Processo breve, c’è l’approvazione del Senato

senatoIl Senato approva il ddl sul processo breve con 163 sì, 130 no e 2 astenuti. Pdl e Lega Nord hanno votato a favore, Pd, Idv e Udc contro. Il senatore del Pdl, Enrico Musso e il senatore del Pd, Alberto Maritati, in dissenso con il proprio gruppo di appartenenza non hanno votato, volendo “marcare anche fisicamente la distanza da questo ddl“.

Il provvedimento, che ora passa alla Camera, è stato approvato in prima lettura fra i reclami dell’opposizione, che ha puntato il dito contro l’eccessiva ristrezza della discussione in Aula. La maggioranza, invece, ha accolto con favore il passaggio del testo, il cui approdo a Palazzo Madama è di martedì scorso. Il dibattito, quindi, è durato una settimana.

Il mantra del Pd contro il processo breve

pd processo breve

Il Pd dice no in aula al processo breve. Lo fa con un vero e proprio mantra. Una nota uguale che tutti i parlamentari democratici hanno letto ieri al loro turno di parola. Eccolo:

La maggioranza si accinge ad un ulteriore, devastante passaggio del suo cinico progetto di disarticolazione della giustizia italiana. Al dispiegarsi di questo cinico progetto assiste un pubblico esterrefatto e sgomento di avvocati, di personale giudiziario, di magistrati, di professionisti della sicurezza e, soprattutto, di cittadini.

Mentre questa maggioranza – tristemente ridotta al rango di mera esecutrice di ordini – parla di dialogo, rifiuta con cocciuta e inquietante determinazione ogni ipotesi di miglioramento del testo in discussione, rendendo drammaticamente trasparenti le vere ragioni del suo procedere.

Vi è uno scenario che si intravede, alla fine di questo percorso. Questo scenario è, nè più nè meno, che lo scempio della giustizia italiana. Lasciatemelo ripetere: lo scempio della giustizia italiana. Di questo scempio vi assumete davanti al Paese tutta la responsabilità, politica e morale.

Un memento, insomma. Si va ora alle votazioni e verso l’approvazione in serata.

Haiti, caos inevitabile

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Haiti nel caos. L’isola, dopo il disastroso terremoto di una settimana fa, fa i conti oggi con le violenze, il pericolo (estremamente concreto) di epidemie. Cadaveri da seppellire, mentre è presumibilmente ormai troppo tardi per salvare altre persone. Gli occhi di tutto il mondo sono puntati su Port-au-Prince, la capitale di questo che è, oggi più di ieri, tra i paesi più poveri del mondo. Gli occhi, e le telecamere di tutto il mondo non stanno – al di là di alcune incursioni – al di là dei confini (pure molto pericolosi) di quella capitale.

Ed ecco che si immagina, si sa, si scrive, ma poco si può fare, per le tragedie del resto del paese. Cento bambini sepolti sotto una scuola, a pochi passi dall’epicentro del terremoto. Un’immagine agghiacciante, un’immagine che dalla nostra lontananza occidentale comoda e accomodata, O storie di miseria, morte e speriamo ancora vita ordinarie in questi giorni di straordinario orrore.

“No-Craxi-Day”, Di Pietro: “Era un delinquente latitante”. Capezzone: “Era un gigante, Di Pietro gnomo”

Craxi“Caro Bettino, grazie di cuore per quello che hai fatto. Spero di avere il modo di contraccambiarti”. È l’inizio di una lettera che Silvio Berlusconi scrisse a Craxi all’indomani del decreto salva-Berlusconi, distribuita dai partecipanti del sit-in indetto per il “No Craxi Day” davanti a Palazzo Madama, mentre nella biblioteca del Senato si stava commemorando il decennale della morte di Bettino Craxi. Tra i manifestanti, rinominati il “popolo in viola” per il colore dei vestiti indossati per l’occasione, sono spiccate le bandiere dell’Italia dei Valori e di alcuni movimenti comunisti. I protestanti hanno anche distribuito un volantino con una doppia faccia;  metà Berlusconi e metà Craxi, con la scritta “Berluscraxi” e hanno urlato: “Siamo contro la riabilitazione della figura di una persona morta in latitanza, così come non vogliamo che assieme alla sua figura politica venga riabilitata anche quella di Berlusconi”.

Riguardo l’ipotesi di intitolare una strada a Craxi, il popolo viola commenta: “Ci sono tanti altri personaggi cui si potrebbe intitolare”. Ieri il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera alla vedova Craxi. Interrogato sull’argomento il leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha detto: “In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e più distorta“. “Per questo – ha continuato Di Pietro – questa mattina siamo andati a portare dei fiori sulla tomba del padre di Sonia Alfano, ucciso per far arrestare i delinquenti mentre qui osanniamo un delinquente latitante“. L’ex magistrato ha risposto così a chi gli chiedeva se nei confronti di Craxi ci sia stato un atteggiamento senza eguali: “Certo, nel senso che ci fu un atteggiamento senza eguali da parte del crimine che ha commesso e che ha lasciato commettere, e che nella prima Repubblica molte persone commettevano. La colpa non è dei magistrati che hanno fatto il loro dovere, ma di coloro che senza eguali hanno commesso dei crimini senza fine“.

 A rispondere a Di Pietro ci ha pensato il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone: “Se non parlassimo di Di Pietro e dei suoi militi, ma di altri, potremmo definire empi i loro insulti e il loro odio contro un leader scomparso e contro una persona che non c’è più. Ma non è il caso di scomodare l’empietà per Di Pietro. È sufficiente dire che Craxi fu un gigante, e così sarà ricordato, mentre Di Pietro è e resta uno gnomo“.

Il ministro per l’Attuazione del Programma di Governo, Gianfranco Rotondi, in una nota ha smorzato i toni: “Le parole di Di Pietro e le monetine davanti all’Hotel Raphael contro un uomo morto sono la negazione della carità cristiana” .

Agca: “Emanuela Orlandi è viva”

Emanuela Orlandi“Emanuela Orlandi è viva, sul suo caso l’Italia non deve credere alle menzogne della Banda della Magliana“. Lo dice in un’intervista a La Repubblica Mehmet Ali Agca, il “lupo grigio” turco che nell’81 attentò alla vita di papa Wojtyla. Scarcerato ieri, Agca dice di “sapere tutto” sulla rapimento della Orlandi, ma al momento non può svelare i nomi di chi c’è dietro la vicenda: “Posso rivelare che Emanuela è stata rapita da un’organizzazione potente, soltanto per ottenere la mia liberazione e non esiste nessun altro motivo“. “Viene trattata umanamente fin dal giorno del rapimento – continua Agca – e subisce limitazioni del contatto esterno”. L’ex terrorista si augura di portare la giovane in Vaticano entro quest’anno.

 

 

Emanuele Filiberto a Sanremo: ecco il testo della canzone

Emanuele Filiberto Savoia

Ancora rimane il dubbio che sia uno scherzo. Un falso che sta girando in Rete. Certo, c’è Vittorio Zucconi che è indignato. Parla di “orrore”. A dare la notizia, e a confermarla, è Macchianera. Che arriva prima di Tv Sorrisi e Canzoni nell’anticipare un testo – vedrete, di quelli che faranno più parlare – di una canzone inedita del prossimo Sanremo. Già, perchè il Festival comincerà, certo e ineluttabile come solo lui sa essere, il prossimo 16 febbraio.

Ecco il testo, anticipato da Macchianera, del brano che Emanuele Filiberto Di Savoia, Pupo e il tenore Luca Canonici canteranno sul palco dell’Ariston. Il testo, dopo il salto, è made in principe (nel senso di: scritto da Emanuele Filiberto). Commentate, se credete.

Brigate rosse, due arresti a Milano

brigate_rosseIl personale dell’Antiterrorismo delle Digos di Roma e Milano hanno arrestato due persone, accusate di appartenere alle Brigate rosse. I presunti brigatisti sono stati catturati questa mattina nel capoluogo lombardo. L’Antiterrorismo ha eseguito un provvedimento cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Roma, Dr. Caivano, su richiesta del Pool Antiterrorismo della Procura della Repubblica di Roma diretto dal Procuratore Aggiunto, Pietro Saviotti. Ai due viene mossa l’accusa di associazione terroristico-eversiva, costituita in banda armata, denominata “per il comunismo Brigate Rosse”. Altri appartenenti a questo gruppo terroristico erano stati arrestati dalla Digos di Roma nella scorsa estate.

V.C., uno degli uomini arrestati, è stato trovato in possesso di materiale informatico che delinea i criteri e le modalità di criptazione dei documenti per finalità eversive. Nel documento sono scritte le indicazioni per usare al meglio il pc “una specie di codice di condotta che consigliamo ai militanti rivoluzionari”, evitando i controlli della agenti di pubblica sicurezza per non farsi “tracciare” in rete.

Bonino-Polverini: il duopolio che piace

bonino-polverini

Nel Lazio, si sa, la partita è tra due donne. Il fatto che, in una lotta politica tutta italiana, si usino finalmente le unghie per una volta, non è male. Ha ragione Emma, e senza il rischio di sembrare veterofemminista:

Che siano due donne le candidate alla presidenza di una Regione è un fatto anomalo per un Paese come il nostro dove si ha una concezione patetica del ruolo e funzione della donna

Ci sono tanti di quei delusi da una parte e dall’altra. E’ vero, almeno in parte, quello che dice il Vittorio (Sgarbi) nazionale oggi. E’ ancora presto per dire che sono candidate sbagliate, però. Ed è certo che, più che essere la Bonino e la Polverini delle candidate senza partito, è piuttosto schiacciante e vero il contrario. Ovvero: i (non) partiti non sono più in grado di esprimere proposte identitarie. E ognuna di loro ha un’identità forte a prescindere.

Mills, Berlusconi verrà processato

2009 berlusconi41Berlusconi verrà processato per il “caso Mills”. I giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano, infatti, hanno dichiarato aperto il dibattimento del processo al presidente del Consiglio, accusato di aver corrotto l’avvocato David Mills. I giudici respingono, così,  la richiesta della difesa di non utilizzare gli atti formatisi durante il processo, in cui il legale inglese è stato condannato, e data il capo d’imputazione nel 2000.

Rosarno, e il video de l’Espresso

Rosarno

Siamo tutti chiusi in una dimensione murata. Ognuno risponde per sè, per il proprio “partito”, non necessariamente politico, ma piuttosto mentale. Cota continua a ripetere: gli irregolari vanno, i regolari restano. Anche quando gli si fa notare che quegli immigrati erano regolari, e che irregolare era il loro utilizzo, e il modo in cui venivano pagati e impegnati. Non riesce a rispondere direttamente a questo quesito. Risponde con u’altra risposta.

Ma la stessa cosa fa la Mussolini, che, di fronte alle miserie di quella gente, quella “colorata”, ricorda: anche gli italiani stanno male. Parliamo degli italiani. Nessuno stava dimenticando gli italiani. Non era il momento. E le mani rovinate di un uomo che parla solo francese e inglese, e non una parola di italiano, e che da cinque giorni mangia solo arance. La mattina, arance. A pranzo arance. A cena arance. Solo arance. E rimane lì, perchè lì lo chiamano a lavorare per 25 euro al giorno.

Annozero, stasera i fatti di Rosarno

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Nei titoli ci mettono sempre una certa, magari efficace, fantasia. La puntata di stasera,  giovedì 14 gennaio 2010, di Annozero si chiama infatti La spremuta. La puntata del programma di Michele Santoro analizzerà, naturalmente, i fatti di Rosarno, cercando di capire come sono andate le cose. In studio Roberto Cota della Lega Nord, Alessandra Mussolini del PdL, Gad Lerner e l’inviato de L’Espresso Fabrizio Gatti.

La rivolta degli immigrati, gli scontri con i residenti e l’allontanamento degli extracomunitari che erano impiegati nella raccolta delle arance sono solo la punta dell’iceberg. La situazione della piana di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria, è ben più complessa: al suo interno si mescolano lo sfruttamento dei lavoratori immigrati, la rabbia degli cittadini residenti e il potere della ’ndrangheta che ha avuto un ruolo importante sia negli scontri che nella stessa gestione del lavoro nero.

Italia dei valori: “Berlusconi destabilizza le istituzioni”

italia_dei_valoriContinua la polemica a distanza fra Silvio Berlusconi e l’Italia dei valori. Il portavoce del partito di Di Pietro, Leoluca Orlando si scaglia contro il presidente del Consiglio:

Le continue aggressioni di Berlusconi ai magistrati sono un atto di terrorismo istituzionale. Mai c’era stata, nella storia della Repubblica un’aggressione così forte ad uno dei poteri dello Stato. La guerra personale di Berlusconi contro i giudici è molto pericolosa per il Paese e per tutti i cittadini. L’apertura di un fascicolo da parte del Csm è del tutto legittima ed è la più chiara dimostrazione della volontà del premier di destabilizzare le istituzioni.

 

Rosarno, gruppo Facebook a Napolitano: “Fermi razzismo”

facebookRosarno e Facebbok. Ancora una volta il social network è teatro di una discussione politica. Dopo le aggressioni a Berlusconi e al Papa, su Facebook si parla anche dei fatti di Rosarno, che hanno suscitato polemiche oltre i confini nazionali. Un gruppo che si chiama “Non sono bianco, non sono nero, voglio essere a colori” sollecita il presidente della Repubblica, Giorgia Napolitano, a intervenire sul questione del razzismo in Italia in modo:

Chiaro, nelle vesti di garante della Carta Costituzionale, inteso a far valere quei principi, a richiamare il Governo di questo Paese all’osservanza di quei principi, a sanzionare senza esitazione quelle formazioni partitiche che si sono distinte per atteggiamenti e propositi xenofobi e razzisti. Il nostro paese oggi non è quello immaginato, né dagli Italiani del Risorgimento, né dai Partigiani della Resistenza, specialmente quando esso si macchia di gravissime colpe come quella di essere diventato terra di discriminazioni razziali.