Primarie USA: Obama il post-comunista

Se nel nostro bel paese le elezioni sono ufficialmente concluse ed hanno visto vincente il lato “basso” della politica italiana (basso proprio in altezza, e non so se ci capiamo), negli Stati Uniti la lotta è ancora accesa e per Obama sembrano aprirsi scenari che potrebbero compromettere sempre più la sua candidatura.

Quale potrebbe essere la peggior piaga per un candidato nel paese più potente del mondo è semplice: essere accusato di essere degli altri, di essere di quelli “contro”, insomma di essere un comunista. Poi soprattutto vedendo anche i risultati ottenuti in Italia dai seguaci di Marx in questo momento, spero per Obama che questo scenario si chiuda il più presto possibile.

Se poi queste parole escono dalla bocca del senatore Joe Libermann, che conosce Barack Obama da molto tempo, allora c’è veramente molto di cui preoccuparsi.

Berlusconi, le cosmicomiche. In diretta dall’estero

totti
Oggi sabato di silenzio elettorale. Perchè domani, domenica del Signore e di votazioni, la parola passerà al Popolo Sovrano. Impossibile dire con certezza cosa deciderà di farne, di questa preziosa parola. Paura, sussurri e grida serpeggiano.
Nel mentre, strascichi di vita di campagna elettorale che fu, continuano per sollazzarci in questo sabato italiano. Follie varie, come di consueto. Un esempio: il caso Pupone. Totti arriva fino a Londra. E’ dal Regno Unito che arrivano, oggi, in un giorno di silenzio necessario, le critiche. E la critiche dall’esterno arrivano in direzione Silvio Berlusconi. Critica pesante che arriva dalle pagine del Times.

Con la vittoria alla sua portata alle elezioni di domani, Berlusconi ha commesso un errore potenzialmente disastroso attaccando Francesco Totti durante il comizio al Colosseo

Primarie USA: Il destino di Randy Rhodes

E noi ci lamentiamo di Michele Santoro o di Daniele Luttazzi. O meglio non siamo noi a lamentarci, ma i politici, che li definiscono, forse con troppa smania, dei presentatori troppo di parte.

Andare in certi programmi per molti politici risulta, a loro modo di vedere, sfavorevole proprio perchè, se si tratta di essere “scomodi” agli occhi del presentatore, questo farà di tutto, dalle domande agli atteggiamenti, per far innervosire l’esponente politico di turno.

Fortuna di Randi Rhodes è quella di non abitare in Italia, ma nonostante questo per lei non è bastato. Cerchiamo di fare un po’ di cultura a stelle e strisce per comprendere chi sia Randi Rhodes e soprattutto per capire cosa mai abbia combinato per acquistare tanto spazio in una rubrica dedicata alle primarie.

Primarie USA: Mark Penn? Sei stato nominato

Uno per tutti e tutti per uno. Questo era il moto dei tre moschettieri (che poi erano quattro perchè tra loro vi era anche D’Artagnan). Sapevano anche loro quanto il gioco di squadra fosse indispensabile per la perfetta riuscita di ogni missione. Lottare insieme come un sol uomo per la riuscita del proprio obiettivo.

Questo sarà stato sicuramente anche il discorso che Hillary Clinton avrà fatto a tutto il suo entourage quando, parecchi mesi fa, decise di candidarsi in queste primarie come democratica.

L’esperienza che il marito Bill le avrà passato, a parole ovviamente, si sarà basata sul concetto più semplice, quel concetto che ognuno di noi prenderebbe a cuore per un obiettivo importante quanto la presidenza degli Stati Uniti, ovvero prendersi al fianco solo persone di cui ti fidi ciecamente.

Primarie USA: Hillary, la “Cantagallo” della sanità

A volte guardo gli Stati Uniti, e molto spesso li ritengo un paese migliore a priori. Tecnologia, modi di vivere, libertà della persona (anche se questo forse è un po’ un punto discutibile). Guardo l’Italia e mi dico, cavoli dovremmo imparare qualcosa da loro.

Eppure c’è un aspetto a stelle strisce che si è sempre rivelato insufficiente, non all’altezza, inferiore anche rispetto il nostro paese; ovvero la sanità.

Argomento ripreso tra l’altro nell’ultimo film di Michael Moore, Sicko (io l’ho visto, niente di eccezionale, specie se vogliamo andare a paragonarlo a “Bowling for Coloumbine” secondo me irraggiungibile nel campo), la sanità statunitense è sempre stata colpita dalla falce delle assicurazioni. Non esiste, infatti, una sanità pubblica. Chiunque necessiti di una assistenza medica, necessita anche di un assicurazione. Per chi non dovesse averla, le cure mediche sono a pagamento.

Primarie USA: Il pesce d’aprile di Hillary

Il giorno 1 del mese di aprile è sempre un po’speciale. In fondo chi di noi nella giornata di ieri non si è divertito a tartassare anche solo per un minuto un collega, un compagno di classe o di corso, un familiare con la fatidica domanda: “Ti ha cercato…”. E tutti i pescioloni a rispondere “Chi???”.

Anche il web, in una data importante come questa non poteva esimersi dal rito, così diverse testate giornalistiche e non, ne hanno approfittato per pubblicare news assolutamente esilaranti (quella dei pinguini che volano con annesso filmato è una chicca da cineteca) al fine di festeggiare anche loro, insieme ai rispettivi lettori, il pesce più famoso che ci sia.

Se nella campagna elettorale italiana il fatto è passato abbastanza in secondo piano, ci riteniamo troppo seri forse per questo genere di cose (o magari troppo ridicoli…), negli Stati Uniti d’America, paese avvezzo a queste ragazzate, la campagna elettorale è stata colpita dal “pesce”, in quello che negli USA chiamano Fools Day.

Primarie USA: La storia infinita

Alla fine sono dell’idea che ci mancheranno. Quando finalmente le primarie negli Stati Uniti saranno definitivamente un ricordo e lasceranno spazio, finalmente, alle presidenziali, ci mancherà questa sfida infinita tra i due candidati democratici.

Hillary e Barack (meglio conosciuto come Obama) sono alle strette finali. Mancano solamente 10 stati prima di arrivare alla soglia di 50, il numero di stati che costituiscono gli Stati Uniti d’America. A questo punto della battaglia il candidato coloured è in vantaggio sulla ex first lady di 150 delegati. Un vantaggio cospicuo, vista soprattutto il numero di primarie mancanti, che hanno spinto molti a suggerire ad Hillary di abbandonare definitivamente la corsa alla poltrona.

La risposta di Hillary, fiera e spavalda, non si è lasciata attendere:

Berlusconi – Velroni: questo duello tv s’ha da fare. O no?

berlusconi veltroni
L’Agcom ha bacchettato, e gli effetti sono pesanti. Anche, in qualche modo, paradossali.
Eppure, a questo punto, la curiosità è tanta. Il duello mediatico tra i due principali candidati premier, con buona pace degli altri, tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni fa parlare e dibattere ancora prima di cominciare. Anzi, nonostante sull’evento si stagli un enorme punto interrogativo.

Si sta creando una situazione ridicola e paradossale. Berlusconi finge disponibilità ad un confronto televisivo con Veltroni per poi dare mandato ai suoi collaboratori di affermare che il confronto è impossibile

Questa l’accusa odierna di Ermete Realacci, responsabile Comunicazione del Pd.

USA: Tempi duri per McCain

La vita per John McCain inizia farsi complicata. Se fino ad ora è stata una corsa completamente in discesa, la strada tra poco potrebbe iniziare a salire e non poco. Per chi non lo sapesse, o non lo ricordasse, John McCain è il candidato repubblicano alla Casa Bianca. Uscito vincente dalle primarie del suo schieramento, travolgendo e asfaltando la propria concorrenza, ora per McCain si prospetta una gara molto più difficile.

Adesso non si tratta più di battaglia all’interno dello schieramento, ma si tratta dell’ultima battaglia, quella decisiva, quella che vale un posto in “paradiso”. Vincere significherebbe aver vinto la guerra contro i democratici, in queste primarie che già li hanno sconvolti abbastanza.

Poveri democratici. Sono passati in pochi mesi dalle stelle alle stalle. In principio era tutta esaltazione, con due candidati inusuali, un candidato di colore Barack Obama e una donna, tra l’altro abituata agli ambienti della White House, Hillary Clinton. Due candidati che per la loro particolarità avevano rapito l’attenzione di tutti i media mondiali, nonostante fossero avversari in casa. Eppure in principio, forse per questo spirito comune democratico che li univa, la battaglia sembrava dovesse essere corretta.

[Candidati Politiche 2008]: Pier Ferdinando Casini

Quarto appuntamento per la rubrica che ci accompagna nella nostra scelta per le elezioni politiche di metà aprile. Questa settimana sarà il turno di Pier Ferdinando Casini.

Si ringraziano tutti coloro che hanno partecipato e che parteciperanno con i loro commenti alle schede dei diversi politici. Naturalmente vi invitiamo a continuare così.

Ora spazio all’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini.

Primarie Usa: Mississipi? Yes we did, disse Obama

obama hillary
Ormai parlare dell’ascesa di quest’uomo sta diventando quasi banale. Vince di nuovo, tanto, per cambiare, Barack Obama. Il senatore afroamericano delle meraviglie.
From the deepest south. Si chiama Mississippi lo stato dal nome evocativo ed immaginifico dove Barack Obama vince di nuovo. Perchè qui il voto degli afroamericani fa la differenza tra i democratici. Anche la tappa precedente delle primarie era stata un successo per Barack: in Wyoming, nel weekend. Ancora delegati per lui, dunque.
Siamo ai numeri: Obama ha raccolto il 61 per cento dei voti, mentre la sua rivale, alla faccia delle lacrime e della rimonta promessa, si porta a casa solo il 37 per cento di Hillary. In termini di delegati, bene tanto prezioso in Iu Es di questi tempi, in palio ce ne erano 33. Il che significa che Obama ha ulteriormente aumentato il suo distacco dalla povera Hillary. Nulla di incolmabile, sia chiaro.

Primarie USA: Mississipi? Yes, We Can

Le primarie Usa proseguono nel loro percorso che sta giungendo inesorabilmente al termine. E se da una parte, i repubblicani, abbiamo già un candidato ufficiale, quel John McCain che ha completamente distrutto tutti gli avversari attorno a lui, sul lato democratico la situazione di incertezza che già da mesi sta dominando, continua a sussistere.

La lotta democratica è veramente una battaglia all’ultimo voto. A una sessione di primarie sembra che Obama possa prendere il largo e costruirsi il distacco necessario per avere una minima certezza su Hillary, la quale da parte sua, alla sessione successiva, riesce a recuperare l’intero distacco accumulato, alimentando questo effetto “fisarmonica” che sta tenendo gli occhi di tutto il mondo incollati allo schermo.

Oltre agli screzi che sono nati tra i due candidati democratici, che hanno pubblicamente affermato l’impossibilità, a primarie concluse, di collaborare per un eventuale presidenza democratica, è la capacità di agire sulle folle che impressiona. Non posso capacitarmi del fatto che a una sessione uno dei due passi in vantaggio e alla successiva l’altro recuperi. E così sembra che i due inizino a ricorrere a dei “mezzucci” per poter portarsi a casa anche un singolo voto.

Primarie USA: Oggi è il Judgment Day

Il testa a testa tra i due democratici più famosi al mondo va avanti da mesi. Una rivalità prima partita in sordina con una stima silenziosa ma reciproca evolutasi poi in una lotta a 360 gradi, con affermazioni, critiche, denunce nei confronti dell’avversario. Hillary Clinton e Barack Obama si sono veramente attaccati su tutto, ma per fortuna (o sfortuna) loro oggi è finalmente arrivato il loro Judgment Day, il loro giorno del giudizio.

Oggi, 4 marzo 2008, si svolgeranno in Texas e Ohio le sessioni forse più attese delle primarie USA, con una lotta che nonostante tutto rimane molto serrata. Sono pochi i punti di scarto che dividono i due contendenti, seppur in entrambi gli stati sembra essere in vantaggio Obama con un 47 a 44 in Texas e un 47 a 45 in Ohio. Scarti minimi ovviamente che potrebbero essere benissimo invertiti a favore di Hillary.

Rimane il fatto che queste elezioni siano effettivamente il giorno del giudizio. Perchè molto probabilmente da questa giornata di primarie uscirà il nome del prossimo candidato alla Casa Bianca di parte democratica. Per i repubblicani, giusto per tenere fresca la memoria, John McCain rimane in super vantaggio rispetto ad Huckabee e al “nuovo” candidato Ron Paul. Anche in Texas e in Ohio John McCain gode di un vantaggio non indifferente che lo porterà certamente a conquistare la poltrona repubblicana alle prossime elezioni.

USA: La spintarella di Romney

Parlare di elezioni USA e non discutere di Democratici mi farà divenire impopolare tant’è che infatti tutti i lettori che si aspettano anche solo una parola su Obama e Clinton farebbero meglio non leggere oltre. Oggi si parla di Repubblicani, argomento che di sicuro mi farà divenire impopolare, ma che mi sembra giusto trattare visto il solito silenzio che viene buttato su questi candidati da parte dei media internazionali.

Per una volta non è così. Anche perchè sembra che la corsa verso l’elezione di novembre alla casa Bianca abbia preso una piega a senso unico. Direzione intrapresa grazie all’intervento di Mitt Romney, anche egli candidato alla presidenza.

Vediamo di fare un po d’ordine, un ripasso della situazione ci sta visto che non siamo abituati a parlare di loro. Se dalla parte democratica la lotta è voto a voto, dalla parte repubblicana la partita sembra già vinta, con John McCain ampiamente in vantaggio con oltre 800 delegati seguito da Mike Huckabee con 217.