Obama vs McCain: Se anche McCain appoggia Obama

Strani scenari si stanno creando in quel degli Stati Uniti con circa due settimane alla votazione più importante del 2008, non solo per il paese a stelle e strisce, ma anche per tutta la popolazione mondiale che spera dalle urne americane non esca solo il nuovo presidente che siederà alla White House, quanto anche l’uomo che sia in grado di dare una stabilità definitiva ad un mercato ancora troppo poco equilibrato.

Obama vs McCain: le confessioni di un Clintoniano

Quante volte mi sono ritrovato a scrivere qui, su Politicalive, delle primarie e successivamente delle presidenziali negli Stati Uniti d’America, ma soprattutto quante volte mi sono trovato di fronte al bivio di dover scegliere per chi, superando quella barriera che è la propria tendenza politica, dovrebbe essere il proprio presidente degli USA. Ai miei tempi, durante una primaria molto combattuta nei reparti democratici, mi ritrovai ad appoggiare apertamente Hillary, a mio parere il Vero cambiamento per un paese come gli Stati Uniti.

Il ritorno della figliol prodiga

Finalmente il giorno è giunto. Quasi come se fosse una specia di “Judgement Day”, il giorno del giudizio. Perchè tutti in fondo si aspettavano con tanta ansia ed emozione il ritorno pubblico di Hillary Rodham Clinton dinanzi all’elettorato americano, di fronte al quale inevitabilmente avrebbe dovuto fare passare l’importanza di un messaggio sopra gli altri: “Votate Obama e non McCain”.

Obama’s Convention

Il candidato alla presidenza degli stati Uniti, Barack Obama, ha scelto come vice il senatore 65enne, Joseph Biden. Un nome una sorpresa. Fino a un certo punto.
Biden è noto ai più per la sua grande esperienza nella gestione degli affari internazionali. Nome completo: Joseph Robinette Biden Junior. Nel Campidoglio Made in Usa siede per il Delaware.
Approdato in Senato nel 1973, a 3o anni è stato il sesto senatore più giovane degli Stati Uniti. Il Time lo aveva piazzato tra i 200 volti del futuro. E’ cattolico e viene dalla Pennsylvania.
Perchè Biden? Per la politica estera. Punto debole e cruccio del bell’Obama, privo, secondo le critiche, della dovuta esperienza.

Hillary e Barack: Una pace solo mediatica

Li abbiamo visti, Hillary Clinton e Barack Obama, scannarsi nei modi più disparati, fortunatamente solo a livello verbale, per accaparrarsi il predominio dei democratici a stelle e strisce. Poi, improvvisamente, la svolta.

Un “amore” nascosto, che è poi emerso davanti alle telecamere, davanti all’opinione pubblica di ogni comizio che porta verso le presidenziali di novembre. Che questa unione sia solo una pace mediatica?

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 28 giugno 2008

Ore 00:53. Una rassegna stampa che vede, come difficilmente accadeva in questo periodo, una notizia che viene ripresa da quasi tutte le testate giornalistiche. Lo sconvolgente aumento dei prezzi di “tutto” quanto sia pagabile sta facendo impazzire l’Europa che si ritrova con sempre meno soldi. Una situazione che costringerà le organizzazioni internazionali a trovare una soluzione, prima che sia troppo tardi.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 09 giugno 2008

Ore 01:09. L’eco dell’abbandono di Hillary Clinton dalle primarie democratiche si fa ancora sentire in alcuni paesi del vecchio continente, ma come spesso è usanza la domenica, ma ancor più in particolare nel weekend, l’attività politica tende spesso a stabilizzarsi e a concentrarsi sui piccoli problemi nazionali che ogni stato possiede. Poche le notizie riprese da tutti i quotidini a parte le vicende sportive di Euro 2008, ma quello è un altro discorso (ma a tal proposito un bel FORZA ITALIA per questa sera non me lo toglie nessuno). Tutto questo mentre il caro-petrolio impazza in tutta Europa quasi fosse una nuova malattia…

Rassegna Critica – Vengo dopo il Tiggì. E dopo il Gay Pride

Taaaaaaaanto se n’è parlato, di questo benedetto appuntamento. Taaaaaaanto. Polemiche a non finire, in tempi di cambi al vertice nell’Urbe. Da Veltroni ad Alemanno, uno che di sicuro nella vita come primo provvedimento politico non penserebbe esattamente alla difesa del Gay Pride.
Tempi in cui il Ministro più piacente della storia della Repubblica italiana – dicono così, e come dare torto – ha negato il patrocinio delle Pari Opportunità al Gay Pride in questione. E giù la polemica – il dibattito? il confronto? la crescita? in teoria… – per giorni e giorni, all’epoca dei fatti. Ciò detto, uno si aspetterebbe, per completezza di informazione, che ci sia l’ultima puntata della vicenda, nei tg del giorno del fattaccio. E cioè ieri, giorno in tutt’Italia – anche Roma – si è svolta l’anteprima del Gay Pride, che si terrà quest’anno, in salsa nazionale, a Bologna.
Quindi sarà in agenda, no, nelle edizioni di ieri sera dei pregevoli tg nazionali? Il Tg1 parte con l’intervista esclusiva a Bush di Gianni Riotta.

World Press – Rassegna Stampa del 05 giugno 2008

Ore 02:20. E’sempre Barack Obama il protagonista dei maggiori quotidiani mondiali, alla cui vittoria nelle primarie democratiche fa eco la sconfitta e il futuro ancora incerto di Hillary Clinton. Una Clinton che nei prossimi giorni si troverà a dover decidere sul proprio futuro all’interno del partito con la obbligata scelta di divenire o no il vice-presidente del senatore dell’Illinois.

Chiudi le valigie Obama, si va a Washington!

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In aria di Europei non può che risalire quell’atmosfera nell’aria. Quello spirito calcistico, e al tempo stesso azzurro, che ci ha fatto rabbrividire mentre uno dei migliori commentatori italiani di sempre ci invitava a chiudere le valigie e partire per la destinazione del prossimo turno.

Sfruttando quel motto che divenne così famoso anche grazie alla vittoria del campionato del mondo di calcio non posso che rivolgere lo stesso invito ad Obama.

Il mio sostegno per la bionda Hillary rimane è ovvio, però direi che ormai i giochi sono talmente tanto finiti che, nonostante il coloured candidate non abbia ancora vinto ufficialmente, e come se lo fosse già vincitore.

Clinton’s List

Dal titolo di questo articolo qualcuno di voi potrebbe iniziare a pensare a qualche somiglianza con quel film di Steven Spielberg che, nel 1993, catturò l’attenzione di tutti nei confronti del “prima sconosciuto ora famoso” Oskar Schindler.
In questo caso non si tratta di nulla di ciò. Anzi, si tratta di qualcosa di completamente diverso. La lista di Clinton infatti non è una lista di nomi da salvare.
La Clinton’s List la potremmo forse definire meglio come una black list, una lista nera dove sono indicati tutte quelle persone, quelle organizzazioni, quei media che per un motivo o per l’altro hanno portato alla sconfitta di Hillary (ancora non ufficialmente, ma in dirittura di arrivo).

Primarie USA: Benvenuti all’Obama’s One Man Show

La campagna elettorale statunitense, così come le primarie in se, sta avviandosi verso la conclusione, con dei risultati che ormai probabilmente anche i muri riescono a ricordare senza problemi.

Uno spettacolo si potrebbe definire tutto ciò che accompagna un’elezione. Uno show che ha tanti protagonisti, qualche comparsa e naturalmente dove c’è sempre il cattivo, ma con la possibilità che il buono non vinca.

E così in questa situazione di “finzione” teatrale da palcoscenico, ecco che il protagonista principale non può che essere il junior senator of Illinois, Barack Obama.

Primarie USA: Edwards il diplomatico, ma anche un po’ guerrafondaio

Dopo la straripante vittoria ottenuta da Hillary Clinton in West Virginia era normale, quasi scontato, aspettarsi dal Democratic National Committee una mossa per ristabilire quell’equilibrio interno al partito che dovrebbe vedere Obama leader fino al termine delle elezioni.

Cosi per dissipare le speranze della bionda candidata ecco che John Edwars, altro candidato alle elezioni presidenziali sempre di fede democratica, decide di abbandonare la sua candidatura, sostenendo apertamente un candidato.

Di quale candidato si potrà trattare? Di Hillary Rodham Clinton o dell’ Illinois senator Barack Obama?

Primarie USA: La statistica parla, Obama presidente

Se nella realtà il buon Barack Obama è ancora impegnato in una lotta, a questo punto impari, contro la bionda Hillary in attesa di scontrarsi contro il repubblicano McCain, il toto-presidente è già in atto.

Sempre con la speranza che chi fa i sondaggi negli Stati Uniti non sia la stessa persona, o gruppo di persone, che li fa in Italia sembra che il prossimo presidente potrebbe essere Barack Obama.

Un’affermazione questa che deriva da alcune considerazioni che ci fanno rileggere in chiave decisamente differente anche l’importanza della vittoria nelle primarie democratiche.