Berlusconi attacca i giudici e “corteggia” l’UDC

Foto: AP/LaPresse

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervendo questa mattina prima alla trasmissione televisiva “Mattino cinque” e , successivamente, con un audio messaggio sul sito dei “Promotori della libertà”, è tornato ad attaccare i giudici, ribadendo che la riforma della giustizia “è necessaria, perchè è un’ emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello stato costituiscono una vera emergenza democratica”. Per il premier, infatti, molte sentenze, anche della Corte Costituzionale, “sono spesso politicamente orientate”.

Quanto a Fini, Berlusconi non ne chiede le dimissioni da presidente della Camera, ma rimette la decisione “alla sua coscienza e alla sua dignità”, anche se comunque, spiega, “la maggioranza che lo ha eletto non si riconosce più in Gianfranco Fini”. Quindi, il pensiero va all’ UDC di Casini, che, dice, “ha perso una grande occasione: poteva sostiture con i suoi parlamentari i parlamentari di Fli”, e aggiunge:”Speriamo che si ravveda”.
Il premier dice anche di avere già in mente a chi potrebbe, in futuro, passare la guida del paese, anche se non fa nomi, ma parla di “una serie di protagonisti del governo del PDL che stanno diventando classe dirigente”.

Bombe alle ambasciate svizzera e cilena a Roma. Maroni: pista anarchica.

Allarme generale nelle sedi diplomatiche per due pacchi bomba esplosi uno all’ ambasciata svizzera e l’ altro all’ ambasciata cilena a Roma. Il primo pacco, nella sede diplomatica elvetica, ha ferito alle mani un addetto al ricevimento corrispondenza di 53 anni, che è stato poi ricoverato e operato, e non dovrebbe essere più a rischio amputazione. Il secondo pacco, esploso nell’ ambasciata cilena, ha colpito un funzionario amministrativo di 46 anni, poi ricoverato con ferite alle mani e bruciature al volto.
All’ ambasciata ucraina è stato invece segnalato un oggetto sospetto, ma i carabinieri, allertati da un vigilante, hanno constatato che non era un pacco esplosivo. Allarmi simili, rimasti fortunamente infondati,  anche alle sedi diplomatiche della Slovenia e dell’ Estonia.

Il ministro degli Esteri Frattini ha allertato anche le ambasciate italiane all’ estero, mentre in tutte le sedi diplomatiche a Roma sono stati fatti accertamenti.
Anche l‘ ambasciata UE a Berna è stata parzialmente evacuata nel pomeriggio dopo l’ arrivo di un plico sospetto senza mittente, indirizzato all’ ambasciatore UE, Michael Reitener.

La Prestigiacomo lascia il PDL ma rimarrà ministro

Foto: Ap/LaPresse

Il ministro dell’ Ambiente Stefania Prestigiacomo ha annunciato oggi, in lacrime, la sua intenzione di lasciare il suo partito, il PDL, per andare nel gruppo misto, anche se ha fatto sapere che rimarrà al governo “finchè Berlusconi lo riterrà”. Il ministro oggi chiedeva che fosse rinviata in Commissione, per un approfondimento su una norma, la legge, poi approvata alla Camera, contenente interventi per agevolare la libera imprenditorialità e il sostegno del reddito. La Prestigiacomo aveva spiegato ai deputati che stava lavorando a una soluzione da inserire nel decreto “milleproroghe” e per fare ciò occorreva un rinvio della legge. Ma il rinvio viene bocciato per tre voti, con la maggioranza che vota contro il governo, mentre dai banchi del PDl qualcuno gridava “dimissioni, dimissioni”. La Prestigiacomo accusa poi il capogruppo del PDL Cicchitto di non averla ascoltata, esponendo il governo a un voto rischioso., e  ha dichiarato:”Di sicuro Fabrizio Cicchitto non può più essere il mio capogruppo”.

Cicchitto ha poi ribattuto: “Sono assai spiacente per ciò che ha dichiarato il ministro Prestigiacomo, ma ho il dovere in primo luogo di ascoltare i parlamentari del gruppo che hanno lavorato per lungo tempo a questo provvedimento senza che fosse venuta nessuna indicazione diversa da parte del ministro”. “Su questo provvedimento” ha aggiunto “si è registrato un largo schieramento favorevole che è andato al di là della maggioranza”.

Università, bagarre al Senato. Studenti: cortei “a sorpresa” – FOTO

Foto: AP/LaPresse

E’ stata assai caotica la seduta di oggi, al Senato,durante la quale si discuteva la riforma dell’ università:la vicepresidente di turno, la leghista Rosi Mauro, incalzata dall’ opposizione e per accellerare l’ iter del provvedimento, ha iniziato a far votare emendamenti a raffica, dando luogo ad una confusione totale, culminata con l’ approvazione di alcuni emendamenti del PD. A questo punto, però, il presidente Schifani, accortosi della situazione di caos, ha convocato prima la conferenza dei capigruppo e poi la giunta per il regolamento, decidendo alla fine di ripetere le votazioni contestate, poichè, ha spiegato, “con il caos in aula i senatori non sapevano cosa stavano votando”.

In seguito, nel dibattito in Aula, si sono espressi contro la decisione di Schifani sia la capogruppo del PD, Anna Finocchiaro, sia quello dell’ IDV, Felice Belisario, mentre favorevole a rifare il voto si è detto il capogruppo dell’ UDC Giampiero D’ Alia.

Il governo, però, non può correre il rischio di un ritorno alla Camera del ddl Gelmini: se, infatti, al primo passaggio, Futuro e Libertà ha votato a favore, adesso che il partito si trova a tutti gli effetti all’ opposizione, potrebbe cambiare orientamento, come ha spiegato il finiano Granata, per il quale “un breve stop  alla Gelmini per una serie di audizioni sarebbe un grande segno di civiltà e di ascolto da parte della politica, e “smorzerebbe polemiche”.

Berlusconi: patto tra Fini e l’ Anm. Il presidente della Camera: una barzelletta.

Foto: AP/LaPresse

Il nuovo attacco del premier Berlusconi al leader di Futuro e Libertà Gianfranco Fini coinvolge stavolta l’ intera magistratura : per il Cavaliere, infatti, l’ Anm, l’ Associazione nazionale magistrati, “proteggerebbe” il presidente della Camera. Ci sarebbe, insomma, un vero e proprio  accordo, per il quale Fini ed i finiani non farebbero niente ai magistrati, ed in cambio questi ultimi avrebbero garantito “protezione” ai  futuristi. La legge sulle intercettazioni, in particolare, si sarebbe arenata alla Camera dopo un incontro tra Fini e i vertici dell’ Anm, mentre alcuni emendamenti a tale legge sarebbero stati suggeriti proprio dal presidente dell’ Anm Palamara alla finiana Giulia Bongiorno, presidente della Commissione Giustizia alla Camera.
Il presidente della Camera avrebbe commentato seccamente, dicendo: “E’ una delle tante barzellette del vasto repertorio di Silvio Berlusconi.

Auguri Natale 2010 di Roberto Calderoli

Condividiamo qui con tutti il biglietto di auguri del ministro della Repubblica Roberto Calderoli. Due files (fronte e retro) della cartolina d’auguri per queste feste 2010. Commentate se vi va. Naturalmente la polemica è già scoppiata.

Maroni critico sul rilascio dei manifestanti fermati. Alfano invia gli ispettori, protesta l’ Anm.

Foto: AP/LaPresse

Il ministro dell’ Interno Roberto Maroni ha riferito oggi al Senato sugli scontri avvenuti nella capitale il 14 dicembre e, dopo quelle di ieri del sindaco Alemanno, anche lui ha mosso le sue critiche alla scarcerazione dei manifestanti fermati, dichiarando: “Rispetto ma non condivido la decisione dei giudici”. Il ministro dell’ Interno ha poi espresso apprezzamento per il Prefetto ed il Questore di Roma e per le forze dell’ ordine, che “hanno gestito in maniera oculata una situazione di criticità”, ha ribadito che martedì non c’ era “nessuna zona rossa” come a Genova, e che adesso, in vista della discussione della riforma dell’ Università al Senato,  la prossima settimana, sarà necessario “adeguare tempestivamennte la gestione dell’ ordine pubblico per prevenire altre occasioni di guerriglia urbana”. Inoltre, ha detto di ritenere le ipotesi riguardanti la presenza di “infiltrati” tra le forze dell’ ordine “destituite di ogni fondamento”, e, pur ribadendo il ” diritto a manifestare”, ha invitato a “isolare i violenti” che prendono “in ostaggio i cortei”, che ha definito “una minoranza fatta di professionisti della violenza”.

Intanto, il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha deciso di inviare ispettori per accertamenti sui rilasci,provocando la ferma reazione dell’ Associazione nazionale magistrati, che, in un comunnicato, “esprime preoccupazione” per l’ iniziativa, che giudica “un‘ indebita interferenza nello svolgimento dell’ attività giudiziaria che rischia di pregiudicare il regolare accertamento dei fatti e delle responsabilità dei singoli”. Nella nota si legge inoltre:  “La nostra condanna degli episodi di violenza è ferma e netta, e l’ Anm esprime solidarietà agli appatenenti alle forze dell’ ordine rimasti feriti nello svolgimento delle loro funzioni. Ma abbiamo il dovere di ricordare che alla magistratura è affidato il delicatissimo compito di accertare responsabilità individuali”.

Roma, scarcerati i fermati per gli scontri. Polemica Alemanno-Anm

Foto: AP/LaPresse

Il tribunale penale di Roma ha rimesso in libertà 22 dei 23 manifestanti arrestati in seguito agli scontri avvenuti martedì nella capitale. Tre di loro sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, e saranno processati il 17 febbraio, mentre per altri otto, il cui processo si svolgerà il 15 febbraio , vi è anche l’ accusa di lesioni. Le scarcerazioni sono state disposte poichè, per i giudici, è “necessario approfondire il quadro delle accuse”. Per l’ avvocato Albertini, “Ci sono contestazioni che non stanno in piedi”.
Il ragazzo messo ai domicilari è Mario Miliucci, di 32 anni, senza precedenti, figlio di un avvocato, che lo ha anche difeso oggi in tribunale, e di Vincenzo Miliucci, storico leader dell’ autonomia operaia romana. E’ accusato di resistenza aggravata e danneggiamento aggravato, e gli viene anche contestato l’ uso di due pietre da 2,5 chili ciascuna.
Già da stamattina, davanti al Tribunale, si erano radunate alcune decine di giovani, esponendo striscioni che chiedevano “libertà per tutti- tutte”, e si sono verificati anche alcuni tafferugli con gli agenti.

Il giovane di 16 anni fotografato durante gli scontri con in mano prima una pala, poi uno sfollagente e un paio di manette, è stato accompagnato in un centro di accoglienza per minori, ed è a disposizione dell’ autorità giudiziaria competente. Le foto che lo ritraevano avevano sollevato il sospetto che ci fossero infiltrati delle forze dell’ ordine tra i manifestanti. ma gli inquirenti hanno fatto sapere che avrebbe aggredito lui un finanziere, portandogli via le manette e lo sfollagente.
E’ stata invece disposta dal questore di Roma Tagliente un’ indagine interna per appurare chi fossero gli agenti coinvolti nel pestaggio di un manifestante a piazzale Flaminio, che era stato ripreso in un video diffuso su internet. Tagliente ha fatto sapere che una volta identificati i poliziotti responsabili saranno presi “i successivi provvedimenti del caso”.

Fini, Casini e Rutelli fondano il “polo della Nazione”. Berlusconi a caccia di parlamentari

Foto: AP/LapResse

Dopo il voto in Parlamento, con la mancata sfiducia al governo, il leader di Futuro e Libertà, Gianfranco Fini, quelli dell’ UDC Casini e dell’ API Rutelli si sono incontrati all’ Hotel Minerva, e, al termine del vertice, hanno deciso di dare vita ad un coordinamento unico, un “terzo polo”, dal nome ancora da definire (c’ è chi vorrebbe “Polo della Nazione”, Casini suggerisce “Polo per l’ Italia”) che, secondo quanto annunciato dal segretario UDC, potrà contare su oltre 100 parlamentari. In una nota comune, si legge: “I rappresentanti di UDC, FLI, API, MPA, LIBDEM, repubblicani e liberali hanno costituito il Polo della Nazione dando vita ad un coordinamento unitario”, che sarà “una forza di opposizione seria e responsabile, pronta a confrontarsi su eventuali provvedimenti che vadano incontro agli interessi generali degli italiani”.

Il premier Berlusconi, intanto, dopo la fiducia ottenuta a Camera e Senato, ritiene quindi “sconfitta la congiura di Fini e della sinistra”, pensa che il Terzo polonon ha più prospettive”, e, pur ammettendo di aver guadagnato ieri una maggioranza risicata, intende aprire a “singoli deputati che militano in partiti di cui non condividono più la linea”, eventualmente anche “deputati di FLI che non sono più d’ accordo con Fini”, anche perché, aggiunge, “abbiamo diversi posti liberi nel governo e quindi possiamo rinforzare la squadra”, anche se precisa, “non offriamo posti per convincere qualcuno”, ma dice di voler verificare “se vi sarà la disponibilità di altri gruppi parlamentari a partecipare al nostro progetto”.

Gli scontri di Roma

La puntata di ieri di Diario della Crisi, su Current Tv, canale 130 di Sky, tutti i giorni alle 20.30. Una bella puntata, ve la segnalo. Per riflettere ancora sugli scontro di ieri nella Capitale, la fiducia al Governo e questo paese. Dove sta andando, e se, soprattutto, da qualche parte sta andando.

Roma, guerriglia urbana – FOTO di un disastro

Foto: AP/LaPresse

E’ stata una giornata di altissima tensione nella capitale, culminata in un pomeriggio di ordinaria follia, dopo che, poco prima delle 14, si è sparsa la notizia che il governo non è stato sfiduciato . Le proteste studentesche dei giorni scorsi contro il ddl Gelmini si sono intrecciate con una protesta contro il governo Berlusconi, che è degenerata in numerosi incidenti quando si è saputo che il premier aveva retto.
Inizialmente i cortei erano due, uno degli studenti e uno organizzato da Fiom, Sinistra extraparlamentare e centri sociali, ma poi si sono fusi in uno solo.

Foto: AP/LaPresse

A mezzogiorno, la tensione è altissima, il centro storico blindato, e l’ atmosfera è di una calma irreale. Nei pressi dei Fori Imperiali, alcuni manifestanti lanciano petardi e accendono fumogeni, mentre un’ altra parte del corteo è arrivata nei pressi del Campidoglio, presidiato dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa.

Foto: AP/LaPresse

La situazione inizia a degenerare man mano che ci si avvicina ai palazzi del potere, in particolare tra via delle Botteghe Oscure e via del Plebiscito, dove si trova Palazzo Grazioli, residenza del premier. Vengono lanciati petardi, fumogeni, bastoni e sampietrini verso i blindati dei carabinieri, e un ragazzo resta ferito. I negozi della zona, intanto, hanno serrato le saracinesche. Un gruppo di manifestanti a volto coperto ha lanciato alcuni sacchetti di letame, in via degli Astalli, dietro Palazzo Grazioli.A corso Rinascimento, i manifestanti lanciano anche sedie e tavoli presi dai bar della zona contro le forze dell’ ordine, che rispondono con lacrimogeni e piccole cariche.

Roma brucia

Quello che è successo oggi per le vie di Roma merita una riflessione. Mentre il gelo scende e la notte si placa sulla città. E tutto sembra stranamente silenzioso. Più del solito. Come se oggi le macchine, qui in centro, non passassero più. Come se la vita avesse subito un attimo di pausa in questa città che non si ferma mai.

E’ il 14 dicembre di un anno molto strano, il 2010. E Roma brucia. Sono quasi undici anni che vivo in questa città, e così non l’avevo mai vista. La gioia e la speranza data da un dissenso – che vuol dire ragionamento, si spera – in movimento oggi cade sotto i colpi della guerriglia urbana. Non erano ragazzi, non era gente comune. O forse sì? C’erano, a tentare di sfondare la zona rossa, anche “pischelli”. Cosa avranno pensato? Non sono riuscita a chiederglielo. Ho visto però da vicino la rabbia di chi quel dissenso lo stava manifestando senza superare il limite. Forse anche tentando di essere dove la questura aveva previsto che non ci fosse nessuno. Quella zona rossa, espressione tristemente abusata dopo i fatti di Genova. Ho visto poliziotti incazzati. Alcuni non ragionavano, alcuni cercavano l’ordine e la disciplina a tutti i costi e con chiunque. Altri erano solo tanto nervosi. Lasciati in mezzo a una città blindata, con un’organizzazione che forse non aveva dato loro tutte le risposte. Consapevoli che più metti barriere più la massa proverà a sfondarle.

Camera: no alla sfiducia con 314 voti. Il Governo tiene

Foto: AP/LaPresse

Dibattito acceso, come nelle aspettative, alla Camera dei Deputati dove il voto di fiducia al Governo presieduto da Silvio Berlusconi è rimasto incerto, dal punto di vista numerico, fino all’ufficialità dei numeri.

Che dicono: 311 voti di sfiducia, 314 voti di fiducia, 2 astensioni. Governo in piedi, situazione politica un po’ più chiara ma il bello verrà nei prossimi giorni.

Più di una le sorprese dell’ultimo momento: innanzitutto le defezioni in quota a Futuro e Libertà dove tre parlamentari non hanno seguito le indicazioni del partito. Polidori (no alla sfiducia), Moffa (non si è presentato al voto), Siliquini (no alla sfiducia con dichiarazione di voto: “Non è cambiato nulla rispetto al 29 settembre, non voto la sfiducia”) hanno di fatto stravolto le previsioni di un pareggio. In secondo luogo, il sì alla sfiducia di Paolo Guzzanti, ex PdL e attualmente deputato del Pli, che era invece annoverato nelle file dei filo-governativi.

Fabio Granata (Fli) e Giorgio Conte (Lega Nord)
hanno sfiorato il contatto fisico in occasione del “voltafaccia” non annunciato della Polidori, il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato costretto a sospendere la seduta.

Le dichiarazioni di voto dei maggiori gruppi parlamentari riportate a stralci:

Voto di fiducia: FOTO dal Senato

Foto: AP/LaPresse

Diapositive provenienti dal Senato della Repubblica ritraggono i senatori in procinto di esprimersi in merito alla mozione di fiducia al Governo Berlusconi. Proprio il Premier, nel corso dei lavori della mattina, è stato immortalato in diverse e curiose pose: tra i sorrisi abbozzati e la concessione di un caffè, tra uno scambio di veduto a tu per tu e l’ascolto degli interventi dei senatori, Berlusconi ha ottenuto la fiducia con 162 voti a favore.