Tassa sui permessi di soggiorno. La proposta della Lega fa discutere

Immigrazione. La proposta della Lega sulla tassa sui permessi di soggiorno fa discutere.

Al Governo, la proposta della Lega non ha entusiasmato. Il Carroccio ha, infatti, presentato un emendamento a firma Claudio D’Amico al decreto legge anticrisi: il provvedimento avrebbe previsto una tassa da 50 euro per il rilascio del permesso di soggiorno agli extracomunitari.

L’emendamento è stato accantonato, in attesa di riformulazione, e non è andato ai voti. Veniva prevista, inoltre, una fideiussione di 10mila euro da parte delle società o da parte dei cittadini stranieri non comunitari intenzionati ad aprire una partita Iva. E l’opinione pubblica si è scatenata.

Cannavaro: Gomorra? Non fa bene all’Italia

Per Fabio Cannavaro Gomorra non giova all’Italia. Per il cinema italiano spero che Gomorra vinca l’Oscar. Ma non penso che gioverà all’immagine dell’Italia nel mondo. Abbiamo già tante etichette negative. Il calciatore entra così, a gamba tesa in un’intervista esclusiva al settimanale Chi, diretto da Alfonso Signorini, sul pluripremiato film che ha vinto agli EFA (European Film Academy), gli Oscar europei, i premi per: Miglior film, Migliore regia, Migliore sceneggiatura, Migliore fotografia e Miglior attore.
Il cruccio di Cannavaro è il cruccio di un italiano all’estero:

Ancora oggi un mio compagno di squadra al Real mi ha detto: ‘Italiano? Mafioso’. È facile che un problema locale venga generalizzato

Natale in Sicilia

La battaglia è lunga e secolare, e abbiamo avuto modo, recentemeente, di ricordarlo:

Costose, inutili, incancellabili: le (finte) promesse sulle province

Mentre il Sole 24 Ore ricordava che nella prima fase di riordino della Pubblica Amministrazione erano sopravvissuti magicamente tutti gli enti messi sotto osservazione dal Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella famosa Legge 6 agosto 2008, n. 133 – la stessa della Riforma Gelmini.
Modernizzare significa sempre calpestare i piedi di qualcuno, leggevo oggi. E in Italia non c’è posto né modo né fantasia per poter affermare il contrario.

Vedi Napoli e poi muori



E’ scoppiato un nuovo scandalo. Un enorme scandalo, che ha come location la città di Napoli. Una città, invero, meravigliosa.


Bufera sul Comune, quindi, per l’inchiesta legata alla delibera Global Service: una gara d’appalto da 400 milioni poi ritirata per mancanza di fondi. Qui la diretta dei fatti. Rutelli si è presentato in procura a Napoli per dichiarazioni spontanee. E’ uscito anche il suo nome.


Rosa Russo Iervolino, oltre ad aver comunicato a Veltroni che non si dimetterà, chiede un confronto in seguito all’arresto di due assessori.


Per riflettere sulle parole di oggi di Gennaro Carotenuto:

…l’unica cosa che conta sono le poltrone, i soldi, la spartizione delle tangenti come delle carriere, E Bocchino di Alleanza Nazionale (quello dei pizzini di Latorre) può dire che lui insieme al deputato del PD Lusetti e al faccendiere Romeo sono “un sodalizio”. E dove il caso Villari, ancor più di Pescara e Napoli ha messo a nudo l’incapacità di scegliere la classe dirigente di centro-sinistra. Hanno fatto un partito con il manuale Cencelli nel quale l’unica cosa che prevale oltre ai giochi di potere è il diritto di veto su tutto


Per riflettere.


Taglia-enti? Non esattamente

Ambrogio Lorenzetti, Allegoria del Buon Governo, 1337-1340, Palazzo Pubblico, Siena. La battaglia è lunga e secolare. E’ tutt’altro che una novità, insomma.

Costose, inutili, incancellabili: le (finte) promesse sulle province

Così titolava il Corriere il 4 dicembre.

Che è quasi un eufemismo, rispetto all’analisi impetosa odierna del Sole 24 Ore (quindi faziosa anche questa?), che il Governo ha dovuto mettere sulla sua rassegna stampa on line.
Insomma, nella prima fase di riordino della Pubblica Amministrazione sopravvivono tutti gli enti messi sotto osservazione dal Decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito nella famosa Legge 6 agosto 2008, n. 133 – la stessa della Riforma Gelmini.

Giustizia? Update: Salerno e Catanzaro fanno pace



[Foto| Wikipedia]


E’ tregua tra le procure di Salerno e Catanzaro.


Raggiunta e firmata – alla stregua di un vero e proprio armistizio – un’intesa per il ripristino della giurisdizione con idonee iniziative processuali. La richiesta del Quirinale è stata, infine, accolta.


Risultato: Why not e Poseidone, le due inchieste al centro della singolar tenzone, della Procura di Catanzaro e diquella di Salerno su presunti illeciti legati alle inchieste di De Magistris proseguiranno. Nelle rispettive competenze.


Decisivo è stato il doppio dissequestro degli atti compiuto prima dalla Procura generale di Catanzaro e poi da quella di Salerno. Fine dei giochi?


Chi è Umberto Bossi?

Ma chi è Umberto Bossi? Perchè poi, ci sono momenti nella vita in cui queste domande sono spontanee. Si è talmente assuefatti ai personaggi, alle presenze e alle loro caratteristiche. Belle brutte buone e cattive. Certo, Umberto Bossi è un personaggione.
Il Senatur non è, invero, un Senatur: è stato eletto nel Ramo alto del Parlamento una sola, inaspettata volta, nel 1987. Invece, Bossi è stato eletto alla Camera dei deputati in tutte le elezioni dal 1992 al 2001, e nel 2008.
Umberto Bossi, chi è? Il fondatore e leader del movimento politico Lega Nord, già senatore, appunto, europarlamentare, deputato, oggi Ministro delle Riforme per il Federalismo.

La calda estate dei sindaci sceriffi

In principio furono gli zoccoli a Capri. O meglio furono vietati. Troppo rumore si disse.
E’ stato pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale (GU n. 186 del 9-8-2008 ), diventando dunque norma effettiva, il decreto che precisa e definisce gli ambiti di applicazione dei poteri speciali conferiti ai sindaci in materia di sicurezza urbana e incolumità pubblica. Il decreto, firmato dal ministro dell’Interno Roberto Maroni lo scorso 5 agosto, ha scatenato la fantasia dei “primi cittadini” del belpaese.
Forse scontenti per la scarsa attenzione dei media in genere sull’ordinaria amministrazione dei consigli e delle giunte comunali, alcuni sindaci della penisola guadagnano, in questi primi giorni dalla firma del ministro Maroni, la ribalta mediatica. O forse si tratta semplicemente della tradizionale virata al pittoresco che quotidiani e tiggì adottano nelle calde settimane d’agosto.

Cugini d’Italia (di terzo grado)


“Michele Novaro incontra Mameli e insieme scrivono un pezzo tutt’ora in voga…”
Sfiorivano le viole, Rino Gaetano, 1976.


ROMA – 20 luglio 2008“Abrogare l’orrendo Inno di Mameli”: la proposta – dopo le polemiche di oggi seguite al gestaccio di Umberto Bossi – arriva dall’europarlamentare leghista Mario Borghezio. “E’ più che comprensibile – osserva Borghezio – il senso di fastidio che Bossi, come ogni buon patriota padano, prova legittimamente nell’ascoltare le note sgradevoli dell’Inno di Mameli. Musicalmente orrendo, lugubre e irrispettoso nel testo che ci vorrebbe spronare ad essere ancor oggi ‘schiavi di Roma’, cioè esattamente il contrario di quello che desideriamo. Sarebbe piuttosto ora, quindi, di provvedere ad abrogare questo vecchio inno in cui non si riconosce né il Nord né il Sud, che ha subìto, come e più di noi, i guasti del centralismo romano”.


Insomma a proposito di repertorio da svecchiare mi pare che anche dalle loro parti hanno un bel da fare. Immancabili, oltre al consueto celodurismo – palesato stavolta a gesti da un Bossi-Spartaco, libero dalle catene di Roma ladrona (?) – varie contumelie sui terùn, minacciosi contaminatori della nobile razza padana, che s’infiltrano subdolamente nel tessuto sociale sotto forma di educatori, maestri e professori. Che infamoni, ma come si permettono? E in nome di cosa? Ci vogliono forse colonizzare? Da qui i 300.000 fucili pronti a sparare. Tutto chiaro adesso?


Scherzi a parte, forse occorre precisare in merito all’affermazione di Bossi sulla presunta occupazione da parte degli insegnanti meridionali nell’istruzione del nord Italia. Basta leggere alcuni dati – un pò meglio dei comizi – delle graduatorie degli insegnanti precari: al nord ce ne sono 40.000 che diventano 70.000 con i 30.000 che arrivano dal sud dove, di contro, ne abbiamo in lista d’attesa 160.000. Nel senso, quattro volte tanto di persone che per concorso e a completamento di un percorso professionale sono abilitati e pronti all’insegnamento. E quelli che emigrano, quei trentamila di cui sopra, spesso fanno le supplenze che i 40.000 dell’inizio del giro forse neanche riuscirebbero a coprire.


E ora, musica maestro!

Fratelli d’Italia,
l’Italia s’è desta,
dell’elmo di Scipio
s’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
che schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Noi fummo da secoli
calpesti, derisi,
perché non siam popoli,
perché siam divisi.
Raccolgaci un’unica
bandiera, una speme:
di fonderci insieme
già l’ora suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Uniamoci, uniamoci,
l’unione e l’amore
rivelano ai popoli
le vie del Signore.
Giuriamo far libero
il suolo natio:
uniti, per Dio,
chi vincer ci può?
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Dall’Alpe a Sicilia,
Dovunque è Legnano;
Ogn’uom di Ferruccio
Ha il core e la mano;
I bimbi d’Italia
Si chiaman Balilla;
Il suon d’ogni squilla
I Vespri suonò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Son giunchi che piegano
Le spade vendute;
Già l’Aquila d’Austria
Le penne ha perdute.
Il sangue d’Italia
E il sangue Polacco
Bevé col Cosacco,
Ma il cor le bruciò.
Stringiamoci a coorte,
siam pronti alla morte.
Siam pronti alla morte,
l’Italia chiamò, sì!

Appresa la notizia dell’incidente occorso al leader della Lega durante l’esecuzione dell’Inno, il PD ha fatto sapere che a queste condizioni il dialogo non può continuare. Il PDL ha ribadito che se ne infischia. Avanti un altro.

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. Il Caimano

Ogni volta che Berlusconi ha conquistato Palazzo Chigi ha provato a forzare l’assetto costituzionale e per prima cosa ha attaccato con violenza la magistratura. Lo ha fatto nel 1994 con il decreto Biondi, primo atto di governo; nel 2001, quando i decreti d’urgenza sulla giustizia furono presentati prima ancora di ricevere la fiducia; e oggi. Con una escalation di violenza nei toni e, ancor di più, nei contenuti dei provvedimenti

Vediamo cosa succede telegiornalisticamente oggi. Con un occhio particolare. La lente si chiama: Berlusconi+calcio.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 20 giugno 2008

Ore 01:37. Con la sistemazione a tempo di record del mio pc, che mi ha abbandonato giusto giusto ieri notte a causa di un corto circuito, finalmente rieccomi a farvi compagnia come tutte le mattine per la rassegna stampa che vi guida ai fatti più interessanti della giornata. Nel frattempo voglio porgere un sentito ringraziamento ad Angela Gennaro, mia collega qui in Politicalive, per non avervi abbandonato nella giornata di ieri.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 19 giugno 2008

Giornatina niente male, quella di ieri.

La lettura del giornale la mattina presto/ E’ una sorta di realistica preghiera mattutina/ Uno orienta il proprio comportamento/ Nei confronti del mondo o secondo Dio/ Oppure secondo ciò che è il mondo / Entrambe danno la stessa sicurezza/ Quella di sapere come ci si possa stare

Dunque orientiamoci stamane. ITALIA. Partendo da Il Corriere della Sera:

Dal governo sì alla manovra Piano triennale da 34 mld

Attenzione dunque alla politica e all’economia interna, senza dimenticare l’approvazione di ieri della norma blocca-processi e la grande attenzione, come tradizione, agli esami di maturità che oggi vedono protagonista la seconda prova.