Le infrazioni europee da parte dell’Italia sono in calo

Openpolis fa presente che se anche è aumentato il numero di reclami, le infrazioni europee del nostro paese sono in calo. L’attenzione nei riguardi delle istituzioni sovranazionali è giustificata dal Brexit che ha destabilizzato un po’ l’Unione Europea. 

L’ambiente e i trasporti sono gli argomenti principali dei reclami e delle infrazioni dell’Italia rispetto alla normativa europea. Scrive così Openpolis per introdurre l’argomento:

Le procedure aperte nei confronti del nostro paese sono diminuite negli anni, ad oggi i casi pendenti sono 82. Ma rimane alto il numero dei possibili contenziosi, i cosiddetti Eu pilot: solo nel 2014 erano 128, il 10% del totale Ue-28. Ambiente e trasporti sono i settori più coinvolti.

Il 18,29% di queste infrazioni è in materia ambientale, mentre un 9,75% riguarda affari interni. Nei primi 6 mesi del 2016, le infrazioni aperte sono state quattordici, tutte ancora nella fase della messa in mora, e tutte tranne due per mancato recepimento di direttive Ue. Il dato che però merita attenzione è il numero di casi Eu Pilot, un sistema introdotto nel 2008per limitare le infrazioni aperte. Lo strumento anticipa di fatto la messa in mora, richiedendo un chiarimento da parte di uno Stato membro in seguito a una segnalazione (da parte di cittadini, imprese eccetera) su una possibile infrazione. Questi ultimi devono fornire in tempi stretti spiegazioni o soluzioni (10 settimane), compresa un’azione correttiva per porre rimedio a violazioni del diritto dell’Ue. In caso di esito negativo, inizia formalmente il processo di infrazione.

Resta da capire la questione dei reclami che sembrano in aumento nei confronti dell’Italia. Se erano soltanto 107 nel 2012, alla fine del 2015 sono saliti fino a 139, in pratica un decimo circa dei reclami Eu Pilot totali relativi e a tutti i paesi dell’UE (1348 casi aperti in totale).