Napolitano: “Onorare i magistrati”. Ma Berlusconi vuole la commissione d’inchiesta

Foto: Ap/LaPresse

Bisogna “parlare responsabilmente della magistratura e alla magistratura nella consapevolezza dell‘onore che ad essa deve essere reso come premessa di ogni produttivo appello alla collaborazione necessaria per le riforme necessarie”. Questo uno dei passaggi principali del discorso con cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha omaggiato le vittime del terrorismo, nella giornata a loro dedicata, ricordando in particolare i magistrati uccisi, come Emilio Alessandrini e Guido Galli, commuovendosi quasi. E ha aggiunto il capo dello Stato: “Abbiamo dimostrato di essere una democrazia capace di difendersi senza perdersi, capace di reagire ad attacchi e minacce gravi senza snaturarsi”. Viene sottolineato in particolare il senso morale e il rispetto della democrazia e delle istituzioni, con i quali si è potuto vincere la battaglia contro il terrorismo. E viene rimarcato, in particolare, “il come è stata superata la prova”.
Dice infatti Napolitano: “Si è vinto grazie alla fibra morale, al senso del dovere, all’impegno nel lavoro e nella vita civile che hanno caratterizzato servitori dello Stato e cittadini”.
Quindi, il riferimento anche all’attualità politica, con la condanna alle “polemiche politiche indiscriminate” contro la magistratura, e a “qualsiasi dissennato manifesto affisso sui muri della Milano di Emilio Alessandrini e di Guido Galli”. Il riferimento ai manifesti affisi nel capoluogo lombardo dal candidato al consiglio comunale per il Pdl Maurizio Lassini, nei quali si arrivava a paragonare le procure alle Br, è abbastanza esplicito.

Il presidente del Consiglio Berlusconi, invece, si è oggi recato in tribunale a Milano per un’udienza del “processo Mills”, e ha ripetuto, al solito, la sua accusa contro “i pm di Milano“, che gli avrebbero rivolto “per 24 volte accuse infondate”, dice, “cercando di usare il diritto come arma contro quello che loro ritengono un avversario politico”. Per il premier, “Ci sono tentativi reiterati da parte degli stessi pm di eversione”, quindi, si domanda, “Questo non è un cancro della democrazia?” E arriva addirittura a chiedere “una commissione d’inchiesta per verificare se nella magistratura ci sia un’associazione a delinquere”.
Quanto al processo di oggi, il processo Mills, nel quale è imputato per corruzione in atti giudiziari, Berlusconi dice invece: “E’ un processo che ha dell’incredibile, si tratta di un processo già morto”.
Il caso Ruby, invece, lo definisce “una barzelletta”, nel quale “non c’è la competenza nè territoriale, nè funzionale” dei giudici milanesi.
Una volta appreso, però, delle parole di Napolitano, Berlusconi cerca maldestramente di correggere il tiro, definendo “un paragone indebito” quello fra giudici e brigatisti che veniva fatto nei manifesti affissi a Milano. Dice di non ricordare di aver mai parlato di “brigatismo giudiziario”, pur non potendolo escludere, e infine precisa: “I magistrati vittime delle Br e del terrorismo sono figure quasi eroiche a cui deve andare la riconoscenza dell’intero Paese”.

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