Fini e il nuovo partito

Ho intervistato in questi giorni Enzo Palmesano per un’intervista che verrà trasmessa a breve su Current Tv. Abbiamo chiaccherato a lungo della situazione politica in scena in Italia in questo agosto 2010 così strano. Lui ci ha raccontato del suo libro uscito ad aprile (Gianfranco Fini – Sfida a Berlusconi di Aliberti), cominciato a scrivere in tempi non sospetti: la rottura era certo nell’aria, e il percorso che ha poi portato al 22 aprile 2010, con il botta e risposta mediatico di Fini e Berlusconi (il leggendario “Che fai, mi cacci?), ma il libro aveva intravisto il Tullianismo e il percorso politico finiano già prima che si concretizzasse in questi scenari di oggi.

Oggi Enzo ipotizza e analizza: «Se davvero Gianfranco Fini lanciasse il suo nuovo partito anti-berlusconiano dalla festa di Mirabello, prevista a settembre, correrebbe il rischio di evocare l’investitura di Giorgio Almirante che appunto a Mirabello indicò l’attuale presidente della Camera come proprio delfino per la poltrona di segretario del MSI-DN e quindi di leader del continuismo neofascista. Si tratterebbe di un passaggio delicato che, sul piano simbolico, potrebbe far sospettare un ritorno all’almirantismo, che è stato la declinazione del fascismo nella mutata stagione della Repubblica nata dopo la seconda guerra mondiale». Fabio Granata ha lanciato ufficialmente la nascita di una nuova forza politica intorno a Gianfranco Fini.

Un ragionamento, quello del giornalista, che prosegue così:

«Qualora tale richiamo simbolico si concretizzasse, come sembra di dover capire dalle dichiarazioni di qualche esponente finiano, sarebbe l’indizio di una difficoltà politica gravissima e di una incapacità definitiva ad uscire dal tunnel del neofascismo, processo peraltro mai seriamente affrontato dal partito erede della Repubblica Sociale di Salò e dell’almirantismo nostalgico, dal MSI ad Alleanza nazionale. Come è noto, peraltro, Fini non volle mai abolire la Fiamma fascista dal simbolo del partito».

E voi, che ne pensate?

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