Europee 2009, istruzioni per l’uso

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E’ tutto ormai pronto per questa tornata elettorale europea 2009. Tanto attesa quanto accesa.
Si vota domani, sabato 6 e domenica 7 giugno. Le operazioni voto cominceranno sabato 6 giugno alle ore 15.00 (i seggi chiuderanno alle ore 22.00) e proseguiranno domenica 7 giugno dalle ore 7.00 alle ore 22.00.

Hanno diritto di voto tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali, che abbiano compiuto il 18° anno di età il giorno della votazione (nati a tutto il 7 giugno 1991) e i cittadini degli altri paesi dell’Unione Europea che risultano iscritti nelle apposite liste aggiunte per la sola l’elezione dei membri del Parlamento Europeo spettanti all’Italia.

L’Italia eleggerà 72 membri del Parlamento europeo, e presidenti e consigli di 62 province e dei sindaci e dei consigli di 4.281 comuni (di cui 30 capoluoghi di provincia). Lo scrutinio dei voti per il Parlamento europeo inizierà a partire dalle ore 22 di domenica, immediatamente dopo la conclusione delle operazioni di voto e l’accertamento del numero dei votanti. Lo scrutinio delle amministrative, invece, avrà inizio alle 14 di lunedì prossimo, con il seguente ordine: spoglio delle schede per le elezioni provinciali, comunali e, eventualmente, circoscrizionali. In caso di ballottaggio per l’elezione dei presidenti di provincia e dei sindaci – che si svolgerà contemporaneamente alla consultazione del Referendum – si voterà domenica 21 giugno, dalle 8 alle ore 22, e lunedì 22 giugno, dalle 7 alle ore 15. Le operazioni di scrutinio avranno inizio nella stessa giornata di lunedì, al termine delle votazioni e dell’accertamento del numero dei votanti, procedendosi prima alle operazioni di scrutinio delle schede referendarie e successivamente, senza interruzione, a quelle per l’elezione dei presidenti delle province o anche dei sindaci.

Tessera elettorale. Come comunicato dal ministero dell’Interno, per votare negli gli uffici elettorali di sezione nelle cui liste si è iscritti è necessario esibire un documento di riconoscimento valido e la tessera elettorale personale a carattere permanente, che ha sostituito il certificato elettorale. Chi avesse smarrito la propria tessera personale, potrà chiederne il duplicato agli uffici comunali, che a tal fine saranno aperti dal lunedì al venerdì antecedenti l’elezione, dalle ore 9 alle ore 19, il sabato di inizio delle votazioni dalle ore 8 alle ore 22 e la domenica per tutta la durata delle operazioni di voto.

Elezioni Europee. Riceverete una sola scheda, di colore diverso a seconda della circoscrizione elettorale di iscrizione delle vostre liste: grigio per l’Italia nord-occidentale (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia); marrone per l’Italia nord-orientale (Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Emilia Romagna); rosso per l’Italia centrale (Toscana, Umbria, Marche, Lazio); arancione per l’Italia meridionale (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria); rosa per l’Italia insulare (Sicilia, Sardegna). Per esprimere il vostro voto, bisognerà tracciare sulla scheda, con la matita copiativa che vi verrà fornita, un segno sul contrassegno corrispondente alla lista prescelta. I voti di preferenza potranno essere al massimo tre, tranne che per le liste di minoranza linguistica collegate ad altra lista per le quali può esprimersi una sola preferenza. Si scrive nelle apposite righe, a fianco e nel rettangolo contenente il contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti, compresi nella lista. Se ci sono casi di omonimia di cognome tra candidati è sempre necessario indicare nome e cognome e, se necessario, data e luogo di nascita. Le preferenze, naturalmente, non possono essere espresse con indicazioni numeriche.

Elezioni provinciali. Ciascun elettore può votare sulla scheda gialla per uno dei candidati al consiglio provinciale, con un segno sul relativo contrassegno. Il voto si intende attribuito sia al candidato alla carica di consigliere provinciale, sia al candidato alla carica di presidente della provincia collegato. Si può votare per uno dei candidati alla carica di presidente della provincia, tracciando un segno sul corrispettivo rettangolo, e per uno dei candidati al consiglio provinciale ad esso collegato, tracciando anche un segno sul relativo contrassegno; il voto così espresso si intende attribuito sia al candidato alla carica di consigliere provinciale corrispondente al contrassegno votato, sia al candidato alla carica di presidente della provincia. Si può votare per un candidato alla carica di presidente della provincia, con un segno sul rettangolo di riferimento: il voto va così solo al candidato alla carica di presidente della provincia. Non è ammesso il “voto disgiunto” (la segnalazione al presidente della provincia di un gruppo o di un gruppo di liste e contemporaneamente per un candidato al consiglio provinciale di un altro gruppo o gruppo di liste). Per il ballottaggio il voto si esprime tracciando un segno sul rettangolo entro il quale è scritto il nome del candidato prescelto.

7 commenti su “Europee 2009, istruzioni per l’uso”

  1. Pd e astensionismo
    Le “divisioni” de “La Repubblica”
    Giampaolo Pansa ha sostenuto che il vero vincitore morale delle elezioni del prossimo fine settimana è il quotidiano di Carlo De Benedetti diretto da Ezio Mauro. Non solo perché è il giornale che, costringendo Dario Franceschini ad incardinare la campagna elettorale del Pd sul gossip, ha imposto a tutte le forze politiche il pettegolezzo sul Premier come il solo ed unico argomento del dibattito politico nazionale. Ma perché comportandosi in questo modo e sfruttando alla grande lo spunto dato dall’annuncio di divorzio di Veronica Lario, ha aumentato le vendite e riconquistato la quota di mercato editoriale che negli ultimi tempi era stata pericolosamente erosa dalla crisi generale della carta stampata. Pansa ha sicuramente ragione. Qualunque possa essere l’esito del voto, “La Repubblica” è destinata ad uscire comunque vincitrice dalla tornata elettorale. Ma quali possono essere gli effetti politici ed editoriali di questa indiscutibile vittoria? Il primo interrogativo apre un capitolo di estremo interesse su due questioni specifiche. Quanti voti muove e sposta il giornale di De Benedetti? Ovvero, quante “divisioni elettorali” ha Ezio Mauro? E, come seconda questione specifica, dove si andranno a collocare queste “divisioni”? Accanto al Partito Democratico oppure a fianco dell’Italia dei Valori e delle liste dell’ultrasinistra? In apparenza la risposta al primo quesito dovrebbe venire dai dati di vendita e di lettura del “giornale-partito” debenedettiano. Nella realtà le cifre forniscono un dato che va inquadrato all’interno dei confini della sinistra.

    I lettori de “La Repubblica” non sono distribuiti tra i diversi partiti dell’intero arco politico nazionale. Sono attestati tutti e senza alcuna eccezione all’interno della sinistra. Il giornale di Mauro, in altri termini, non sposta un voto tra centro destra e centro sinistra. Non provoca una sola defezione nello schieramento guidato da Silvio Berlusconi (anzi, tende a motivarlo e a ricompattarlo) ma opera esclusivamente all’interno dello schieramento della sinistra.

    Gli effetti sull’area dell’opposizione delle manovre portate avanti dalle “divisioni” de “La Repubblica si potranno conoscere con esattezza solo lunedì prossimo. Ma se Pansa ha ragione nel sostenere che il giornale ha imposto la propria linea a Franceschini, ne deriva automaticamente che il Pd ha dato l’impressione di non aver avuto né la forza né la capacità necessarie ad elaborare una propria linea autonoma. E la circostanza difficilmente può avere come conseguenza la decisione in massa dei lettori de ”La Repubblica“ di votare in favore del Partito Democratico. Come può il militante ideologizzato che s’identifica con un quotidiano dalla fortissima identità dare fiducia ad un partito che ha una identità ed una personalità talmente tenui e sbiadite da farsi dettare la linea da una redazione giornalistica? Più facile, allora, prevedere che l’azione de ”La Repubblica“ provocherà uno spostamento di voti all’interno della sinistra. In primo luogo dal Pd all’Italia dei Valori. In secondo luogo dallo stesso Pd e dagli altri partiti minori della sinistra, che difficilmente sembrano in grado di superare il quorum del 4 per cento, al partito dell’astensione. Tutto lascia credere, dunque, che il vincitore morale finirà con il favorire il successo materiale di Berlusconi e la sconfitta reale della sinistra. Con effetti duraturi sui dati di vendita de ”La Repubblica“ e delle altre testate del gruppo? Anche su questo punto i dubbi non mancano. Per un giornale che fonda il proprio successo sul prestigio e la credibilità il gossip può avere l’effetto del doping su un qualsiasi atleta. A breve ne aumenta il rendimento. Nei tempi medi e lunghi, però, ne accelera il declino.

    Arturo Diaconale

  2. Il Lodo Repubblica

    Il pastore che gridava al lupo al lupo finì col perdere credibilità e gregge. Repubblica e soci che, da quindici anni in qua, gridano dai loro giornali che la vita degli italiani è in pericolo, minacciata dal lupo Berlusconi, hanno finito per diventare il vero lodo che rende sempre più immune e inattaccabile Silvio Berlusconi. Si chiamino D’Avanzo o Travaglio, sono state tante e tali le volte in cui il premier è stato assolto dalle loro accuse che la gente si è stancata di prenderli sul serio e, ciò che è più grave, non darà loro ascolto neppure quando il lupo si appaleserà realmente.
    Lunedì prossimo si avrà assoluta contezza di quanti elettori si saranno lasciati sedurre dalle grida allarmate provenienti dalle solite redazioni e dalle solite segreterie di partito; forse il tre o quattro percento di loro negherà il voto al Pdl e questo potrebbe salvare il Pd dal disastro annunciato.
    Si dice che la campagna moralista che ha varcato anche i confini nazionali servirà a disgustare il voto cattolico, dirottandolo verso gli ex margheritini nel Pd o verso il non voto. C’è da chiedersi però se il gioco vale la candela, se cioè meriti la pena riaccendere i riflettori sull’Italia, causandole danni enormi, solo per compiacere i soliti anti italiani e alimentare il loro disprezzo verso questa “povera nazione di imbecilli, sudditi dell’imperatore satiro e corrotto”, il tutto per un pugno di voti.
    Questa mattina ci sarebbe stato un motivo di forte contrarietà nei confronti del presidente del consiglio a causa della frase infelice su Milano invasa dagli africani, perché non è codesto il modo corretto di esprimersi di un capo di governo; ma poi sono arrivate le foto rubate da Zappadu, sequestrate in Italia e quindi consegnate agli spagnoli che le hanno lanciate nel web con una tempistica cronometrica.
    Questi scatti ritraggono persone in una situazione di vulnerabilità, inconsapevoli della presenza a distanza di un vojer di professione, violentate nella propria privacy, mentre nude o seminude stanno ai bordi di una vasca di foggia particolare, in un ambiente riservato.
    Dov’è lo scandalo? Dov’è il reato? Senza dubbio nell’uso improprio che si sta facendo di queste immagini.
    Se nessun cittadino sarà più padrone di girare come gli pare in casa propria e di ospitare chiunque gli parrà, offrendogli ciò che i suoi mezzi gli permettono, compresa la libertà di mettersi a proprio agio come e dove gli pare, allora lo si dica e il Travaglio-Savonarola detti i nuovi codici morali di comportamento da osservare nell’intimità casalinga e non manchi di stilare anche le sanzioni per chi non vi si attenesse, e poi organizzi squadre di fotografi con teleobiettivi per sorprendere i mascalzoni desnudi tra le pareti domestiche, nei loro giardini protetti da recinzioni o in un gommone o barca al largo.
    Prendere il sole nudi è un piacere che accomuna donne e uomini di ogni strato sociale.
    E’ arcinoto quanto siano diffusi campeggi o spiagge private dove è severamente vietato (guarda caso) entrare con macchine fotografiche e dove si rifugiano naturisti di ogni ceto e di ogni credo e professione.
    La sinistra ha sempre considerato queste attitudini una prova dell’evoluzione del costume, un’espressione innata di libertà e i suoi detrattori e censori sono sempre stati messi alla berlina.
    Che strani rigurgiti moralistici si riservano ai “nemici”, magari di ritorno da una gita in barca, trascorsa al sole completamente nudi.

    Da: http://www.perlascandinava.wordpress.com

  3. La sinistra è ormai senza faccia Non è solo il gossip ad aver contrassegnato la campagna elettorale per le europee che si chiude oggi. E’ anche la contrapposizione tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla guida di una coalizione di governo unita ed una opposizione divisa in tante fazioni e caratterizzata dall’assenza di un personaggio di spicco in grado di fare da collante all’antiberlusconismo . E il Cavaliere ringrazia…

  4. CHE SQUALLORE LA SINISTRA !!!!! QUESTA NON é DIALETTICA POLITICA E’ PURA OFFESA DELLA DIGNITA’ UMANA.
    LEGGETE GIUSTO PER CAPIRE QUANTO LA SINISTRA SIA CADUTA IN BASSO :
    Roma, 6 giu. (Adnkronos) – “Avviso a tutte le minorenni: se vi telefona uno e dice che si chiama papi, avvertite subito i carabinieri”. E’ il testo del volantino firmato da Umberto Sereni, sindaco di centrosinistra di Barga, paesino in provincia di Lucca, diffuso con l’intestazione ‘Comune Informa’ e il simbolo di un ‘Comitato per la difesa della giovane’. L’iniziativa è destinata a suscitare polemiche in questi giorni di campagna elettorale, perché è evidente il riferimento al premier Silvio Berlusconi. Il sindaco Sereni, giunto alla scadenza del secondo mandato, conferma tutto, e si limita a dire: ”Il Comitato l’ho promosso, come ho fatto anche con altre iniziative, perché bisogna difendere la gioventu”’.
    Critica la consigliera regionale del Pdl, Giuliana Baudone: ”Non volevo crederci, quando me l’hanno fatto vedere, ma il volantino che il comune di Barga, firmato dal sindaco Sereni, che associa il nomignolo papi, chiaramente riferito a Berlusconi, a un avviso alle minorenni, è rivoltante – afferma la Baudone -. Un’amministrazione comunale che esce da dieci anni di governo e affida il volantino finale a una tale volgarità è un gesto che qualifica un atteggiamento, quello della sinistra che è incapace di proposte e lavora solo sulla denigrazione delle persone”.

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