Berlusconi attacca le toghe e il Quirinale. E sulla sinistra: “Si lavano poco”

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è intervenuto in un comizio elettorale a Crotone, e, con l’avvicinarsi delle elezioni amministrative del prossimo fine settimana, si è lanciato in invettive sempre più accese, colorite da qualche battuta da avanspettacolo, contro la magistratura e la sinistra, criticando anche i poteri del presidente della Repubblica.
“Non è più tollerabile che la sovranità sia in mano ai pm di sinistra“, dice Berlusconi, aggiungendo, riguardo all’immondizia di Napoli: “Ci sono le elezioni e i pm di Napoli chiudono le discariche. Io glieli porterei in Procura da loro, i rifiuti”. Torna a chiedere la separazione delle carriere, poichè, spiega, “solo così avremo un processo giusto”, e attacca “il partito dei magistrati, chiamato Magistratura democratica”. E se la prende anche con la Corte Costituzionale, che aveva bocciato, sostiene, “una legge di civiltà in base alla quale se una persona è assolta, non può essere richiamata nel girone dei processi”, poichè “ai pm non piaceva questa legge e l’hanno portata alla Consulta, che è un organo politico e non più di garanzia ed è stata abrogata”, e conclude: “Non si può andare avanti così”. Inoltre, la legge sulle intercettazioni va cambiata,”perchè in questo modo non è un paese libero”, dice.

Napolitano: “Onorare i magistrati”. Ma Berlusconi vuole la commissione d’inchiesta

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Bisogna “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura nella consapevolezza dell‘onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme necessarie”. Questo uno dei passaggi principali del discorso con cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha omaggiato le vittime del terrorismo, nella giornata a loro dedicata, ricordando in particolare i magistrati uccisi, come Emilio Alessandrini e Guido Galli, commuovendosi quasi. E ha aggiunto il capo dello Stato: “Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce gravi senza snaturarsi”. Viene sottolineato in particolare il senso morale e il rispetto della democrazia e delle istituzioni, con i quali si è potuto vincere la battaglia contro il terrorismo. E viene rimarcato, in particolare, “il come è stata superata la prova”.
Dice infatti Napolitano: “Si è vinto grazie alla fibra morale, al senso del dovere, all’impegno nel lavoro e nella vita civile che hanno caratterizzato servitori dello Stato e cittadini”.
Quindi, il riferimento anche all’attualità politica, con la condanna alle “polemiche politiche indiscriminate” contro la magistratura, e a “qualsiasi dissennato manifesto affisso sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e di Guido Galli”. Il riferimento ai manifesti affisi nel capoluogo lombardo dal candidato al consiglio comunale per il Pdl Maurizio Lassini, nei quali si arrivava a paragonare le procure alle Br, è abbastanza esplicito.

Le notizie della settimana di PoliticaLive

Inizia oggi il primo appuntamento di PoliticaLive con le notizie più importanti della settimana passata. Ogni settimana, andremo ad analizzare le notizie che secondo noi di PoliticaLive, sono state quelle più significative oppure, quelle che hanno catturato principalmente l’attenzione dei media nazionali.

La notizia che ha catturato maggiormente l’attenzione di tutti, questa settimana, è stata quella dell’uccisione di Osama Bin Laden l’ex, leader di al-Qaeda ucciso dai militari americani nella notte di Domenica 1 Maggio.

Osama Bin Laden è morto!” Così titolavamo lo scorso due Maggio, quando vi raccontavamo quanto accaduto nelle terre di vicino Islamabad. Solamente successivamente a quella data, si saprà che all’interno del covo di Bin Laden, sono stati ritrovati centinaia di Hard Disk, i quali vagliati da alcuni gruppi speciali dell’esercito americano, sono stati definiti dallo stesso Obama, una fonte inesauribile di notizie riguardo le future attività di Al-Qaeda.

Berlusconi: “Se mi tiro indietro, il candidato è Tremonti”

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un’intervista alla trasmissione “Porta a Porta”, ha affrontato nuovamente la questione di un suo possibile “successore” alla guida del centrodestra, affermando: “Se mi chiederanno di candidarmi mi ricandido, ma se mi tiro indietro, Tremonti è un possibile candidato”. E ha aggiunto: “Vedremo alla fine di questa legislatura se sarà necessario per il centrodestra mettermi quale candidato alla guida del governo, in quel caso non mi tirerò indietro. Se invece verranno fuori altre personalità, e ne abbiamo  diverse, Tremonti in primis, che possano suscitare consenso elettorale, io sarei felice di poter restare ancora in politica ma occuparmi del PDL e lasciare ad altri la conduzione del governo”.
Un nome diverso, quindi, rispetto a quello indicato qualche settimana fa, quando aveva parlato invece del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, come possibile successore. Tremonti, alcuni giorni fa, era stato preso di mira dai giornali di centrodestra, mentre gode sempre di un forte consenso all’interno della Lega Nord, e l’indicazione di Tremonti potrebbe essere quindi vista come un tentativo di riavvicinamento al partito di Bossi, dopo le divergenze sul conflitto in Libia. A tal proposito, il premier ha dichiarato: “Con Umberto Bossi non c’è stata nessuna incomprensione. La mozione sulla Libia ha dimostrato la solidità e la coesione della maggioranza contro le divisioni dell’opposizione”.

Trattativa stato-mafia, Brusca accusa Nicola Mancino

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Durante l’udienza nell’aula Bunker del tribunale di Firenze, il pentito Giovanni Brusca ha dichiarato che il mittente finale, delle stragi del 1993, era Nicola Minetti. L’udienza si tiene in merito al presunto coinvolgimento tra StatoMafia. Brusca, dichiara che durante una conversazione con Riina, quest’ultimo gli avrebbe dichiarato: “si sono fatti sotto”. “Non mi disse il tramite – ha aggiunto Brusca – ma il committente finale e mi fece il nome di Mancino”.

Lo stesso Brusca ha poi dichiarato che sia Berlusconi che dell’Utri sono completamente estranei alla vicenda: “Con mio cognato parlavamo di Berlusconi e dell’Utri e io gli ho detto che non c’entrano niente con le stragi”.

Mediatrade, Berlusconi in tribunale: “Tutto bene”

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Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è presentato oggi in tribunale a Milano per il processo Mediatrade, nel quale deve rispondere di frode fiscale e appropiazione indebita, e ha anche rilasciato dichiarazioni spontanee al gup Maria Vicidomini, che deve pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio. L’udienza è durata circa tre ore, ma il premier ha parlato solo pochi minuti, verso la fine. Berlusconi ha reso dichiarazioni “sull’utilizzo degli intermediari e su quello che accadeva in generale nel mercato internazionale dei diritti tv”, ha spiegato Niccolò Ghedini, uno dei suoi avvocati. Il premier avrebbe, sostanzialmente, confermato l’importanza degli intermediari, specie nelle compravendite di grossi pacchetti di diritti televisivi. Era dal processo Sme, nel 2oo3, che il presidente del Consiglio non interveniva in aula.
Oltre a Berlusconi, hanno preso la parola anche Gabriella Balabio, accusata di appropriazione indebita, e gli avvocati difensori del banchiere di Arner Brank, Paolo Del Bue, e di Frank Agrama, produttore e mediatore statunitense ritenuto “socio occulto” del premier. Per l’accusa, gli imputati si sarebbero appropriati indebitamente di circa 34 milioni di dollari, con l’acquisto a prezzi “gonfiati” di diritti televisivi dalle major statunitensi per creare fondi neri. Viene contestata anche una frode fiscale di circa otto milioni di euro.

Appello di Celentano per i referendum

Appello di Celentano per i referendum. Un referendum per non morire. Parola di Adriano Celentano. Il molleggiato – al quale, a onor del vero, piace scrivere lettere aperte ai giornali soprattutto nell’ultimo periodo – manda al Fatto Quotidiano questa lettera-appello.

Una lettera fatta di un linguaggio colorito – la sua prosa è così, lo sappiamo – dove, nell’incertezza di come deciderà la Cassazione in merito ai quesiti referendari in seguito agli ultimi colpi di scena della maggioranza di governo su nucleare e acqua, nella celebrazione di Di Pietro come unico vero salvatore della patria e nel definire Silvio Berlusconi “in stato confusionale” – Celentano invita tutti, ma proprio tutti, ad andare a votare, comunque vada, il 12 giugno, data delle consultazioni referendarie.

“Il 12 Giugno dobbiamo andare tutti a votare anche se, come è prevedibile, il governo tenterà l’impossibile per togliere dalle schede referendarie pure il LEGITTIMO IMPEDIMENTO. E, se lo dovesse togliere dobbiamo essere ancora più numerosi davanti ai seggi. E, se per caso le sedi elettorali fossero chiuse, il vostro voto lasciatelo pure per terra scritto su un piccolo foglietto già preparato a casa, in modo che l’indomani tutti i marciapiedi d’Italia siano invasi da quaranta milioni di bigliettini”.

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Biotestamento, la Camera accelera. Berlusconi:”I giudici non travalichino il Parlamento”

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La Camera ha accolto la richiesta dell’Udc di invertire l’ordine del giorno per esaminare il disegno di legge sul “fine vita”, e lo stesso premier Berlusconi ha scritto una lettera per invitare i deputati del PDL alla “partecipazione”, ” all’impegno” e alla “responsabilità” su questa materia. Per il premier, il “fine vita” è una “questione sensibile” sulla quale “non si dovrebbe legiferare“,e,aggiunge, “anch’io la penserei così se non ci fossero tribunali che, adducendo presunti vuoti normativi, pretendono in realtà di scavalcare il parlamento e di usurparne le funzioni”.
Il PD non ha condiviso la proposta di inversione dell’ordine del giorno, approvata, comunque, dalla Camera, che ha invece bocciato le proposte di costituzionalità presentate dall’opposizione, con 307 voti contrari contro 225 favorevoli e 7 astenuti. Il dibattito è stato sospeso poco dopo l’inizio, su richiesta del presidente della Commissione Bilancio Giancarlo Giorgetti, per far esaminare alla commissione gli emendamenti al provvedimento.
Il presidente Gianfranco Fini ha quindi fermato le votazioni, aggiornandole a domattina, ma dopo l’esame del Def (Documento di economia e finanza), che va approvato entro il 30 maggio.

Libia: Bossi si scaglia contro Berlusconi

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“L’ulteriore impegno dell’Italia in Libia costituisce il naturale sviluppo della scelta compiuta dall’Italia a marzo, secondo la linea fissata nel Consiglio supremo di difesa da me presieduto e quindi confortata da ampio consenso in Parlamento” è la dichiarazione di Napolitano di ieri, riguardo la notizia che l’Italia entrerà in guerra contro la Libia partecipando con dei bombardamenti aerei, decisione presa da Silvio Berlusconi, dopo un colloquio telefonico con Barack Obama nella serata del 25 Aprile.

La Lega è il partito che si sta opponendo in maniera dura contro questa decisione. “Porteremo il nostro no in Consiglio dei ministri” ha annunciato il ministro Calderoli. Calderoli aggiunge anche, che “non è dicendo sempre di sì che si acquisisce peso internazionale. Siamo diventati una colonia francese”.