“I magistrati cancro della democrazia”. Quando il capo perde la testa

A occhio le ipotesi qui sembrano essere due: o il cavaliere ha capito che se non si da una mossa il processo Mills lo porterà ad una scomodissima condanna, o piuttosto, suggerito da avvocati e consigliori, ha realizzato che le promesse elettorali erano davvero eccessive e ha deciso di puntare alla bagarre istituzionale. Il bello è che in entrambi i casi non sarebbe una novità.
Se infatti pensiamo alla prima ipotesi, quella del caimano mangia-processi, annoveriamo per la cronaca: depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie internazionali, legge Cirami sul legittimo sospetto, lodo Schifani sull’improcedibilità contro le alte cariche dello stato, legge Pecorella sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, ex Cirielli per il taglio dei tempi di prescrizione, svariati decreti salva Rete4, riforma della disciplina delle intercettazioni, sospensione dei processi. Gli ultimi quindi anni ci mostrano impietosamente che il cavaliere non è cambiato affatto, e la giustizia è sempre la sua passione, ben aldilà dei suoi studi accademici.
Guardando invece alla seconda possibilità proposta in apertura, definite in passato armi di distrazione di massa, alcune considerazioni su queste prime settimane dell’esecutivo nascono quasi spontanee.

Il buco di Roma

Ma il buco c’è o non c’è? Il debito di Prodi c’era o non c’era? Da una settimana è balzato a copertura mediatica – sui dorsi locali de Il Messaggero e dei quotidiani nazionali, per poi passare al nazionale nel giro di pochi istanti. Roma è tappezzata da manifesti de Il Popolo della Libertà – Berlusconi per Alemanno, che recitano:

Veltroni ha lasciato un buco stratosfereico nel bilancio del Comune. Noi lo risolveremo

Il punto? Partiamo da un paio di considerazioni. Il buco c’è, è in corso l’avvio di un’indagine della magistratura. Il buco c’è, è pesante – il Comune di Roma è praticamente fallito – anche se le ricostruzioni dello stesso sono, naturalmente, assai diversi a seconda del punto di vista dal quale si guardi il subddetto benedetto buco di bilancio.
Ricordo nitidamente. Immediatamente post-elezioni, vinte da Gianni Alemanno, il neo-sindaco, finalmente ospite a Viva Radio 2, con Fiorello e Baldini, in verità dall’alto di un apprezzabile umorismo, aveva aggiunto a mozzichi e bocconi che stava verificando la presenza di un possibile ebuco nel bilancio del Comune.
Lo si sa da allora, lo si sa da sempre. Ma prima, forse, un tacito patto di apparente strumentale armonia delle parti – quella grandissima presa in giro che il Veltrusconi ha chiamato dialogo – prevedeva in agenda un’uscita del BUCO assai più soft di quella poi avvenuta.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. I patti Lateranensi

il mio Governo non può che compiacere il Pontefice e la Chiesa

Brrr. Che vuol dire, esattamente? Perchè nessuno ha chiesto numi al Premier. Accipoffarbacco.

I Patti lateranensi. Vengono in mente, o forse dovrebbero tornare alla mente. Storia del secolo scorso che però non rientra nella gestione e nelle ricostruzioni dei fatti contemporanei del mainstreaming. Un peccato: capire da dove si viene non è esattamente inutile. In tempi di incontri tra Silvio e il Pastore Tedesco.
I Patti Lateranensi, insomma. Che c’entrano? C’entreranno, no, se l’Italia è stata definita da più parti il Giardino del Papa??? Non di pipponi storici si vorrà tediare il lettore, ma di causa-effetto virtù.

Governo: Berlusconi IV. Our time is running out. La carica dei 21

Ore 19.50. Mara Carfagna – all’anagrafe Maria Rosaria Carfagna – (Salerno, 18 dicembre 1975) diventa Ministro della Repubblica Italiana. Chi è Mara Carfagna? Una politica e showgirl italiana, parlamentare di Forza Italia e attuale titolare del Ministero senza portofoglio per le Pari Opportunità. Il sito del suddetto ministero non è ancora, giustamente, stato modificato. Quindi possiamo leggere della sua predecessora, Barbara Pollastrini.

Ho sempre vissuto a Milano, a parte brevi parentesi di studio trascorse a Parigi e un lungo pendolarismo con Roma, città che da qualche anno ospita buona parte del mio impegno politico e parlamentare. Come tanti della mia generazione ho scoperto la politica nel ’68, soprattutto all’università. Nel mio caso la Bocconi dove mi sono laureata con una tesi su Charles Fourier. Era quella la stagione del movimento studentesco, e da lì a poco del movimento delle donne. Ne scaturì una miscela particolare di studio, passione politica e civile che ho sempre conservato tra i ricordi più cari e che è rimasta parte della mia identità

Eccetera eccetera, scrive l’uscita Pollastrini. Leggetevelo – sperando che il link si conservi – e guardatevi la foto. Ma torniamo a Mara.

Berlusconi contro tutti. Anche contro l’Unione Europea

Prestito di Stato. Roba seria, roba grossa. La cordata. Ma c’è o non c’è? Farebbe saltare alle stelle il titolo di Alitalia. Ma c’è? Chi mette i soldi? Quanta discrezione.

Le cose si fanno in silenzio. Ma penso che si faranno

Il prestito-ponte si colloca nel limbo di attesa della benedetta cordata. E l’Unione Europea alza le antenne. Nessun problema, comunque: anche all’Ue, che ha preannunciato una richiesta di chiarimento
sul prestito ponte di 300 milioni concesso dal governo all’Alitalia, ci pensa sempre e comunque Silvio Berlusconi.

Alitalia survivor? I ministri litigano

Alitalia

Cose serie, per favore

Queste le parole del dimissionario Premier Romano Prodi. Qualcosa di reale e di concreto. La polemica non si placa. Il ministro Bonino e il ministro Bianchi che litigano, e ultimatum che volano, tra sindacati sul piede di guerra e Air France.

Alitalia al bivio. Domani gran giorno. Negli uffici della Magliana a Fiumicino verra riaperto il tavolo tra Alitalia e l’acquirente Air France. Il silenziatore pasquale – che pure sarebbe stato assai utile – sull’affaire Alitalia non ha funzionato, anzi. Coma già a Natale, le festività risultano cruciali per la faccenda. Il destino della compagnia di bandiera è ormai inscindibilmente legato a quello della campagna elettorale. E non doveva, plausibilmente, andare così.
Conferme e smentite a rotazione. La presunta cordata italiana di imprenditori nostrani è avvolta nel più bizzarro silenzio. Cordata sponsorizzata sì da Silvio Berlusconi e dal Pdl, ma anche dalla sinistra radicale, coinvolta attraverso la lotta sindacale.

Il Tar & Alitalia: no Air One, sì Air France


Air One


Fly Air France, non c’è niente da fare. Nuova puntata della soap opera. Quella che, in fondo, tutti si aspettavano, nonostante le richieste di Toto, nonostante le richieste – fondate o meno – di chiarezza.


Era una decisione attesa, che costituisce un capitolo importante. Il Tar del Lazio ha deciso di non sospendere in via cautelare la trattativa in esclusiva tra Alitalia ed Air France-Klm. Il Tribunale Amministrativo ha quindi deciso di accogliere la richiesta avanzata da AirOne.


Nelle ragioni presenti nell’ordinanza a sostegno del verdetto, i giudici scrivono laconicamente

non sussistono i presupposti dell’accoglimento dell’istanza cautelare, sia per la carenza di elementi di irreparabilità del danno, sia per la mancanza di fumus boni iuris

Il Tar dovrà poi esprimersi sul merito del ricorso. Al momento, dopo la pronuncia di oggi, la tanto criticata e temuta trattativa in esclusiva con Air France-Klm non si ferma e procede il suo inesorabile cammino.


La compagnia di Carlo Toto aveva presentato ricorso lo scorso 30 gennaio. L’intenzione era di chiedere l’annullamento di questa trattativa, nata della decisione del caduto governo Prodi del 28 dicembre scorso. La trattativa con Air France-Klm riguarda la vendita di una quota non inferiore al 30,1% della compagnia di bandiera italiana.


AirOne non ha digerito l’esclusiva. Per Carlo Toto qui si tratta della vendita di un bene pubblico. Uno dei più grandi. Quindi non si può non scegliere tra un ventaglio di proposte. Inoltre Air One è stata esclusa dalla gara dopo la conclusione della prima fase della trattativa, ha chiesto – non ascoltata – di essere riammessa in lizza.


Quel tesoro di tesoretto Redux

sindacato
Sul tesoretto si avvelenano i sindacati. Un po’ evidentemente risentiti con Padoa Schioppa e compari. Sindacati e Bertinotti. Che per torna a sentire velleità di contrattazione collettiva.
Ad aprire le danze è il dimissionario Presidente della Camera. Non si possono opporre vincoli di bilancio a chi guadagna appena mille euro e fa fatica da arrivare alla fine del mese. Semplice considerazione di Fausto Bertinotti, che ha dato il via alle polemiche, in verità serrata e con scarso spiraglio si composizione, di ieri da parte delle forze sociali – i sindacati in prima linea – con l’a sua volta dimissionario Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
Il suddetto Ministro, solo ieri, aveva laconicamente avvisato un’Italia che, in fondo, ci sperava, che il tesoretto non esiste. Non c’è nessun pozzo dal quale attingere per provare a risanare qualcosa. Ma i sindacati non ci stanno.

Zanzare in una notte di mezza estate. Berlusconi: attriciopoli? Una tale assurdità…

Troise
Cinque attrici. Splendide attrici. Cinque figliole di belle speranze e di belle amicizie. Antonella Troise è una delle protagoniste di attriciopoli. Dei delitti e delle pene – presunti – dell’ex Premier si è già detto. Rinvio a giudizio per corruzione, giacchè avrebbe raccomandato alcune attrici al Presidente di Rai Fiction, Agostino Saccà, promettendogli in cambio appoggio per le sue attività future.
Una parte dell’inchiesta, poi, è stata trasferita da Napoli a Roma per competenza. Si tratta della sua costola politica, per cui Berlusconi avrebbe tentato di accaparrarsi il favore di alcuni senatori prima del voto della Finanziaria. Senatori indecisi se continuare o meno ad appoggiare il Governo Prodi. Dunque Silvio è impelagato nell’ennesima richiesta di rinvio a giudizio. E il nome del reato imputatogli è gravissimo: corruzione. La Procura di Napoli, in verità, ha attivato tutto l’umano scibile, e il risultato è stato quello di un’inchiesta brevissima.
Per tutta risposta, Berlusconi demanda al senatore e suo difensore, Niccolò Ghedini: È un’inchiesta inesistente, semplicemente ridicola. Interessatene tu, è una tale assurdità.

Chiesto il rinvio a giudizio per Berlusconi

Manna
Splendida donna, Evelina Manna. La Procura della Repubblica di Napoli ha richiesto il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi, nell’ambito dell’inchiesta sulle segnalazioni a favore delle attrici Russo, Manna, Ferranti e Troise fatte dal leader di Forza Italia al presidente di Rai Fiction, Agostino Saccà. Il reato contestato, dunque, è corruzione.
Per l’indagine, condotta dal Pubblico Ministero Vincenzo Piscitelli, si profila il reato di corruzione perchè Agostino Saccà avrebbe favorito le attrici in questione, in seguito alla segnalazione. Raccomandate per partecipare ad alcune fiction. Berlusconi avrebbe promesso, in cambio, un sostegno alle future attività private dello stesso Presidente di Rai Fiction.
Il fulcro delle indagini è costituito da intercettazioni telefoniche effettuate sulle utenze di Saccà. La richiesta di rinvio a giudizio è stata trasmessa al Giudice per le Indagini Preliminari, che, nei prossimi giorni, assegnerà il provvedimento.

Alitalia-Air France, luci della ribalta

Alitalia-Air France, luci della ribalta
Il Tesoro, venerdì scorso, ha dato il via libera. Comunicazione fatta pervenire al presidente di Alitalia, Maurizio Prato. E nelle prossime ore dovrebbe finalmente arrivare la tanto controversa firma con Air France-Klm della lettera con la quale le due compagnie di volo avvieranno una trattativa in esclusiva.
Da quel momento, passeranno un paio di mesi per la definizione dei dettagli e per giungere al coronamento del passaggio del controllo di Alitalia dal Tesoro. Il quale possiede ad oggi il 49,9% delle azioni. Il gruzzolo della discordia dovrebbe a quel punto passare finalmente al gruppo franco-olandese.

Il 2008 sarà l’anno della Pubblica Amministrazione in digitale

Pubblica Amministrazione

Passaggio al moderno, persino nella Pubblica Amministrazione. Carta, addio. O quasi. Basterà un semplice e soave movimento dell’indice destro sul mouse. Clic. E la pratica parte. Fantascienza? Sogno in risposta al peso dell’elefantiaca burocrazia? Dopotutto, nella conferenza stampa di fine anno il Premier Romano Prodi l’ha detto: Il 2008 sarà l’anno cruciale, quello in cui proiettiamo l’Italia nel futuro“.

Il FMI critica l’Italia, o forse no…

Che la situazione economica italiana non sia delle più chiare è un dato di fatto, visibile a tutti i cittadini che si interessano minimamente della “cosa pubblica”. Ma che addirittura il Fondo Monetario Internazionale (che chiameremo con la sua sigla FMI) vada in confusione a causa del nostro paese, è veramente incredibile.

Alcuni giorni fa, infatti, sono apparse su alcuni giornali delle dichiarazioni da parte del FMI che anticipavano il rapporto di fine anno, dove l’Italia veniva indicata come “poco coraggiosa” sul fronte della spesa pubblica. Con una doppia sfida per il 2008: il sostenimento dei salari e il risanamento dei conti pubblici.

A Nightmare before Christmas – Parte II

Epifani

Credeva di poter passare delle festività mediamente serene. Dopotutto, aveva persino ottenuto la fiducia sulla Finanziaria. E’ andato anche a Kabul, e si è commosso. “Grazie soldati, siete l’orgoglio d’Italia”. Su Alitalia infuriano le polemiche da più parti. Ma ha detto 15 gennaio, e se 15 gennaio non sarà, plausibilmente sarà dopo. Chissà che il panettone non plachi un po’ gli animi. Ma il Professore sa ormai da tempo che i canditi non attaccano con Guglielmo. Perchè Epifani, oltre ad essersi pronunciato sull’affaire Alitalia, ha mandato il suo messaggio alla nazione. Un sindacalista che parla di salari e di fisco.