Perché domani la scuola scende in piazza

Domani 5 maggio ci sarà lo sciopero generale degli operatori della scuola. C’è chi ha fatto presente che i precari, se non presenziano le lezioni, potrebbero perdere una giornata di lavoro. In pratica il diritto allo sciopero è diritto a metà. Ma perché si sciopera? Abbiamo cercato informazioni sui siti dei sindacati. 

I grandi titoloni dei giornali dicono che la scuola scende in piazza e saranno uniti nella protesta i presidi, i professori precari e chi è impiegato negli istituti privati. Poi però non si capisce bene, al di là della coralità dell’evento, quali sono i contenuti della protesta.

La dichiarazione CISL

Nella riforma del Governo si stanno violando i principi costituzionali che ispirano il sistema scolastico pubblico fondato sulla collegialità, sulla partecipazione e sul pluralismo delle scelte didattiche. Non possiamo trasferire i principi della concorrenzialità nella scuola, dove i docenti saranno premiati dai presidi con criteri a dir poco discrezionali. Si vuole passare dalla scuola della partecipazione a quella di un merito solo apparente. Ma questa non è la buona scuola che rischia al contrario di diventare una sorta di giungla, dove si assegnano ai dirigenti scolastici dei poteri abnormi ed impropri che nulla hanno a che vedere con una sana riforma della scuola.

La dichiarazione CGIL

In sette grandi piazze si terranno altrettante manifestazioni:Aosta, Bari, Cagliari, Catania, Milano, Palermo, Romavedranno sfilare lavoratori e anche studenti, che in un appellohanno chiesto ai loro docenti di aderire allo sciopero proclamato dai sindacati.

UIL online il manifesto dello sciopero.