Sky contro il Governo



[photo | Flickr] Questa foto si chiama: Fire in the Sky. Appunto.


Nel pacchetto anticrisi varato venerdì dall’esecutivo c’è la sorpresa pay-tv. Regalo di Natale per Murdoch: raddoppia l’Iva sugli abbonati.


Da Spinoza:

Aumenta l’Iva sulle pay-tv. Berlusconi si difende dalle accuse di conflitto di interessi: “Ero convinto che anche Sky fosse mia”


Anche Macchianera ci dà giù, con le sue leggendarie vignette. L’AD di Sky Italia, Tom Mockridge, non ha esattamente preso bene questa faccenda dell’aumento dell’Iva sulla Pay-tv deciso dal Governo.

Questa è concorrenza sleale. Così il governo colpisce le famiglie


Neanche Scalfari, a dirla tutta.


Un provvedimento che non è piaciuto a nessuno. La vera notizia è che pare non sia piaciuto neppure al Partito Democratico.


Il nodo di Alfano

Sms sul cellulare – suo, proprio suo – del Ministro della Giustizia dal tono estremamente intimidatorio.
Non manca la classica busta con proiettile e contenente un messaggio con su scritto

Alfano boia

e firmato con una stella a cinque punte, trovata nelle scorse settimane nella sede del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap).

Una stpria cominciata l’estate scorsa. Rusultato: misure di sicurezza per il Guardasigilli rafforzate, e solidarietà bipartisan, naturalmente.

Precari, appuntamento a Roma

Appuntamento a Roma, cari ragazzi. Marcia sull’Urbe. Un’altra, però. SCIOPERO E ASSEMBLEA NAZIONALE DEI PRECARI.
Domani, VENERDÌ 19 SETTEMBRE 2008, Assemblea a Roma, presso il Centro Congressi Cavour, Via Cavour 50/A (stazione Termini) ore 9.30 – 14.00.
Recita il Comunicato Stampa di annuncio della faccenda: COMUNICATO STAMPA. Il Governo Berlusconi, approvando il DPEF, il DDL fiscale e convertendo in legge il d.l. 112, ha provveduto al blocco delle stabilizzazioni di oltre 200.000 precari della Pubblica Amministrazione e all’introduzione di norme anti-precari che nel settore privato precludono ogni speranza di trasformazione a tempo indeterminato per centinaia di migliaia di lavoratori

Bangkok e la solita storia

Quando si leggono un certo genere di notizie, che spesso e volentieri arrivano dai paesi asiatici oppure dai paesi africani, mi verrebbe voglia di preparare un bel documento sempre uguale dove cambiare solamente il nome dello stato, quello della conseguente capitale e quindi il nome del reggente. La motivazione quella no, perchè quando si parla di nuovi governi la motivazione dei problemi può essere una soltanto: broglio elettorale.

Diamo un nome alle cose

Chi ricorda il siparietto musicale che accompagnava le scomode domande che la iena rossocrinita Alessandro Sortino faceva ai politici nostrani fino a pochi mesi fa? Bene, la iena in questione, molti di voi lo ricorderanno certamente, è andata via da mediaset sbattendo la porta, a causa di uno sgradevole episodio di censura della rete su un’intervista fatta dallo stesso Sortino al figlio dell’ex ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Erano i giorni caldi del governo Prodi, ma di politico sembra esserci ben poco. La mancata messa in onda del servizio sarebbe stata infatti causata dallo “scarso equilibrio” palesato dal giornalista: così Sortino, oltre al danno subito nello svolgimento del proprio lavoro, subendo una specie di aggressione da parte dello staff del figlio del ministro, ha dovuto sommare pure la beffa di vedersi rifiutare il pezzo. Comunque, riprendiamo il filo del discorso.
Dicevamo diamo un nome alle cose. Brillante idea quella del giornalista ex Mediaset. E di grande attualità in queste prime settimane estive di fronte ad alcuni annunci fatti dall’esecutivo. Dopo aver salvato l’insalvabile con decreti di ogni genere per sanare Rete 4 e il premier, e dopo aver concesso alla platea un giro di vite con annunci inequivocabili contro la spazzatura e i rom, trattati peraltro in maniera speculare, il governo mette mani alle politiche sul lavoro, sempre più destinato a trasformarsi per un’ampia fetta della popolazione in accattonaggio, a proposito di articolo 3 della Costituzione.
Il confronto tra due lanci di agenzia ci chiarirà le idee. Forse.

Berlusconi e gli scellerati

Lo si diceva ieri. Il Consiglio dei Ministri non ha oggi esaminato il decreto legge sulle intercettazioni.
E Silvio ce l’ha col mondo.

Gli attacchi dei giudici non ci impressionano

E questo si era capito.

Rinuncio a ogni vantaggio, non ho bisogno di nuove norme giudiziarie. Mi sono sempre difeso nei processi e sono il recordman dei processi con 2.500 udienze

Io, da Premier, non ricorderei il numero delle udienze cui ho preso parte…

Matrix. Ci vado… Non ci vado… Non ci vado

Che faccio. Ci Vado? Non ci vado? Potreeeeeeeei ma. No. Forse è meglio dare una determinata risposta. Meglio di no. Con nobile motivazione.
Silvio Berlusconi stasera non sarà ospite della puntata di Matrix. Eravamo qui, tutti pronti a cancellare qualsiasi precedente impegno. Avrebbe dovuto parlare di intercettazioni e giustizia.
Ma no. Non ci va. Giorni, e giorni, e giorni, e giorni e ancora giorni di polemiche tra maggioranza e opposizione. Ma giorni. Sulle intercettazioni.

L’Unione Africana protegge lo Zimbabwe

I commenti dell’Europa sono completamente sfavorevoli all’ennesima salita al potere di Robert Mugabe, in compenso in Africa non sembra essere cosi. L’Unione Africana, riunitasi martedì, ha infatti incentivato il padre-padrone Mugabe e il suo governo a sviluppare un dialogo, seppur difficile da realizzare vedendo la situazione, con l’opposizione per creare una grande coalizione.

Voi come la vedete: E’ giusto dare l’ennesima possibilità di governare a Mugabe?

Querela di qualità

Gli hanno detto

chiedi scusa

Ha risposto

Manco per niente

Io credo che Gasparri abbia… Detto un miliardo di balle

Non chiede scusa, Antonio Di Pietro, che ieri ha dato al Premier, a occhio e croce, del magnaccia. La bufera è scoppiata, sono giorni che i telegiornali continuano a ripetere

Il dialogo con l’opposizione è irrimediabilmente chiuso

Immunità all’estero

Da Democrazia e Legalità:

Questione di stile.

Anna Finocchiaro, presidente Senatori Pd: «Sul lodo Schifani o Maccanico io non ho nessuna pregiudiziale di principio. Nel senso che un sistema di immunità per le alte cariche esiste anche in altri Paesi europei» però «il problema qui è che lo propone il presidente del Consiglio in carica per un procedimento a proprio carico. Diciamo che c’è una ineleganza, una inopportunità che io non fatico a vedere. Mi chiedo se altri fatichino a vederla».
Per bon ton Berlusconi dovrebbe lasciare a loro l’incombenza di proporla?(r.a)

In questi giorni, vi è venuta in mente l’inquietante domanda: Ma perchè, negli altri paesi come funziona?
E poichè Silvio Berlusconi – la frase la Storia la accredita a lui – ha avuto modo di dire, in merito al lodo Schifani Bis, o lodo Alfano, o Pippo, come preferite:

Finalmente l’Italia sta diventando un paese normale

Vediamo se è vero.

“I magistrati cancro della democrazia”. Quando il capo perde la testa

A occhio le ipotesi qui sembrano essere due: o il cavaliere ha capito che se non si da una mossa il processo Mills lo porterà ad una scomodissima condanna, o piuttosto, suggerito da avvocati e consigliori, ha realizzato che le promesse elettorali erano davvero eccessive e ha deciso di puntare alla bagarre istituzionale. Il bello è che in entrambi i casi non sarebbe una novità.
Se infatti pensiamo alla prima ipotesi, quella del caimano mangia-processi, annoveriamo per la cronaca: depenalizzazione del falso in bilancio, legge sulle rogatorie internazionali, legge Cirami sul legittimo sospetto, lodo Schifani sull’improcedibilità contro le alte cariche dello stato, legge Pecorella sull’inappellabilità delle sentenze di assoluzione in primo grado, ex Cirielli per il taglio dei tempi di prescrizione, svariati decreti salva Rete4, riforma della disciplina delle intercettazioni, sospensione dei processi. Gli ultimi quindi anni ci mostrano impietosamente che il cavaliere non è cambiato affatto, e la giustizia è sempre la sua passione, ben aldilà dei suoi studi accademici.
Guardando invece alla seconda possibilità proposta in apertura, definite in passato armi di distrazione di massa, alcune considerazioni su queste prime settimane dell’esecutivo nascono quasi spontanee.

Roma, il buco e il grande bluff

E’ incredibile che si proponga come leader politico. Se sono confermate le notizie sulla bancarotta di Roma, dovrebbe ritirarsi
Bruxelles, 19 giugno 2008, Silvio Berlusconi a proposito di Walter Veltroni
Cancelleremo la Notte Bianca e razionalizzeremo le spese per la cultura, atti necessari per garantire i servizi sociali
Roma, 19 giugno 2008, Gianni Alemanno a proposito del bilancio di Roma
Tre giorni dopo gli attacchi del centrodestra, la replica dell’ex sindaco Walter Veltroni, con le dovute precisazioni e dati alla mano.
Quella del buco del buco di Roma, come è stata definita da chi non sa neanche di cosa parla è una delle più grandi bufale mediatiche che siano mai state inventate, costruite, nel corso del tempo“.
E’ ineditamente scuro in volto, Veltroni, nel giorno della smentita alle accuse mosse dal premier e dal neosindacon Alemanno circa il buco che la sua amministrazione avrebbe lasciato in eredità alla nuova. Parla di strumentalizzazioni politiche che infangano il nome della città.
Poi il contrattacco.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 25 giugno 2008

Ore 01:10. La notte è fonda ormai, così mentre il silenzio avvolge la mia casa e tutto ciò che la circonda mi appresto a presentarvi gli argomenti principali trattati dai giornali internazionali. Da “Il Caimano” allo Zimbabwe di Mugabe tutti gli argomenti, qui nella Rassegna Stampa Internazionale di Politicalive.