Ballarò, il dopo-voto e il referendum

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Non siamo nè di destra nè di sinistra, stiamo dalla parte delle gente del nord. Questo è il sunto della vittoria della Lega alle elezioni del 6 e 7 giugno. E’ quello che dice Federico Bricolo a Ballarò. Per Guglielmo Epifani il governo ha retto, ma sono giochi di apparenze. Dopo una campagna elettorale inesistente, almeno per quanto riguarda le politiche europee. Applauso.

E la Michela Brambilla? C’è anche lei oggi. E ci tiene a sottolineare che il veleno della campagna elettorale è esclusivamente colpa di questa sinistra. (quale?) Il nostro governo è stato premiato – sentenzia comunque, aggiungendo che in tutta Europa la sinistra è stata spazzata via.

Deve aver fatto un corso di dizione, il neoministro. Comunque guarda la Debora Serracchiani del Pd e le dà una virtuale pacca sulla spalla. Lei mi è pure simpatica…

Parla Stefano Rodotà – che è stato garante della privacy ed è costituzionalista. Cita il moralismo, la Brambilla sbrocca, Rodotà le dice in sostanza che la ministra non rispetta i suoi interlocutori. 

Berlusconi è più forte o più debole? Questa è una delle domande della puntata di oggi. Il PD ha perso o ha limitato i danni? Cosa significa il successo di IdV e Lega? Come è cambiata l’Italia del dopo-voto e cosa accadrà con il referendum? Sono i temi che affronta Ballarò nella puntata che conclude la settima stagione del programma condotto da Giovanni Floris.

Gli ospiti della puntata sono: Guglielmo Epifani, Debora Serracchiani del PD, Federico Bricolo della Lega Nord, Mario Segni e Nando Pagnoncelli, presidente IPSOS.

In apertura la copertina satirica di Maurizio Crozza.

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