Napolitano, cerimonia del Ventaglio

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Oggi la tradizionale Cerimonia del Ventaglio: si tratta del rito di consegna di un ventaglio decorato al Presidente della Repubblica Italiana e ai presidenti della Camera e del Senato. Una tradizione che dura dal 1893. Il ventaglio viene consegnato dal Presidente dell’Associazione stampa parlamentare. La cerimonia si tiene ogni anno, tra luglio e i primi di agosto, proprio per la chiusura dei lavori parlamentari per la pausa estiva.

Giorgio Napolitano ha detto oggi:

Sulle intercettazioni, un problema di revisione delle regole esiste, ed è condizione necessaria per arrivare a regole e condivise

E sulla legge sulla sicurezza:

La mia non è stata promulgazione con riserva, ma piena. Chi mi critica, non conosce la Costituzione. Quanto all’appello per una tregua durante il G8, ho fatto il mio dovere

Foto|Wikipedia

Diritto alla rete, on line l’appello

nuovobanner2Si riceve e si riporta nella sua integrità dalla pagina creata sul social network Ning. L’appello è opera di Alessandro Gilioli, Guido Scorza e Enzo Di Frenna. E’ possibile aderire scrivendo a [email protected]. E’ anceh possibile pubblicare il banner sul proprio sito (foto qui) o postando testi sulla pagina dell’iniziativa.

Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere.

Le disposizioni contenute nel Decreto Alfano sulle intercettazioni rientrano all’interno di questa offensiva.

Il cosiddetto obbligo di rettifica imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a …. ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti – in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell’obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti – rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet. Segue.

Intercettazioni, Napolitano convoca Alfano

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Giorgio Napolitano ha convocato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano. Secondo i quotidiani e le agenzie di oggi, durante l’incontro si sarebbe toccato il delicato punto del disegno di legge sulle intercettazioni.

Al Quirinale, Napolitano avrebbe fatto sapere che insomma, se sul suo tavolo dovesse arrivare quel provvedimento intonso, così com’è, senza “differenze”, il Capo dello Stato non firmerebbe. Il ddl intercettazioni è fortemente contestato da magistrati e da giornalisti (la sui attività molto cambierebbe, come si sa), che hanno indetto uno sciopero il 14 luglio.

Parole chiave all’italiana

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Interessante la considerazione contenuta nel post di Enzo Di Frenna di oggi. Una domanda semplice e proprio per questo di gran forza ed efficacia. Ovvero: quali sono le parole chiave in Italia di questi tempi? Certo, danno una cifra di cosa si parla, di cosa interessa, e di cosa si cerca e si approfondisce. Il tutto in questi ultimi mesi.

Eccole, dopo il salto.

Intercettazioni: Di Pietro e Napolitano, la storia infinita

Antonio Di Pietro chiama nuovamente in causa Giorgio Napolitano. Da lui vorrebbe altro, rispetto a quello che fa, firma, dice. Nuovo appello per il capo dello Stato, dunque, da parte del leader dell’Italia dei Valori. Perché a breve, sul tavolo del Presidente della Repubblica, arriverà una nuova legge assai contestata e sulla quale le polemiche non finiranno. Si tratta della legge sulle intercettazioni.

Antonio Di Pietro rialza il tiro, dunque. A pochi giorni di distanza da quanto accaduto a Piazza Farnese. L’ex magistrato è tutto tranne che pentito in merito alla vicenda. Per quelle dichiarazioni, Di Pietro è stato iscritto nel registro degli indagati.

Giustizia, Italia peggio di Angola e Gabon

Giustizia, maglia nera per l’Italia. Peggio di Angola e Gabon. Che il Bel Paese non se la sia cavata mai bene con le classifiche internazionali, è cosa risaputa – prendete quelle sulla libertà di stampa di organizzazioni come RSF o Freedom House. E siccome le piccole democrazie, a volte, regrediscono, ecco che, per l’Italia oggi lo si può scrivere nero su bianco anche in tema di Giustizia. Secondo la Banca Mondiale – nell’ultimo rapporto Doing business (principalmente finanziario, con consigli su dove conviene investire) – l’Italia, in base al parametro del sistema giudiziario civile, è centocinquantaseiesima (su 181 paesi).

A dare eco alla notizia in Italia è il primo presidente della Cassazione, Vincenzo Carbone. Lo riporta senza mezzi termini nella relazione con la quale ha inaugurato l’anno giudiziario presso la Suprema Corte. Che ha redarguito i suoi in merito alle manie mediatiche da evitare, perché i processi mediatici fanno solo male alla giustizia. Ha da dire anche sulle intercettazioni telefoniche: troppo reiterate nel tempo.

Dovrebbero essere vietate le proroghe se nel periodo inizialmente stabilito non si sono raggiunti risultati apprezzabili, tranne casi eccezionali, rigorosamente motivati

Intanto, siamo 156esimi.

Intercettazioni, parla Berlusconi (rischiando l’itterizia)

Intercettazioni. Siete curiosi di sapere come andrà a finire? Chiedetelo a Silvio Berlusconi. Nessuno potrà rispondervi – se lo vorrà – con più certezza di lui. Ecco perchè oggi il Giornale – che NON è affatto un giornale di parte e di partito – lo intervista, lieto del tempo che il Premier vuole concedere alla corretta informazione e al suo popolo, che certo ha il diritto di sapere.

Vi lascio naturalmente il gusto di leggere e assaporare la versione integrale dell’intervista. Vi soffermerete, probabilmente, in particolare su quei passaggi significativi che parlano di restrizioni nelle intercettazioni, di archivio Genchi e l’apoteosi:

Quando sento parlare di dialogo mi viene l’itterizia

Il turpiloquio non è mai gradito, in effetti.

Archivio Genchi, trema la politica

Lo chiamano “l’orecchio che ascoltava tutto il potere“. Ma soprattutto: lo chiamano, in causa. Certo, è singolare che a noi comuni mortali venga raccontato dell’esistenza dell’archivio Gerli proprio ora. Qui la notizia di cronaca. Gioacchino Genchi è un consulente informatico. Lavora per molte procure, in tutta Italia.  La storia va avanti da un bel pezzo, e ora esce fuori in relazione al caso De Magistris. E, soprattutto, siccome ora anche il Silvio Berlusconi ne parla, ha trovato asilo – malamente – anche sulla nostra beneamata stampa.

Il nostro scrive oggi sul suo blog (che si chiama, significativamente, Legittima difesa) , e anche Antimafia Duemila lo riprende. Vi segnalo l’interessante lettura.

Una vicenda a uso e consumo del già complesso dibattito sulle intercettazioni. Come finirà?

Berlusconi, ovvero: quando l’impunità non basta

Si può fare di più, si può dare di più. Ovvero: mica finisce qui. Cambiamo la Costituzione? Introduciamo impunità? Modifichiamo le leggi? Legiferiamo ad hoc? Certo, ma sono solo briciole. Silvio Berlusconi non si ferma.

Cosa ti manca, cosa non hai…

Ma se afferri un’idea, che ti apre una via…

Lo stuolo – temibilissimo stuolo – di avvocati costituenti la difesa del Primo Ministro italiano, al secolo Silvio Berlusconi, ha preparato una nuova mossa. Preparata e messa in atto. Ha, infatti, presentato un ricorso in Cassazione. Il ricorso si oppone al provvedimento col quale i giudici della quinta corte d’Appello di Milano hanno respinto la ricusazione nei confronti del giudice Nicoletta Gandus il 17 luglio scorso. La Nicoletta, infatti – lo si ricorda – è colei che deve giudicare il premier e l’avvocato inglese David Mills per corruzione in atti giudiziari.

Intercettazioni, ovvero: come ti solidarizzo col Prodi

Le esigenze? Quando non ci sono, è il caso di crearle. In questi giorni di fine estate e controesodo, toh, sbuca fuoti l’artefatta neceessità dell’autunno. Quella che vorrà portare avanti quest’assoluta, primaria esigenza di porre fine – la giusta regolamentazione – alle intercettazioni.
Più della fame, più della disoccupazione, più della mafia. Il primario problema italiano è costituito dalle intercettazioni.
Nulla di naturale e di spontaneo sembra esserci nell’ultimo fantasma dell’estate. Nella intercettazioni pubblicate a Romano Prodi che tanto hanno commosso Silvio Berlusconi.

La Vendetta Del Fantasma Formaggino

Formaggio. Buono il formaggio. Italiano, il formaggio. Base delle nostrane politiche economiche, il formaggio. Necessaria presenza nel bouquet di offerta del Made in Italy nel mondo, il formaggio. Tipico, l’Italia non teme rivali, viva il formaggio. Neanche i francesi. Ci vedono col binocolo, nonostante la loro grandeur, in termini di beneedetti formaggi.
Fuso, spalmabile, formaggio grattugiato, zzi suoimozzarelle, provola, stracchino, gorgonzola. Sottilette, mozzarelle di bufala, scamorze, parmigiano, asiago, la lista è assai lunga e succulenta. Al solo pensiero, la fame avanza e lo stomaco danza, anche se sono le 10 di mattina. Si impone la gustosità di una colazione a base di tramezzino, chissà, pomodoro e mozzarella. Spinaci e mozzarella filante. Prosciutto e formaggio.
Parola chiave: genuinità. Garantita dai più famosi brand italici.

L’alta qualità italiana

Garantita, nè.

E se il formaggio in questione è scaduto da più di 20 anni?

Berlusconi e gli scellerati

Lo si diceva ieri. Il Consiglio dei Ministri non ha oggi esaminato il decreto legge sulle intercettazioni.
E Silvio ce l’ha col mondo.

Gli attacchi dei giudici non ci impressionano

E questo si era capito.

Rinuncio a ogni vantaggio, non ho bisogno di nuove norme giudiziarie. Mi sono sempre difeso nei processi e sono il recordman dei processi con 2.500 udienze

Io, da Premier, non ricorderei il numero delle udienze cui ho preso parte…

Querela di qualità

Gli hanno detto

chiedi scusa

Ha risposto

Manco per niente

Io credo che Gasparri abbia… Detto un miliardo di balle

Non chiede scusa, Antonio Di Pietro, che ieri ha dato al Premier, a occhio e croce, del magnaccia. La bufera è scoppiata, sono giorni che i telegiornali continuano a ripetere

Il dialogo con l’opposizione è irrimediabilmente chiuso

Delle intercettazioni

Volevate sapere davvero tutto questo? Da Silvio, veniamo a a conoscenza del fatto che 789 Pubblici Ministeri e Magistrati si sono interessati all’uomo di Arcore nella loro attività lavorativa dalla di lui discesa in campo. Prima domanda. Abbiamo 789 comunisti nella nazione e non lo sapevamo? Una bella media, sui 9000 magistrati sparsi sul territorio nazionale (e considerando che la Sinistra è, ad esempio – ma è solo un esempio – scomparsa dal Parlamento). Direte voi: non ha mica detto comunisti. Parla di accanimento giudiziario. Giusto. Dal 1994, 789 tra Pubblici Ministeri e Magistrati non avevano, evidentemente, nessun criminale di meglio da perseguire. Questa non se la perde neppure Beppe Grillo.
Volevate sapere davvero tutto questo? Seconda domanda. Perchè Silvio Berlusconi è andato alla Confesercenti? Certe voci dicono: visto che la Confesercenti si dichiara bipartisan, ma neutra poi non lo è del tutto, è andato volontariamente a prendersi i fischi, per dimostrare che così non è. Terza domanda. Le intercettazioni. Ma voi. Volevate sapere davvero tutto questo?