Stefano Graziano (PD) indagato per concorso esterno in associazione mafiosa

Il PD trema in Campania dove è stato messo sotto accusa Stefano Graziano con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Il deputato del PD è stato eletto alla Camera nel 2008 poi dal 2014 è stata tutta un’escalation di incarichi. 

Martedì 26 aprile è un giorno che il PD ricorderà a lungo perché ben nove persone tra politici e imprenditori sono state arrestate a Santa Maria Capua Vetere, in Campania, con varie accuse tra cui corruzione aggravata e turbativa d’asta. Lo riferisce il Post raccontando che al centro del ciclone è finito Stefano Graziano, il deputato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Ecco di chi stiamo parlando e cosa è successo nel riassunto del giornale online.

Il presidente del Pd della Campania Stefano Graziano (c) tra il segretario regionale del Pd Assunta Tartaglione (s) e il candidato Andrea Cozzolino (d), in una foto di archivio del 27 febbraio 2015 durante la presentazione ufficiale nella sede regionale del Pd dei candidati alle primarie per la presidenza della regione. ANSA/ CIRO FUSCO

Stefano Graziano ha 45 anni, è originario di Aversa, in provincia di Caserta, è ingegnere, era stato eletto alla Camera dei Deputati con il Partito Democratico nel 2008. Dal 2014 è presidente del partito in Campania e nel 2015 è stato eletto al consiglio regionale con Vincenzo De Luca. La polizia ha perquisito le sue case a Roma e Teverola, in provincia di Caserta, e il suo ufficio in consiglio regionale. Tra gli arrestati ci sono poi Biagio Di Muro, sindaco fino al novembre del 2015 di Santa Maria Capua Vetere, Roberto Di Tommaso, responsabile dell’ufficio tecnico del comune, e Alessandro Zagaria, imprenditore (e solo omonimo del boss della camorra Michele Zagaria arrestato nel dicembre del 2011 e condannato a tre ergastoli).

L’inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli, coordinata dal procuratore aggiunto Borrelli, spiega che Graziano è sospettato di aver «chiesto e ottenuto appoggi elettorali con l’impegno di porsi come stabile punto di riferimento politico e amministrativo del clan dei Casalesi».