Pd, Franceschini: “Veltroni, che dolore”

Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, mostra tutta la delusione (politica ma anche personale, visto che assieme hanno condiviso un progetto partitico e una fase, quella dei primi passi del Partito democratico, delicata) accumulata dopo aver assistito alla presa di posizione di Walter Veltroni che ha di fatto invocato una sterzata da parte dei vertici democratici.

Intervenuto in video chat su Repubblica tv, l’ex Segretario dichiara: “E’ stata una vicenda dolorosa sia dal punto di vista politico che da quello personale. Non c’era bisogno di questa cosa adesso, non nego il dibattito perché non siamo un partito identitario, ma se è vero che c’è l’emergenza democratica non è questo il momento di dividersi. Io lavoro per rafforzare Bersani“.

L’obiezione che gli si potrebbe muovere è che in realtà Veltroni non ha alcuna intenzione di dividere e rompere, ma anche di fronte a tale osservazione, Franceschini sa come replicare: “Nel momento in cui raccoglie le firme, si contano quelle più del contenuto del documento  e non basta dire che non si vuol fare una corrente, tutte le correnti sono nate così: fa specie che, nonostante alla Camera sia seduto di fianco a Veltroni, io abbia saputo del documento attraverso la televisione“.

Non perde tempo, Franceschini, nel richiamare all’obiettivo principale: quello di porre fine all’era di Silvio Berlusconi: “Poche discussioni, serve un fronte comune delle opposzioni. Bisogna fare come con la Resistenza: prima si libera il Paese e poi si discute. Anche perché siamo al massimo dei rischi per la democrazia“.

Neppure il tentativo di accomunare le due crisi – quella del centro destra a quella del centro sinistra – ha particolare successo perchè Franceschini evidenzia palesi differenze tra un polo e l’altro: “Non sono paragonabili. Quella della destra è strutturale, è esploso un modello. Da noi, invece, c’è una discussione non una crisi di modello“.

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