Referendum, missione quorum: il popolo dell’acqua in piazza

Il popolo blu si prepara alla battaglia, al grido di “si scrive acqua e si legge democrazia”. Primo appuntamento sabato prossimo a Roma, con tanto di manifestazione nazionale. Per chiedere che il voto referendario non sia previsto, come deciso dal Governo, per il 12 giugno e il 13 giugno, ma accorpato alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio. E per chiedere, prima del referendum, la moratoria ai processi di privatizzazione del servizio idrico portati dal decreto Ronchi.

Proprio mentre il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani porta invece in consiglio dei ministri un’altra moratoria, quella sul nucleare. Con sospensione per un anno dell’installazione delle centrali e della ricerca dei siti. “Anche noi stiamo chiedendo da tempo la nostra moratoria per l’acqua”, spiega Luca Faenzi del del Comitato Referendario 2 Sì per l’Acqua Bene Comune. “Evidentemente non era così difficile farla. Ma la decisione presa per il nucleare è dettata solo dalla necessità di togliere forza al referendum e attaccare il quorum. Una presa in giro dei cittadini”.

Nucleare, si pensa ad una moratoria di un anno

Il Consiglio dei ministri deciderà domani, sulla base di una proposta presentata dal ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e dal ministro dell’ Ambiente Stefania Prestigiacomo, se fare una “moratoria” di un anno per l’ avvio del nucleare, visti anche i malumori creati nell’ opinione pubblica quando, all’ indomani della catastrofe giapponese, si è voluta ribadire la preferenza per questo tipo di energia da parte del governo. Lo ha annunciato lo stesso ministro Romani, riferendo oggi pomeriggio alla Commissione Ambiente ed Attività Produttive del Senato.
In realtà, stando alle indiscrezioni, quella di domani dovrebbe essere una semplice “comunicazione, che quindi non inciderebbe sullo svolgimento dei referendum, nè sull’iter parlamentare dei provvedimenti relativi al ritorno dell’ energia nucleare. Sarebbe stato, comunque, lo stesso premier Berlusconi a volere questa moratoria, anche nel timore del raggiungimento del quorum per i referendum, che, oltre al nucleare, riguardano anche la legge sul “legittimo impedimento” relativa ai suoi processi (il terzo quesito riguarda, invece, la privatizzazione dell’ acqua).
Proprio oggi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio in occasione del convegno “Acqua e energia” organizzato dall’ Accademia nazionale dei Lincei nell’ undicesima Giornata Mondiale dell’ Acqua, ha invitato a proseguire nella ricerca di fonti energetiche alternative e rinnovabili, poichè è “indispensabile individuare nuovi modelli e strumenti capaci di coniugare lo sviluppo economico con la rigorosa salvaguardia del pianeta e dei suoi equilibri ambientali”.

Proteste Marocco: i provvedimenti di re Mohammed IV

Le agitazioni in Egitto prima, che hanno portato alle dimissioni di Mubarak, e quelle in Libia poi hanno fatto proseliti, arrivando in un altro paese del Nordafrica: il Marocco.

Il re Mohammed IV ha annunciato maggior democrazia e più riforme, che dovrebbero garantire un radicale cambiamento costituzionale e fermare i focolai di protesta (una su tutte quella del 20 febbraio scorso).

Episodio che ha spinto il regnante marocchino a nominare una commissione che avrà il compito di esaminare il testo costituzionale e proporre le modifiche. Modifiche che poi saranno sottoposte al volere popolare attraverso un referendum.

Nucleare e acqua, Di Pietro presenta due referendum abrogativi

antonio-di-pietro_cNucleare e privatizzazione dell’acqua. Soprattutto il primo accende da decenni la polemica nel mondo politico. Antonio Di Pietro, a margine dell’inaugurazione della sede di Novara dell’Italia dei Valori, ha comunicato la presentazione di due referendum abrogativi: “Il primo riguarda l’abolizione della legge che vuole realizzare centrali nucleari; il secondo punta a cancellare le norme che hanno privatizzato l’acqua”.

Honduras, colpo di Stato. O no?

hondurasColpo di Stato in Honduras. Spinoza scrive, con la consueta lungimiranza

Colpo di stato in Honduras. Fortunelli. Honduras, l’Onu si riunisce. Per cercarlo sulla cartina.

Già, ma la situazione non è lineare o netta come appare oggi alla stampa internazionale. Secondo le ricontruzioni prese per buone dal mainstreaming e amplificate monotonamente anche in Italia, il presidente Manuel Zelaya è stato destituito in seguito ad un intervento dell’esercito, e trasferito con la forza in Costa Rica (“mi hanno prelevato in pigiama. Un vero e proprio sequestro”, dice). Otto membri del governo sarebbero stati arrestati, e le forze parlamentari hanno dichiarato legittimo il golpe portato avanti dalla Corte Suprema. E Roberto Micheletti – sìsì, è di origini assolutamente italiane – è stato nominato nuovo presidente. C’è, però, chi non ricostruisce i fatti esattamente in questo modo. Guardate qui.

Referendum, il sì di Berlusconi e la sbiancata della Lega

referendum berlusconi veronica

In quanto dichiarato dal Premier non c’è nulla di strano. E’ perfettamente logico. Silvio, uomo che, nelle parole della moglie Veronica Lario, ha ormai le velleità di Napoleone, (e, nelle parole di qualcun’altra, anche “papi“, di questi tempi), ha avuto modo di spiegare la sua posizione in merito alle tanto agognate consultazioni referendarie.

Sì certo. La risposta è ovvia. Dà un premio di maggioranza al partito più forte e vi sembra che io possa votare no?

Non è mica masochista, lui. E noi tutti? La risposta, che potrebbe anche essere gradita dai promotori del referendum, lo sarà certo un po’ meno da quella Lega cui questo Referendum proprio non va giù. Referendum che nun s’ha da fare, e che comunque il partito di Bossi ha osteggiato fin da principio, impedendo di fatto il suo accormapamento in un election day con le Europee che tanto avrebbe fatto risparmiare al paese. Un referendum che dà il premio di maggioranza al primo partito… Carolina Lusanna, Lega, appunto, ieri a Ballarò tuonava: La democrazia ha i suoi costi!

Report, come tu m’insegni

Report. Oggi, cari ragazzi, si parla di scuola. La puntata di stasera, infatti, porta il titolo: “Come tu m’insegni” e il servizio è firmato da Stefania Rimini. Protagonista: la scuola. Un mondo dove sopravvivere, in termini di strutture e di fabbisogni economici, non è sempre agevole. Soprattutto di questi tempi. Un mondo dove molto si è sprecato, certo, soprattutto in Italia.

La riforma Gelmini torna in scena. Risparmio e merito sono stati dichiarati il grande target della famosa riforma, ma, scrive Report, per il momento i lavativi e gli incapaci non corrono grandi rischi, basta che siano di ruolo. Invece 18 mila precari, anche i più bravi, rischiano di rimanere a casa.

Santoro, Vauro e il terremoto (della censura)

Santoro, Annozero, la Rai, Berlusconi. E pure Vauro. Ci risiamo. Quante altre volte abbiamo già visto questi attori più o meno tutti insieme nello stesso spettacolo dell’assurdo? Per citare la satira:

Rai, lettera del neopresidente Garimberti ai dipendenti: “Prometto libertà e pluralismo”. Il timbro è del primo aprile

Arrivata la (prevista) decisione di Viale Mazzini: per mamma Rai, e per Mauro Masi, Santoro dovrà provvedere a “riparare” al danno. E questo è quasi un leit motiv. Mamma Rai ha colpito questa volta anche il vignettista satirico, Vauro, dal cui archivio ci permettiamo di prendere in prestito le vignette della puntata del 9 aprile di Annozero, a scopo di dibattito. Dopo il salto, in una gallery che può aiutare a (non) capire.

Terremoto Abruzzo, appuntamento a Ballarò

Terremoto in Abruzzo. Un protagonista non solo unico e inedito, ma che in questi giorni non teme concorrenza in termini di popolarità. Il quadro che si sta venendo a delineare, dopo i crolli, il dolore, la morte e ancora insieme alle scosse, è – volendo utilizzare un eufemismo – inquietante. Si è svegliata una forza che si era accumulata per secoli sotto quella terra. Un vero e proprio mostro. Ma ancora più paura, se possibile, fa il mostro umano.

Il terremoto di nuovo a Ballarò da Floris. Maurizio Crozza ha cominciato in grande. Con un pensiero quasi imbarazzato per gli abruzzesi, per la situazione attuale, per quanto accaduto e in corso. Ma Maurizio Crozza è un comico, e non può non fare il comico. Alla vista di Maroni e Belpietro in studio, esclama: ma non doveva essere una puntata sul meglio dell’Italia?

Fecondazione assistita, Fini e la costituzionalità

La legge 40 del 2004 fu varata in Italia con circa vent’anni di ritardo rispetto ad altri paesi. Una legge chge regola la fecondazione assistita e che è stata recentemente dichiarata, in alcuni suoi passaggi, incostituzionale.Sul banco degli imputati, all’interno del testo normativo, soprattutto un articolo. I giudici della Consulta hanno infatti dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 14, comma 2.

Il comma 2 dell’art. 14 della 40/2004 dice:

2. Le tecniche di produzione degli embrioni, tenuto conto dell’evoluzione tecnico-scientifica e di quanto previsto dall’articolo 7, comma 3, non devono creare un numero di embrioni superiore a quello strettamente necessario ad un unico e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre

A violare la Costituzione, per i Giudici della Suprema Corte, è la previsione che vi sia un solo e contemporaneo impianto, comunque non superiore a tre di embrioni.

Di Pietro offende Napolitano? Ecco le sue parole

Ma cosa ha detto davvero Antonio Di Pietro? Perchè da due giorni è sulla bocca di tutti e sulle prime pagine di tutti i giornali per “aver offeso” il Colle e il suo inquilino, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano? Non solo: il Capo dello Stato gli ha anche risposto con tanto di comunicato ufficiale.

Mi sono presa la briga di trascrivere quello che ha detto. Poi giudicherete voi. (E soprattutto POI l’ho trovato già sbobinato… che polla…). Ecco il discorso fatto da Antonio Di Pietro ieri a Piazza Farnese a Roma in occasione della manifestazione sulla giustizia organizzata da Sonia Alfano. Italia dei Valori e Di Pietro insieme all’Associazione Nazionale Vittime di Mafia, ad altre associazioni e ai cittadini sono scesi in piazza alla manifestazione per ribadire il loro sostegno al Procuratore Capo di Salerno, Luigi Apicella.

Ecco il discorso, dopo il salto. In corsivo l’appello a Napolitano.

Grillo, i referendum non s’hanno da fà



Gasparri gongola.


Dice che se è vero che Grillo non ha raggiunto le firme per il Referendum, trova la faccenda davvero comica. Però la notizia, al momento, è questa: Firme insufficienti: la Cassazione boccia tre referendum di Beppe Grillo.


Le firme raccolte durante i Vaffa-Day non sarebbero sufficienti. Staremo a vedere: l’udienza è fissata per il prossimo 25 novembre. Funziona così: i promotori del referendum potranno utilizzare, in quella sede, il diritto di replica.


Pd. Ovvero: c’era una volta la piazza

C’è un’Italia delusa. Un’Italia divisa. Un’Italia opposta. Poi c’è anche chi dice che ci sia una sinistra divisa, ma tant’è. (La Sinistra italiana – in senso ampio – è indifendibile da troppo).
Ieri, finalmente, il grande appuntamento delle piazze con Veltroni. O forse, meglio, di Veltroni con le piazze. Ascoltare e vedere i Tg nazionali ieri sera è stato educativo. Mi ha ricordato l’ottima ragione per la quale sopravvivo dignitosamente senza televisore in casa.
Dopo una manifestazione, c’è la guerra dei numeri. Qui, la proporzione è imbarazzante: 2 milioni e mezzo per gli organizzatori, 200.000 per Emilio Fede, 300.000 per il Pdl.

Facebook vs lodo Alfano

Potenza della rete, stranezza della stessa. Se c’è una cosa che Antonio Di Pietro ha capito, da un certo momento in avanti, è la potenzialità di Internet. Raccolta Firme per il Referendum Abrogativo contro il Lodo Alfano.
Informazioni evento. Organizzatore: I hate Silvio Berlusconi (e altri, che non citiamo per privacy). Facebook rubrica l’eveno, per tipologia Cause – Protesta. Rete di riferimento: Global.
Ora e luogo. Inizio: sabato 11 ottobre 2008 alle ore 10.00 (ieri, al secolo) e Fine: lunedì 10 novembre 2008 alle ore 20.00. Dalla Rete alle piazze. Partenza ieri, a Piazza Navona, Roma. Proseguirà in tutte le città d’Italia.