascolto e visibilità” e quanto si legge sul comunicato rilasciato dall’agenzia di controllo.

Video Giuliano Ferrara: “Grillo sei un buffone!”

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Ormai l’appuntamento quotidiano con Giuliano Ferrara su Rai uno sta diventando un’abitudine che in molti stanno prendendo, ma quella andata in onda ieri, la possiamo definire come la “migliore” punta di Qui Radio Londra. Come ben sappiamo, Giuliano Ferrara, ogni sera si diletta nel commentare la notizia del giorno, con un leggero, se cosi possiamo definirlo, umorismo pienamente filo-berlusconiano.  Ma torniamo alla puntata di ieri.

Un Giuliano Ferrara mai visto, è così che possiamo definirlo sicuramente, non più seduto sulla sua poltrona solita, ma in piedi, con la camicia fuori i pantaloni e con il colletto sbottonato. Delle insolite bretelle color Rosso ed una folta barba, come suo solito. Ma quello che sta facendo discutere in queste ore, non è tanto l’abbigliamento che il Ferrara nazionale ha indossato ieri, quanto le dichiarazioni che lo stesso a fatto. Argomento cruciale della puntata, è stato Beppe Grillo.

PDL e Lega uniti per la par condicio nei talk show

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Talk Show ancora in pericolo. Come di consueto, in concomitanza con elezioni, referendum e quant’altro riguarda il mondo politico e le elezioni, i programmi della televisione pubblica, si trasformano in tribune politiche, dove esponenti delle diverse fazioni possono mostrare la loro idea in merito alle votazioni. Anche questa volta, però, non sono mancate le polemiche in merito alla par condicio, un argomento di cui sentiremo parlare abbondantemente nei prossimi giorni, non mancano però già le prime polemiche.

PDL e Lega stanno partendo all’affondo contro i programmi come Annozero con Michele Santoro e Ballarò con Giovanni Floris. In merito a quanto dichiarato da Lega e PDL, secondo le quali, i programmi come quelli citati poco sopra, sono a tutti gli effetti tribune elettorali e quindi andrebbero incontro alla legge sulla par condicio, lo stesso Floris ha dichiarato:

Generazione Youtube

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Web 2.0, prove tecniche di trasmissione.
Si è aperto da qualche tempo nella cosiddetta blogosfera il dibattito sull’uso di sè su internet. No, non è uno scioglilingua. Intendo l’uso più o meno consapevole che la generazione che sta crescendo nel villaggio globale fa della propria immagine in rete.
Il la è stato dato proprio da alcuni blogger, poi ripresi da Alessandro Gilioli de l’Espresso sul suo piovonorane, che sostengono la sofisticazione operata dai media chiamiamoli tradizionali del filmato che ritrae il giovane investitore delle due turiste irlandesi di qualche giorno fa a Roma, circolante su Youtube.
Di folli acrobazie a ben vedere non ce n’è traccia, anche se di certo proprio sobrio non sembrava neanche lì.

Berlusconi vs Veltroni, ovvero tv contro web

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Il Cavaliere sembra avere dissotterrato l’ascia di guerra per ricominciare a combattere da par suo contro il nemico che avanza (forse). E da par suo nel caso di Berlusconi vuole dire la Rai in mano ai comunisti, par condicio liberticida, Stalin, un pò di insider trading – ipotesi circolante in alcune procure italiane sull’affaire Alitalia e la boutade sulla cordata italiana – l’orrore e gli sfottò riservati a Di Pietro in quanto ex magistrato e quant’altro; insomma, tutto il repertorio dei bei tempi andati.
Tralasciando i commenti sulla strategia mediatica del cavaliere, ed aldilà della banale ma insindacabile considerazione sui tempi che passano per tutti – cavalieri compresi – non è comunque possibile trascurare il fatto che Berlusconi, sempre con i medesimi argomenti, sia candidato per la quinta volta consecutiva alla guida del paese: fatto unico in europa e nel mondo cosiddetto democratico. Così come non è possibile nascondere che il suo principale competitor se proprio nuovo di pacca non è, avrebbe potuto essere suo figlio, o quasi.
Il vecchio ed il nuovo. O forse il troppo vecchio e il non troppo nuovo.

Va ora in onda… la campagna elettorale

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Con le scelte definitive per la candidatura in Sicilia e per la poltrona di sindaco di Roma da parte del Piddielle, si possono dire conclusi i test invernali dei partiti italiani, chiamati a scaldare i motori in vista di Aprile. La campagna elettorale – sarebbe meglio dire le campapagne elettorali visto l’election day – entra dunque nel vivo, e immancabili cominciano a scandire le nostre serate televisive i dibattiti politici.
Quelle che, inesorabilmente, durante l’anno sembrano essere occasioni buone per andare al cinema – a causa dell’ovvietà delle affermazioni che i presenti si scambiano in interminabili ed inutili forme di propaganda manifesta – durante la grande corsa elettorale vivono il loro momento d’oro. Chi li spulcia come bignami nella convinzione di arrivare alle urne con le idee chiare (ottenendo sistematicamente il risultato opposto), chi li vive come una partita di calcio, con tanto di coretti ed entusiasmo, chi li cita in ufficio atteggiandosi a maitre a penser.
Ieri era il turno di Ballarò.

Berlusconi: “Gentiloni? No, Grazie.”

Che il Cavaliere sappia bene ciò che vuole è cosa nota. Ma quello visto a Roccaraso, durante la festa di FI, intitolata “Neveazzurra”, è spumeggiante sia per quanto riguarda il dialogo sulla legge elettorale, sia per quanto riguarda la discussione sulla riforma Gentiloni.

Sul ddl riguardante la riforma elettorale, Berlusconi ha fatto sapere che è necessario un dialogo con la maggioranza di governo:

Uno sbarramento alto si riesce a governare meglio. In Turchia e’ all’8%, ma non voglio portare questo esempio. Uno sbarramento al 5% e’ il minimo per consentire a un governo di governare. Sono d’accordo con Veltroni che il modello francese sia un buon modello che ha portato a buoni risultati. Per riuscire a fare quanto sta facendo Sarkozy ci vorrebbero due o tre anni.

E Musharraf disse: la Bhutto è responsabile della sua morte

Elezioni rinviate in Pakistan

Continua la ricerca della verità nella dinamica dell’attentato che ha portato alla morte dell’ex Premier pakistano, e leader dell’opposizione, Benazir Bhutto. Tra Scotland Yard e affermazioni ufficiali. Il Presidente pachistano, Pervez Musharraf, è stato intervistato dalla televisione Usa Cbs. L’intervista verrà mandata in onda domani, ma il suo contenuto è già pubblico a grandi linee.

Il Presidente ricostruisce l’attentato, ammettendo – a differenza di quanto fatto subito dopo l’assassinio – che probabilmente è stato un uomo armato di pistola a uccidere la leader del Partito del Popolo Pakistano, dopo un comizio, il 27 dicembre scorso a Rawalpindi. E ha poi anche considerato che è stata la stessa Benazir Bhutto ad esporsi per sua volontà a un rischio eccessivo.