Gomorra, addio all’Oscar

Gomorra dice addio all’Oscar. Non ce lo aspettavamo. Non se lo aspettava nessuno. Non se lo aspettava certo il regista. Il film di Garrone aveva avuto un 2008 di tutto rispetto. Premiato a Cannes, premiato agli European Film Awards, era stato benedetto da Steven Spielberg e Sophia Loren, era innegabilmente in odor di Oscar.

E invece no, niente statuetta. Il 2009 è appena iniziato, ed è già una pessima annata. Gomorra è rimasto a secco sia ai Golden Globe sia agli Oscar: la pellicola non rientra nelle candidature. Fabio Cannavaro (grande e insospettabile critico cinematografico, oltre che calciatore a tempo perso) portasse un po’ sfiga?

Cannavaro: Gomorra? Non fa bene all’Italia

Per Fabio Cannavaro Gomorra non giova all’Italia. Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l’Oscar. Ma non penso che gioverà all’immagine dell’Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative. Il calciatore entra così, a gamba tesa in un’intervista esclusiva al settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, sul pluripremiato film che ha vinto agli EFA (European Film Academy), gli Oscar europei, i premi per: Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura, Migliore fotografia e Miglior attore.
Il cruccio di Cannavaro è il cruccio di un italiano all’estero:

Ancora oggi un mio compagno di squadra al Real mi ha detto: ‘Italiano? Mafioso’. È facile che un problema locale venga generalizzato

Se Saviano va via

Se Saviano va via. La mafia non sarà più la grande assente delle campagne elettorali in Italia.

Andrò via dall’Italia, almeno per un periodo e poi si vedrà…

E l’opinione pubblica si mobilita. Gli scrittori italiani manifestano solidarietà. E consigliano: lasciare l’Italia in questo momento è la cosa più giusta.
Se Saviano va via. Andare via dall’Italia sarà sempre la cosa più giusta. Se Saviano va via. L’Italia non potrà più cambiare.

Lettera a Gomorra

Era da tanto, devo ammettere, che non sfogliavo un giornale cartaceo. L’altro giorno mi è capitato nuovamente di farlo. Ero all’Economist Roundtable with The Italian Government, al St. Regis – casa mia fosse anche solo il bagno di quel posto sarei una donna appagata.
Di Italian Government, in realtà, c’era solo il buon Brunetta. E qualche sottosegretario. E la Maria Pia Garavaglia ed Ermete Realacci. Si sfidavano a colpi di progetti sull’economia italiana. Un evento interessante.
Interessante vedere dal vivo anche la coerenza di Brunetta. Vuole dare la caccia e la lotta ai fannulloni? D’accordo o meno con lui, non si può dire ceh non sia coerente. Anzi. Ha dato risposta affermativa alla sua partecipazione in quel di luglio. E’ effettivamente comparso – mentre altri hanno dato forfait e confusione (come ci si aspeta dai politici) fino all’ultimo – e la mattina di lunedì era lì alle NOVE MENO UN QUARTO.

Gomorra, la storia continua. Guerra alla Camorra?

Mentre il Pakistan è in fiamme, sconvolto dall’attentato rivendicato da Al Qaeda durante un banchetto in onore del neo presidente, e fa i conti con i suoi oltre 60 morti accertati, tra cui l’ambasciatore ceco, i suoi 100 feriti, i soccorritori che solo all’alba sono riusciti a entrare, foto della tragedia e video che circolano nel mondo direttamente dall’interno dell’hotel, in Italia un’altra guerra è in corso.
150 poliziotti, 150 carabinieri e 100 finanzieri: un totale di 400 unità umane sarebbe in partenza per la zona di Caserta. Mission: impossible.

Gomorra, libro aperto

Ai boss non dispiace che i giornali scrivano di loro, perchè si deve capire chi comanda.

ANSA delle 19.55. CAMORRA, DURO COLPO AI CASALESI
CASERTA – Trentadue ordinanze di custodia cautelare in carcere, diciassette arresti eseguiti, 10 notificati in carcere, in tre fuggono, due sono da tempo ricercati: vengono colpiti ancora i Casalesi. Fra i destinatari delle ordinanze, che riguardano due fazioni in guerra, anche i figli dei superboss. Nel mirino dei carabinieri del Comando provinciale di Caserta e della Dda di Napoli ci sono stavolta i ‘Tavoletta-Cantiello’ e la fazione capeggiata da ‘Cicciotte e Mezzanotte’, Francesco Bidognetti, recentemente condannato all’ergastolo nel Processo ‘Spartacus’

Discariche, da Chiaiano a Gomorra

La Repubblica – ma un po’ chiunque – oggi scrive (aspettando l’Italia):

La discarica di Chiaiano si farà: lo ha confermato il sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, lasciando la prefettura di Napoli al termine dell’incontro con le istituzioni locali. Bertolaso però ha assicurato che il confronto continuerà: annunciata da subito una immediata riconvocazione del tavolo tecnico con gli enti locali per valutare ulteriori aspetti legati all’utilizzo dell’impianto. In particolare dovranno essere discussi il problema dell’impatto ambientale relativo ai mezzi di trasporto, e la tipologia dei rifiuti da conferire nella discarica.
Si ipotizza che in una prima fase a Chiaiano debba essere sversato solo tal quale, e successivamente, con l’aumento a Napoli della raccolta differenziata, solo frazione secca

Ma…

Intercettazioni? No, grazie

Questo a esemplificativa presenza. Era in quel di Santa Margherita Ligure che tornò in auge quella parola. Davanti alla platea di imprenditori, davanti al proprio pubblico naturale? Ecco il punto, annunciato da tempo, esplicitato oggi: il divieto di ordinare ed eseguire intercettazioni, anche nell’ambito di indagini giudiziarie.
Ah, no. Poi Silvio Berlusconi ha la bontà d’animo di specificare che verranno escluse dal provvedimento solo le inchieste che riguardano la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo. C’è un libro, ora anche un film, che probabilmente dal tanto parlare che se ne è fatto dalla nascita ad oggi, passando – verrebbe, forse, da chiedersi: purtroppo? – anche per Cannes, che su quelle intercettazioni (quelle ESCLUSE dal provvedimento) si basa: è Gomorra. Che cita e richiama a ritmo di musica le intercettazioni della Direzione Distrettuale Antimafia. Temo per loro, libro, film e autore, il boomerang della popolarità e del circuito. Ma quella è un’altra storia. QUESTA storia, quella di oggi, parla di intercettazioni. E intercettazioni NON siano.

Gomorra, kalashnikov e pentiti

Michele Orsi, imprenditore. E’ stato ucciso sabato in un agguato a Casal di Principe. Due le ipotesi: ha pagato con la vita uno sgarro a una fazione dei Casalesi, contrapposta a quella di Francesco Bidognetti. Oppure è morto perchè ha parlato e poteva parlare.

Non era un pentito, ma avevamo chiesto protezione

dice il suo legale. Orsi era stato accusato di avere favorito il clan dei Casalesi. Aveva parlato con la giustizia, rivelando responsabilità dei vertici dell’organizzazione, in particolare della fazione ritenuta capeggiata da Bidognetti.

La cronaca dei fatti è nota. I sicari hanno riservato a Orsi anche un colpo di grazia alla testa.

Napoli, tra roghi, rifiuti e Governo

Napulè. Come Parigi. La rivolta delle banlieue, e quella della monnezza.
Napoli è una splendida città E’ una meraviglia. Sarà difficile spiegarlo ai posteri, o agli stranieri contemporanei. Sarà difficile combattere quella che è ormai la storia di Napoli, la storia della monnezza, sarà difficile farla dimenticare e non è detto che sia solo una lunga parentesi, che un giorno si chiuderà, chissà se mai del tutto. Ma Napoli è davverro bella. Me l’hanno fatta girare in vespa, la prima volta che l’ho vista. Dalle alture del Vomero e di Posillipo già, a picco sul maree, verso Castel dell’Ovo, Castrum Ovi, in latino. Secondo un’antica leggenda, Virgilio – nel Medioevo considerato anche un mago – nascose nelle segrete dell’edificio un uovo che mantenesse in piedi l’intera fortezza. La sua rottura avrebbe provocato non solo il crollo del castello, ma anche una serie di rovinose catastrofi alla città di Napoli. Anche la monnezza, chissà.
Napoli ha passato la notte tra roghi e tensione. Di nuovo. I vigili del fuoco sono stati chiamati per spegnere ottantaquattro mucchi di rifiuti dati alle fiamme tra città e provincia. Inizia tra un’ora a Napoli la riunione straordinaria per l’ordine e la sicurezza del comitato provinciale convocata dal preefetto.

Gomorra: non un film, non un libro

Il libro: più di un milione di copie vendute. Il film. A Cannes. Un viaggio in cinque storie all’interno del mondo affaristico e criminale della camorra napoletana. Potere, soldi e sangue sono i denominatori comuni. Gomorra arriva anche nelle sale. Perchè il potere dell’immagine tocca target assai differenti da quelli raggiunti dalle parole scritte.
Imperdonabile era già il libro. Ma il successo, per la mafia, dev’essere faccenda ancora più difficile da digerire. 33 paesi ne hanno comprato i diritti. Ce l’ho qui sotto mano, edizione Strade Blu Mondadori. Va oltre l’inchiesta, la denuncia, forse anche l’osservazione partecipante di impostazione sociologica.
Il regista è Garrone, un visionario.

La meglio gioventù

locandina-grande.jpg
La giornata di ieri è stata caratterizzata in tutta Italia dal primo sole primaverile. A Bari in particolare è stata davvero una giornata eccezionale. E non solo per lo splendido clima, diciamo così, meteorologico. Il 15 marzo 2008 è una data da tenere bene a mente per quello che si è verificato in città. XIII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Oltre centomila persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata dall’associazione Libera e Avviso Pubblico. Centomila. Ora, non ce ne vogliano le primarie democratiche ed i gazebi della libertà ma qui si parla di cose serie.

Mafie. Un voto. Un fiorino. Da 50 euro. Omaggio a Saviano

Saviano
Roberto Saviano, autore di Gomorra,viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra ha scritto un lungo, agghiacciante articolo sul settimanale Time. Lo riporta oggi, in versione integrale, Repubblica.it. Ennesima denuncia terribile. Sulle economie criminali, sulle mafie, ma soprattutto su queste elezioni.
Torbide, definirle torbide ad una lettura appena oltre la superficie è ormai atto dovuto. Giochi di partito, retorica galoppante. Inutilità del contenuto del messaggio politico. Fascisti, veline, Grande Fratello, Chiesa, corruzione, indagati, condannati. Come ha fatto l’Italia ad arrivare a tanto?
C’è veramente tutto. All’appello non manca nulla. Roberto Saviano ha sempre un’espressione seria. Corrucciata. Classe 1979, è giovanissimo. Nella sua pagina su Wikipedia – dove, stranamente, c’è una foto in cui sorride – la scheda comincia con due frasi.

Io so e ho le prove. E quindi racconto.

Scrive in Gomorra. E un’altra, di Enzo Biagi, in un’intervista a Rotocalco televisivo, su Rai Tre.

Il pericolo non nasce da chi pesca, trova, una nuova notizia, il pericolo nasce da chi la riesce a far passare, da chi rompe la crosta degli addetti ai lavori, da chi in qualche modo riesce a far veicolare dei messaggi, dei racconti Di queste verità