Parlamento europeo, si parte

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Parlamento europeo, al via la settima legislatura. Di Europa non parla mai nessuno in Italia, se non durante la campagna elettorale per le elezioni europee, che assumono qui un significato, naturalmente, tutto nazionale. A Strasburgo domani, 736 deputati eletti a suffragio universale diretto rappresenteranno più di 500 milioni di cittadini. Per la prima volta, si è votato nei 27 paesi dell’Unione. I deputati vengono da ben 165 partiti e si riuniranno in 8 gruppi politici. Ci sono anche, come in ogni Parlamento che si rispetti, i “non iscritti”.

Il mandato dei deputati durerà cinque anni. L’Europa unita voterà nuovamente nel 2014.

I vip, nel neoeletto Parlamento, non mancano: è pieno di “ex” importanti. Un ex Presidente della Repubblica, otto ex premier, quattro commissari europei del Collegio in carica. Ad approdare a Strasburgo per la seconda volta è ben la metà dell’assemblea, e questa volta ci sono più donne: il 35%, contro il 31 del precedente mandato. Donna è anche il più giovane eurodeputato: 25 anni, viene naturalmente da un paese scandinavo, la Danimarca. Il più anziano non solo è uomo, ma è anche, naturalmente, italianissimo e noto ai più: Ciriaco De Mita, 81 anni.

Lunedì verrà festeggiato il 30° anniversario dell’elezione a suffragio universale diretto del Parlamento. La Filarmonica di Strasburgo e il coro dei “Petits chanteurs” allieteranno l’Europa con La forza del destino di Giuseppe Verdi e con l’inno europeo, che è l’inno alla gioia di Beethoven. E martedì, finalmente, il via ai lavori parlamentari. Verrà eletto il nuovo Presidente del Parlamento: non sarà Mario Mauro, che insieme al polacco Jerzy Buzek era candidato. Mauro, europarlamentare del Pdl, ha rinunciato:per evitare, spiega, un’inutile spaccatura nel Partito Popolare Europeo di cui fa parte.

Seconda tappa l’elezione dei quattordici vicepresidenti del Parlamento, sempre a scrutinio segreto. Resteranno, come il presidente, in carica per due anni e mezzo.

In agenda, il Parlamento ha già temi importanti: la crisi, i cambiamenti climatici, la ratifica del trattato di Lisbona. E la politica estera: Iran, Cina e Honduras prima di tutto.

Foto|Wikimedia

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