Elezioni politiche 2008. C’è post@ per te

esterne291128312902112919_big.jpg
Stamattina aprendo la posta elettronica mi sono imbattuto in una mail “forwardata” più volte, con una immensa lista di mittenti che nel passaparola della rete è arrivata fino a me, e chissà dove altro. In un primo momento ho pensato alle tipiche catene-spam che infestano le caselle di posta di mezzo mondo.
Quelle odiose sequenze di domande o diapositive interminabili per sapere se troverai l’anima gemella o sarai sufficientemente ricco da permetterti una macchina decappottabile. Quelle in cui si chiede il reinvio immediato all’intera rubrica pena vendetta di Montezuma, tifo, paratifo, colera e sfiga tremenda, sfusa e a pacchetti. Insomma Quelle. Ed invece…
Invece si trattava di un vero e proprio appello, nato probabilmente con scopi privati ma che presto è diventata di dominio pubblico.

Sarabaaaanda! Nel Pdl sul voto per le amministrative agli immigrati, chiosa Veltroni

Valentina Sarabanda
Sarabandaaaaaa. Musichetta, canzoncina, jingle in testa e via. Uno dei capitoli più tristi e trash della storia recente della televisione italiana – non ne voglia Enrico Papi, lui ci provava, a modo suo.
Torna, questa parola e questa musichetta in testa oggi, data la giornata politica. Che soffre di strascichi da weekend – lo dovrebbero abolire, in campagna elettorale, fa più danni che altro perchè la gente ha due minuti in più a disposizionem giusto due, per pensare.
Comunque, in sintesi: il Cavaliere aveva aperto alla possibilità di far votare gli stranieri regolari alle elezioni amministrative. E lì ci si chiede: con la Lega in giro, come gli è venuto in mente di non osservare il silenzio fino a data sicura. Segue: altolà di Maroni – eh beh. Segue: Uolter che coglie la palla al balzo. Segue: Antonio Di Pietro idem come Uolter. Segue: Uolter, giacchè, definisce sarabanda la danza sulla faccenda scatenatasi in ambito Pdl.

Newsweek lancia Veltrusconi, il prossimo Premier italiano. Tra una mozzarella di bufala e l’altra

veltrusconi
Bella, bellissima. Photo Illustration: Newsweek; Photos: Alex Majoli / Magnum for Newsweek. I miei più sentiti complimenti. L’idea non è originale, nè particolarmente sorprendente. Sono mesi che lo stiamo dicendo. Tutti. Sono mesi che ce ne siamo accorti e mesi che è stato esplicitato.
Two-Man Race: For the first time in modern Italian history, the election presents the semblance of a real two-party contest. Le elezioni, lo dice a chiare lettere Newsweek, assomigliano, per la prima volta nella storia dell’Italia moderna, o nella moderna storia d’Italia (come vi suona meglio) ad una reale competizione a due. Due partiti, un solo Stato.
E’ il prossimo numero, quello del prossimo 7 aprile, dell’edizione europea di Newsweek a dedicarsi a noantri. Italia, elezioni e crisi della mozzarella e della bufala.

Così sintomatica delle cose che vanno male in Italia che è diventata un tema della campagna politica

Utopia. Ovvero: Veltroni, l’Italia vorrebbe a volte poterti credere

Utopia
Walter Veltroni. Vorremmo, a volte, sia ben chiaro, potergli credere. Vorremmo che le utopie di cui parla si avverassero.
Ora la novità, che tutto è tranne che una novità, Serve un

grande, nuovo patto sociale

Un qualcosa, un progetto, un’innovazione strutturale, un cambiamento, per far crescere quest’Italia fristrata e maltrattata. Finalmente, economicamente e socialmente.

Dal Sud al Grande Nord, Uolter si è spostato a Brescia.

Che la mafia non voti. Per il Pd

vibovalentia
Yes, we can. Stavolta con una certa enfasi. E spezzando una lancia a favore del Uolter. Sarà retorica. Ma è una retorica questa volta diversa. Cita e parla di cose che normalmente non rientrano – non così – nella campagna elettorale.
Silvio parla di voto utile. E, per carità, anche Veltroni gli fa eco. Arrivati a questo punto, e causa Porcellum, non hanno scelta, in fondo. Ma oggi, da Vibo Valentia, è arrivato anche un altro messaggio. Qualcosa che è andato al di là del voto utile, degli indecisi, degli scontenti, degli scoramenti, dei distacchi.
In Calabria – e non è l’unico luogo, certo – il voto è anche, e soprattutto, altro.

Senato, l’ammissione di Berlusconi. Solo il Porcellum sa

senato
Eppur si muove. Si staglia in pieno centro, a Roma. Pacifico, austero, discreto. A un passo da piazza Navona, a due dal Pantheon. Il cruccio del Cavaliere è qui. A tre passi dal suo Palazzo Grazioli.
Per la verità,

e pur si muove

La prima volta di Silviuccio non fa molto scalpore. Fa parte della gestione politica.

Per la prima volta, oggi, Silvio Berlusconi fa un’ammissione. E’ divertente. Dice che non è poi così remota o impossibile la sconfitta – o il non trionfo, decidete un po’ voi – a Palazzo Madama per il Popolo della Libertà.

Berlusconi vs Veltroni, ovvero tv contro web

rockyandivan.jpg
Il Cavaliere sembra avere dissotterrato l’ascia di guerra per ricominciare a combattere da par suo contro il nemico che avanza (forse). E da par suo nel caso di Berlusconi vuole dire la Rai in mano ai comunisti, par condicio liberticida, Stalin, un pò di insider trading – ipotesi circolante in alcune procure italiane sull’affaire Alitalia e la boutade sulla cordata italiana – l’orrore e gli sfottò riservati a Di Pietro in quanto ex magistrato e quant’altro; insomma, tutto il repertorio dei bei tempi andati.
Tralasciando i commenti sulla strategia mediatica del cavaliere, ed aldilà della banale ma insindacabile considerazione sui tempi che passano per tutti – cavalieri compresi – non è comunque possibile trascurare il fatto che Berlusconi, sempre con i medesimi argomenti, sia candidato per la quinta volta consecutiva alla guida del paese: fatto unico in europa e nel mondo cosiddetto democratico. Così come non è possibile nascondere che il suo principale competitor se proprio nuovo di pacca non è, avrebbe potuto essere suo figlio, o quasi.
Il vecchio ed il nuovo. O forse il troppo vecchio e il non troppo nuovo.

E Veltroni disse: più pensioni per tutti, mangiando cous cous

cous cous
Più pensioni per tutti. Finita la pausa pasquale, i candidati e le forze politiche saranno, a questo punto, pronte a sparare i loro colpi migliori?
Comincia a provarci Walter Veltroni. Partendo da un tema assai delicato, caro e di certo appeal. Il Partito democratico vuole proporre un intervento immediato su questo fronte. Veltroni, in conferenza stampa, è chiaro:

L’intervento riguarda i pensionati di oltre 65 anni e determina, a partire dal 1 luglio 2008, un incremento medio di quasi 400 euro l’anno per le pensioni fino a 25 mila euro l’anno (fino a circa 2 mila euro al mese) e un incremento fra i 250 e i 100 euro l’anno per le pensioni di importo compreso tra 25 mila e 55 mila euro l’anno

Yes, we can. Si può fare, si può fare. Attraverso, dice Veltroni, un’azione sulla leva fiscale.

Berlusconi – Velroni: questo duello tv s’ha da fare. O no?

berlusconi veltroni
L’Agcom ha bacchettato, e gli effetti sono pesanti. Anche, in qualche modo, paradossali.
Eppure, a questo punto, la curiosità è tanta. Il duello mediatico tra i due principali candidati premier, con buona pace degli altri, tra Silvio Berlusconi e Walter Veltroni fa parlare e dibattere ancora prima di cominciare. Anzi, nonostante sull’evento si stagli un enorme punto interrogativo.

Si sta creando una situazione ridicola e paradossale. Berlusconi finge disponibilità ad un confronto televisivo con Veltroni per poi dare mandato ai suoi collaboratori di affermare che il confronto è impossibile

Questa l’accusa odierna di Ermete Realacci, responsabile Comunicazione del Pd.

Compra il mio voto, Walter

Pasqua
La Pasqua è giunta e passata. La Pasquetta sta scorrendo via. Le elezioni stanno avanzando e si stanno appriopinquando con velocità inaspettata. Assai strana questa tregua. Meno male che c’è stata.
La ricarica prima del rush finale, in qualche modo, può essere ritornata utile a tutte le parti coinvolte. In tutto questo rumore, un attimo di silenzio non è stato sgradito ai più. Soprattutto agli elettori, probabilmente. Cui ancora va stretto questo ruolo assunto in troppo poco tempo e senza una reale scelta proattiva.
Il silenziatore su Alitalia, forse, è l’aspetto più gradito. Certo, è solo una pausa. Un attimo di respiro prima della battaglia decisiva.

Politica, quanto ci costi. Scontro Fini-Veltroni. Robin Hood chi?

robin hood
Mi ami? E quanto mi ami? Mi costi? Ma quanto mi costi? La politica rosicchia le tasche di ognuno di noi. Nessuno escluso. Beh, forse qualcuno sì. Comunque la politica rosicchia, costa, ed è un dato di fatto. Questa faccenda delicata è entrata a gran voce nel dibattito elettorale – promesse da marinaio o nobili intenti? Solo la storia ci risponderà, ma lo storico un’idea affatto rosea la dona da sempre.
A scontrarsi – e schiantarsi – è stato il duo Gianfranco Fini – Walter Veltroni. Per gradire, insomma. Che si fanno i conti in tasca a vicenda. Tematica sempre di un certo appeal, non vi è dubbio alcuno.
Il leader di An (?) si è, certosino, messo a fare i conti in tasca al candidato premier della parte avversa. Quest’ultimo, si è visto nella necessità di replicare, smentire, perorare. Peraltro, per primo, aveva proposto nientepopodimenoche la riduzione degli stipendi dei parlamentari. La rivolta sta arrivando? Sì, quella dei parlamentari stessi di fronte a siffatta, snaturata ipoteso.

Mafie. Un voto. Un fiorino. Da 50 euro. Omaggio a Saviano

Saviano
Roberto Saviano, autore di Gomorra,viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra ha scritto un lungo, agghiacciante articolo sul settimanale Time. Lo riporta oggi, in versione integrale, Repubblica.it. Ennesima denuncia terribile. Sulle economie criminali, sulle mafie, ma soprattutto su queste elezioni.
Torbide, definirle torbide ad una lettura appena oltre la superficie è ormai atto dovuto. Giochi di partito, retorica galoppante. Inutilità del contenuto del messaggio politico. Fascisti, veline, Grande Fratello, Chiesa, corruzione, indagati, condannati. Come ha fatto l’Italia ad arrivare a tanto?
C’è veramente tutto. All’appello non manca nulla. Roberto Saviano ha sempre un’espressione seria. Corrucciata. Classe 1979, è giovanissimo. Nella sua pagina su Wikipedia – dove, stranamente, c’è una foto in cui sorride – la scheda comincia con due frasi.

Io so e ho le prove. E quindi racconto.

Scrive in Gomorra. E un’altra, di Enzo Biagi, in un’intervista a Rotocalco televisivo, su Rai Tre.

Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti Di queste verità

Precarietà? No grazie. Rialzati Italia, ovvero: sposa Piersilvio, dice Berlusconi

piersilvio berlusconi
Un genio. Si persiste con questa certezza. Ci vuole una genialità unica per sortite – alla romana rende meglio – del genere. Affermazioni così. Dell’uomo attualmente più sotto gli occhi e a disposizione delle orecchie di tutti. Ci vuole genialità. Non è da tutti.
Si fa un gran parlare di precarietà. Del non arrivare a fine mese, del non avere idea se, nel futuro prossimo venturo, si avrà lo stesso lavoro, un altro, nessuno. Se accendere il mutuo, come, dove, quando, perchè. Domande senza risposta ormai da molto tempo in Italia.
Ma non c’è problema. Nessun problema. Lo risolve lui.