Primarie USA: Tutto in mano al GOP

Arrivare a novembre, e quindi arrivare alle presidenziali, è ancora una lunga corsa. Una corsa che molto probabilmente porterà tante nuove sorprese e naturalmente molte nuove curiosità e notizie.

Al fine di divenir scontato, la prima di queste è naturalmente la scelta da parte del DNC di affidare ad uno dei suoi candidati ufficialmente la candidatura alla Casa Bianca e quindi entrare di diritto nella sfida che conta.

Perchè fino ad ora si è scherzato, almeno per qualcuno. Perchè fino ad ora le gare sono state solo interne, quando vi sono state. Perchè fino ad ora sarà John McCain contro…

Primarie USA: Come si crea una campagna elettorale

Al termine di questo articolo inizierete a capire come mai negli Stati Uniti riescono al termine di una sessione di primarie a “indovinare” come andrà a finire e soprattutto con che scarto (se non in sporadici casi in cui cascano in qualche errore).

Una situazione ben lontana da quella realtà che oggi sono gli exit-poll italiani, divenuti ormai credibili quanto i giornali di gossip. Ovvero nella miriade di notizie che vogliono passarci magari una vera ci sarà pure.

Negli Stati Uniti sono gli stessi comitati elettorali delle due fazioni a gestire la situazione delle previsioni elettorali e il lavoro da loro svolto è stato impressionante negli ultimi anni.

Franzoni opera

A rischio di sembrare insensibile. Quello che volete. A rischio di sembrare cinica e giustizialista, e di scontrarsi soprattutto con la nutrita schiera di Franzoni fans. Ma veramente, quanto accaduto, nuovamente, in questi giorni, mi perplime.
Dunque, lo Stato Italiano, nel suo più alto organo, la Cassazione, ha confermato la sentenza di colpevolezza per la Franzoni. 16 anni la sua pena. Il delitto è stato commesso nel 2002. La Franzoni entra in carcere dopo 6 anni.
La prima notte nel carcere Dozza di Bologna, Anna Maria Franzoni l’ha trascorsa tranquilla, guardata a vista da due agenti della Polizia penitenziaria nel timore che potesse compiere un gesto incolsulto. Erano quasi le tre quando ha varcato il portone del carcere accompagnata dai carabinieri. La lunga attesa era finita qualche ora prima nella casa di un’amica sull’appennino bolognese, a Ripoli Santa Cristina. In mattinata una breve passeggiata nel cortile della struttura, qualche parola scambiata con l’agente donna che l’accompagnava. Poi, l’incontro con lo psicologo.

Primarie USA: Sono in arrivo gli “Obaminton”?

I giochi si stanno per chiudere. E pare che, almeno per ora il sorriso sul volto di Barack Obama non può essere che smagliante, visto anche il risultato che sta arrivando ad ottenere dopo una sfida cosi intensa.

Per la povera Hillary resteranno i ricordi dei mesi passati a inseguire, probabilmente qualche rimpianto, specie su qualche stato in cui se l’è giocata un po male.

Eppure sembra che, almeno vedendo i pensieri del Democratic National Committee, per Hillary si chiede una porta ma si sta per aprire un portone.

Primarie USA: L’Alabama di Segall

Appena mi sono informato su questa cosa ho pensato subito ad un concetto cinematografico. Quel cognome, Segall, non può che essere associato a quello Steven che si è ritrovato in diverse trappole in giro per il mondo a mostrare la sua “immortalità”.

Dall’Highlander Steven a Josh, che non hanno rapporti di parentela, il passo oggi come oggi sembra davvero poco. E molto probabilmente, almeno in Alabama, in molti si ricorderanno maggiormente del secondo che del primo.

Una storia quella di Josh Segall che lo sta portando a divenire il più giovane senatore di uno stato con i suoi soli 29 anni.

Primarie USA: Edwards il diplomatico, ma anche un po’ guerrafondaio

Dopo la straripante vittoria ottenuta da Hillary Clinton in West Virginia era normale, quasi scontato, aspettarsi dal Democratic National Committee una mossa per ristabilire quell’equilibrio interno al partito che dovrebbe vedere Obama leader fino al termine delle elezioni.

Cosi per dissipare le speranze della bionda candidata ecco che John Edwars, altro candidato alle elezioni presidenziali sempre di fede democratica, decide di abbandonare la sua candidatura, sostenendo apertamente un candidato.

Di quale candidato si potrà trattare? Di Hillary Rodham Clinton o dell’ Illinois senator Barack Obama?

Primarie USA: Take me Home, Country Roads

Le primarie democratiche ormai le potremmo definire molto più semplicemente le primarie del pareggio. Eppure se nella precedente sessione il pareggio si poteva intendere come una vittoria leggera da parte di Obama questa volta non sembra proprio cosi.

I risultati in Nebraska e in West Virginia infatti hanno visto questa volta la Clinton dominare, ma questa volta non leggermente. Vediamo il motivo.

Se in Nebraska la vittoria è andata a favore del coloured candidate Barack Obama con un 49% a 47%, è in West Virginia che Hillary ha dato il meglio di sé.

Travaglio dixit

Caro direttore, ringrazio D’Avanzo per la lezione di giornalismo che mi ha impartito su Repubblica di ieri. Si impara sempre qualcosa, nella vita

Comincia così l’intervento di Marco Travaglio su Repubblica.

Ma, per quanto mi riguarda, temo di essere ormai irrecuperabile, avendo lavorato per cattivi maestri come Montanelli, Biagi, Rinaldi, Furio Colombo e altri. I quali, evidentemente, non mi ritenevano un pubblico mentitore, un truccatore di carte che “bluffa”, “avvelena il metabolismo sociale” e “indebolisce le istituzioni”, un manipolatore di lettori “inconsapevoli”, quale invece mi ritiene D’Avanzo. Sabato sera sono stato invitato a “Che tempo che fa” per presentare il mio ultimo libro, “Se li conosci li eviti”, scritto con Peter Gomez, che in 45 giorni non ha avuto alcun preannuncio di querela

A Travaglio piace sottolineare il suo passato e i guru che lo hanno cresciuto. Una velleità cui, probabilmente, chiunque cederebbe. Lui, in particolare, lo fa in modo non a tutti gradito. La sua faccia lo permette. I tratti del viso, e i toni di voce.

Marco Travaglio Parte II

Dei suoi procedimenti penali, e dei risultati degli stessi, potrete leggere qui. Sito non ufficiale.

I fascistelli di destra, di sinistra e di centro che mi attaccano, ancora non hanno detto che cosa c’era di falso in quello che ho detto

Si difende – o meglio, risponde – Marco Travaglio.

Indro Montanelli, alla vigilia di Pasqua del 1988, lo chiamò a collaborare al Giornale. Dicendogli:

Gratis, naturalmente. Anzi dovrai versarmi qualcosa tu per l’onore che ti faccio

E lui narra:

Ho fatto l’abusivo al Giornale come vice-corrispondente da Torino dall’87 al ’92. Il corrispondente era Beppe Fossati, bravo e simpatico, ma con poca voglia di lavorare. A volte scrivevo pure i suoi articoli e lui mi dava cinquantamila lire al pezzo.

Le parole con cui il buon Indro Montanelli descriveva Marco Travaglio sono il sunto perfetto di questa recente, torbida faccenda del nuovo lodo Schifani:

No, Travaglio non uccide nessuno. Col coltello. Usa un’arma molto più raffinata e non perseguibile penalmente: l’archivio

I trombati. Michela Vittoria Brambilla?

brambilla
Michela Vittoria Brambilla nacque quasi 41 anni fa – se li porta bene, su – in quel di Calolziocorte, nella provincia di Lecco. Wikipedia la definisce, a beneficio dei più:

una imprenditrice e politica italiana, ex-presidente dei giovani imprenditori di Confcommercio

Ma anche

Erede di una famiglia di industriali dell’acciaio da quattro generazioni, laureata in filosofia all’Università Cattolica

Una filosofa, dunque.

Michela Vittoria Brambilla si è candidata alle elezioni politiche del 2006 con Forza Italia nella VII circoscrizione Veneto 1, senza però risultare eletta. Successivamente nel 2007 si è autonominata presidente dell’Associazione Nazionale Circolo della Libertà

L’autonomina ha un sapore tutto suo. Non dimentichiamo un altro particolare della sua biografia:

Ha precedentemente lavorato come giornalista televisivo per il gruppo Mediaset

Il Fantasma di Milosevic dietro la nuova Serbia

Tempo di elezioni in Serbia, che poco meno di due mesi fa, si è ritrovata a scegliere il suo presidente.

Allora fu Boris Tadic a vincere. Una vittoria che significo una fondamentale sterzata della Serbia in direzione Bruxelles e quindi Unione Europea.

Da quel giorno accadde un tira e molla continuo, sostenuto anche da una tensione particolarmente elevata, dovuta al fatto che il Kosovo, una regione della Serbia, si era dichiarato indipendente, sostenuto anche dalla comunità europea.

Aldo Moro e Vittorio Zucconi. Storia di un vissuto

Io c’ero, a via Fani. Anni dopo, i brigatisti mi dissero: Noi cercavamo di colpire al cuore lo Stato Italiano, ma scoprimmo… che non ha un cuore

30 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Aldo Moro. L’Italia lo ha ricordato ieri. Più o meno.

Oltre 100 faldoni di documenti, corrispondenti a circa 62 mila pagine, della Commissione stragi – filone Moro sono consultabili in Rete grazie al progetto Commissioni d’inchiesta on-line curato dall’Archivio storico di Palazzo Madama.
Cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e presidente del partito della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Non l’avessero ucciso, era in forte odor di Presidenza della Repubblica. Un’altra storia, per l’Italia. Chissà come sarebbe l’Italia.

Primarie USA: McCain, un re senza corona

In questi giorni democratici e repubblicani si trovano ad avere molti aspetti in comune. Ancora meglio potremmo dire che i loro “premier” candidate Barack Obama, Hillary Clinton e John McCain si ritrovano ad avere molto in comune.

Certo per il povero McCain forse sarebbe stato meglio ritrovarsi ad avere cose in comune solo con Obama, ma putroppo per lui e per il suo partito non è così. Ad ogni primaria, ormai da almeno 3 turni, per McCain è sempre la stessa storia.

75%. Questo è il massimo che il candidato repubblicano riesce a recuperare ad ogni turno di primaria. Niente di più. Certo, direte voi, dalla parte democratica farebbero la fila per riuscire ad ottenere, almeno una volta, un risultato del genere. Assolutamente vero, ma bisogna considerare una condizione fondamentale della primaria repubblicana.

9 maggio 1978: L’Italia si ferma, muore Aldo Moro

Sono passati 30 anni da quel clamoroso 9 maggio 1978. Una giornata che divenne tristemente importante per la storia dell’Italia. Infatti è proprio oggi che, esattamente 30 anni fa, a Roma viene ritrovato in via Caetani il corpo senza vita di Aldo Moro.

Sarà capitato a tutti vedere quelle immagini in cui si vede la ormai famosa renault 4 rossa, parcheggiata appunto in via Caetani, con all’interno il presidente della DC senza vita. Un agonia, quella con epilogo il 9 maggio, iniziata 55 giorni prima con il rapimento da parte delle BR in via Fani, sempre a Roma.

Una storia quella di Moro in questi 55 giorni, travagliata di sofferenza ma soprattutto di misteri. Tanti e troppe cose ancora non sono state definite chiaramente e hanno gettato ombre su quello che, molto probabilmente, era un rapimento risolvibile con il rilascio e non con l’assassinio.