Amnesty International: l’Italia s’è desta. Razzista

Già non era dignitoso essere su basse performance nelle classifiche delle principali organizzazioni internazionali in difesa della libertà di espressione e stampa. Ora sbuca fuori anche il razzismo.
Paolo Pobbiati, Presidente Amnesty International:

Ogni anno facciamo questo rapporto. Il 2008 è anno particolare: cade il 60esimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo e del Cittadino. L’idea, allora, era quella di buttarsi alle spalle tutta una seria di orrori. In 60 anni sono stati fatti dei progressi: per noi, altamente insufficienti. Chiamiamo in causa soprattutto i Governi, la Comunità internazionale, gli Stati. I paesi più potenti a livello internazionale. Fanno scuola. Stati Uniti, Unione Europea, Cina, Russa. Stati Uniti: Guantanamo, la tortura che loro non chiamano tortura, le deportazioni. C’è un’erosione del sistema dei diritti umani. La tortura: gli Stati Uniti la definiscono in maniera diversa. E questo abbassa gli standard in tutto il mondo.

Un corposo capitolo del suddetto rapporto Amnesty, il rapporto annuale sui Diritti umani, parla… dell’Italia.

I rifiuti bruciano…da soli

Nel napoletano abbiamo visto per settimane i manifestanti che per protestare contro l’una o l’altra discarica da preparare od aprire di pronta risposta iniziavano a bruciare i rifiuti della zona.
Con l’avvento di Bertolaso nella regione partenopea, la popolazione sembra aver acquistato quella fiducia necessaria ad andare avanti, fondamentale in una situazione come quella che vivono.
Eppure nonostante questo i rifiuti continuano a bruciare. La motivazione è semplice l’ondata di caldo che si sta per abbattere al Sud inizierà a flagellare quelle regioni per tutta la stagione estiva.
Ed ecco per Napoli giungere dopo la piaga rifiuti, la “nuova piaga”: il caldo! Un problema che purtroppo per i napoletani non si potrà risolvere con la costruzione di qualche discarica.

Scott McClellan: Nome in codice “Gola Profonda”

Non iniziamo con i doppi sensi a sfondo sessuale, non stiamo parlando di una nuova Monica Lewinski e per fortuna aggiungerei. McClellan sta diventando uno degli uomini più famosi negli Stati Uniti negli ultimi giorni.
La sua importanza è cresciuta esponenzialmente soprattutto nelle ultime settimane, seppure già in precedenza McClellan fosse famoso in quanto segretario della sala stampa della Casa Bianca.
E come si sa chi lavora in certi luoghi da raccontarne ne ha sempre parecchie. Ma soprattutto ne ha raccontarne di tutti i tipi.

28 maggio 1974, la strage di piazza della Loggia

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Il problema dei tempi lunghi della giustizia italiana è un argomento delicato che merita un attento approfondimento, sulla scorta di dati, cifre e opinioni degli esperti del settore ma esistono certamente alcuni casi al limite dell’inverosimile, che si trascinano da decenni alla disperata ricerca di una sentenza che non arriva mai e che spesso risultano quantomeno oscuri.
Dopo i primi anni di tritacarne mediatico questi avvenimenti vedono esaurire rapidamente il crisma del fatto di cronaca e, per via delle zone d’ombra sopra citate, assurgono a ruolo di misteri d’Italia. Ventiquattro anni fa, oggi, la strage di piazza delle Loggia. Una bomba nascosta in un cestino porta rifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro il terrorismo indetta dai sindacati e dal Comitato antifascista.
Novanta persone restano ferite a causa dell’esplosione. Giulietta Banzi Bazoli, Clementina Calzari Trebeschi, Livia Bottardi Milani, Euplo Natali, Luigi Pinto, Bartolomeo Talenti, Alberto Trebeschi e Vittorio Zambarda non ce la fanno e perdono la vita investiti dalla deflagrazione della bomba. E’ dunque di otto vittime il bilancio al termine della giornata organizzata in città per manifestare in modo pacifico e unitario contro il terrorismo.
Erano gli anni della strategia della tensione e la matrice politica di estrema destra appare tuttora impressa a fuoco su quel 28 maggio 1974. I responsabili dell’eccidio di piazza della Loggia non sono stati ad oggi identificati. E dire che di processi ce ne sono stati già ben due.

Roma, 30 anni dopo

Nuove tensioni politiche in quel di Roma. Il Pigneto è già quasi storia. Mentre stamane Roma è ripiombata in racconti e parole di tanti anni fa.
Scontri in via Cesare De Lollis, davanti all’Università La Sapienza. Scontri? Dati da, ebbene sì, così si è detto e così sono convinti gli stessi protagonisti, tensioni politiche.

Stavamo attaccando i nostri manifesti dopo che per tutta la notte Forza Nuova ha attacco i suoi davanti all’università, e all’improvviso sono arrivati i fascisti. Un nostro compagno è stato accoltellato e altri si sono ritrovati con la testa spaccata

Questa la versione dei Collettivi di sinistra. La rissa, durata una decina di minuti, ha coinvolto una ventina di militanti antifascisti e un gruppo di ragazzi di estrema destra.

Il ponte sullo stretto di Messina

Viva il futurismo. Era il tempo delle Elezioni 2008, e la noia e la barba ci colsero.
Il Ponte sullo Stretto. Report non dimentica, e nei giorni scorsi, nella rubrica Com’è andata a finire?, è ritornato su una faccenda già affrontata nel 2002.

Si fa e si disfa dal 1971

L’aggiornamento dellee cronache è il seguente: la prima pietra a metà del 2010, con l’obiettivo ambizioso di inaugurare il ponte sullo Stretto di Messina a inizio 2016. Perchè il Berlusconi IV vuole mantenere la promessa fatta in campagna elettorale. Per un progetto da 6 miliardi di euro.

Briciole all’italiana, come al solito.

Per l’emergenza rifiuti partono le manette

La gente a Napoli inizia a comprendere gli sforzi governativi per risolvere la situazione nella regione partenopea così dopo la comprensione della popolazione ecco arrivare anche i primi arresti illustri.
Diversi gli avvisi di garanzia partiti tra questi uno con destinatario il prefetto di Napoli Alessandro Pansa.
Tra gli altri personaggi di spicco è giunta anche un’ordinanza di arresto anche per Marta De Gennaro, ex vice di Bertolaso e responsabile del settore sanitario del Dipartimento della Protezione Civile.
D’altronde per fare una perfetta pulizia del territorio prima di tutto è giusto farla tra chi vuole mangiarci sopra.

Il Tibet rimane senza “luce”

E chi se la scorda questa edizione dei giochi olimpici? Sicuramente in pochi visto che per la prima volta da quando avviene questa competizione, abbiamo voglia che i giochi olimpici finiscano prima ancora di iniziare.

Di edizioni travagliate ve ne sono state parecchie, la storia ce le ricorda con le immagini in bianco e nero, in quella Germania che fu scenario di uno degli eventi più tristi dei “cinque cerchi”.

Di certo quello che sta attorno a Pechino 2008 non è paragonabile a quell’evento anche se la politicizzazione data ad un evento che dovrebbe essere solo sportivo forse dovrebbe far riflettere; specie per non giungere ad un epilogo come quello di Monaco.

Il Pigneto? Famoso in tutto il mondo

In piazza per condannare la violenza. In piazza, vicini ai cittadini immigrati del quartiere. Sabato scorso il mondo si è accorto dell’esitenza dall’improbabile appeal per la stampa internazionale. Questo, naturalmente, in normali condizioni.
Sabato scorso un raid in piena regola ha sconvolto questo quartiere, a due passi dalla stazione Termini. Un quartiere che, negli ultimi tempi, è entrato in una fase di riabilitazione in senso cool e trendy. Il quartiere che, in teermini di vita notturna, arriva ormai a sostituire il tradizionale, studentesco e di salsa sinistroide San Lorenzo. Un quartiere ancora a metà strada, con zone di luce ed ombra in simbiotica vicinanza.
Il Pigneto, isomma, periferia ovest di Roma. Un gruppo di italiani incappucciati ha devastato, sabato scorso, a colpi di mazze e spranghe, alcuni negozi di cittadini del Bangladesh, colpendo anche un immigrato. Culmine di una successione di eventi che lasciano senza parole. Oggi, la protesta.

I rifiuti? Ci pensa la Cei

L’agenda politica e quella della Cei, da sempre, da troppo, ormai coincidono drammaticamente. Immigrazione, rifiuti, bullismo, stipendi, pensioni e famiglia. Non ne hanno dimenticato uno, di hot topic.
Un viaggio approfondito nella società italiana: questo è il viaggio che il cardinale Angelo Bagnasco ha pronunciato alla 58esima assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana. Bagnasco si è rivolto nuovamente, direttamente, al Governo dello Stato Italiano. Rispetto alla volta precedente, il colore dell’esecutivo è cambiato. Non importa.
Un appello diretto a non perdere tempo e a risolvere le beghe tutte italiane.

Obama, Cuba e il governo ombra

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Obama chiama, Cuba risponde. Ma la risposta alle dichiarazioni del quasi primo candidato democratico afroamericano alla Casa Bianca non è del comandante en jefe Raul Castro. Ma della sua ombra. Ancora una volta torna a parlare Fidel, con nuove “Riflessioni del compagno Fidel”. All’apparenza un prezioso apporto di esperienza alla dialettica Cuba-Usa, in realtà un monito al prossimo inquilino della Casa Bianca. Un avviso ai naviganti, diciamo così, per informarli che Cuba non ha abiurato, Cuba non è in vendita.
Pochi giorni fa, il 23 maggio, Barack Obama faceva visita alla comunità cubana di Miami e si pronunciava sui futuri rapporti con i cosiddetti nemici. L’argomento era saltato fuori solo tre giorni prima, quando a far visita a Miami era stato il senatore John McCain, candidato repubblicano per il dopo Bush. Parlando a una folla di cubani-americani, in occasione del Cuban Independence Day, McCain ha ribadito accuse che ha lanciato negli ultimi giorni piu’ volte contro Obama e che la scorsa settimana sono state amplificate anche dal presidente George W.Bush in un discorso in Israele. Il senatore Obama si sarebbe mostrato troppo tenero nelle dichiarazioni fatte in questi mesi su Cuba in particolare.

Chi ha paura di Beppe Grillo parte II

Signor Presidente della Repubblica Italiana,
permettetemi, grato, per la benevola accoglienza che un giorno avete fatto, di inviarmi la vostra approvazione per mia la raccolta di testimonianze sul precariato, di dirvi che la Vostra stella, se felice fino ad ora, è minacciata dalla più offensiva ed inqualificabile delle macchie. Ma quale macchia di fango sul Vostro nome, stavo per dire sulla Repubblica che rappresentate, soltanto quell’abominevole affare della Campania!

Comincia così la libera interpretazione del j’accuse di Emile Zola in chiave moderna e grillante. Tutta italiana.

Primarie USA: Le iettature a stelle e strisce

Bisogna capirla povera Hillary. Con tutto quello che sta passando d’altronde la tensione che correrà nelle sue vene deve essere assolutamente alle stelle. Però sinceramente mai avrei pensato che si sarebbe addirittura messa a lanciare maledizioni al suo rivale.

Un rivale, tra l’altro, che prima di tutto dovrebbe essere un collega, un amico, un compagno ed un alleato. E che invece sembra che voglia considerare in tutt’altro modo.

Perchè Obama ormai da mesi afferma di vincere le primarie alla prossima sessione, ma ogni volta si ritrova a comprendere che quell’osso duro di Hillary non molla e la bionda candidata, di pronta risposta, usa ogni mezzo per contrastarlo.