Addio…Speciale alla Guardia di Finanza

Alla fine l’unica soluzione non preventivata è accaduta, Roberto Speciale, ex generale della Guardia di Finanza, revocato qualche mese fa dal suo incarico da parte del governo e poi reintegrato dal Tar del Lazio, ha deciso di dimettersi dalla funzione di comandante della GdF.

Una decisione, quella dell’ex generale, arrivata in mattinata dopo che, il premier Romano Prodi, al termine della consultazione con il ministro dell’Economia Padoa-Schioppa, aveva deciso di fare ricorso alla sentenza del Tar del Lazio, appellandosi al Consiglio di Stato.

Intervistato ai microfoni di SKY TG24 l’ex comandante ha dichiarato:

Il Tar del Lazio mi ha restituito il comando della Guardia di Finanza. Io per spirito di servizio, affinché cessi così una vergognosa polemica… faccio un passo indietro. Rinuncio all’incarico che i giudici mi hanno restituito, quello che mi premeva e che i giudici mi hanno restituito è l’onorabilità. Ora sono soddisfatto e non ho altre richieste.

Parole, quelle di Speciale, che hanno tranquillizzato e non poco il governo, che comunque non muta la propria posizione e continuerà nella sua “battaglia” (anche se personalmente non capisco contro chi).

Diverso lo stato d’animo tra l’opposizione dove vi è grande rammarico per la decisione dell’ex generale.

Speciale è vittima di un provvedimento giudicato illegittimo anche dalla magistratura ordinaria.

è l’opinione del presidente dei senatori di FI, Renato Schifani

Un gesto, quello di Speciale, che merita rispetto per un uomo dello Stato che dimostra di non essere interessato al potere personale, ma alla sola tutela della verità e della sua dignità. Le dimissioni, arrivate dopo l’accoglimento del suo ricorso da parte del Tar e il riconoscimento dell’abuso di potere commesso dal governo, obbligano a fare piena luce su una vicenda dove sono emerse chiare responsabilità del viceministro Visco e del ministro Padoa-Schioppa.

Parole dure quelle del senatore Schifani che chiude dicendo:

La serietà avrebbe imposto da tempo le loro dimissioni e non quelle di Speciale. Ci auguriamo che il Capo dello Stato faccia valere la sua autorevolezza e che il Parlamento affronti rapidamente il problema di un potere esecutivo che, nonostante la sua estrema fragilità, non perde occasione per dimostrare un’arroganza triste e pericolosa per la democrazia del nostro Paese.

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