Gomorra, addio all’Oscar

Gomorra dice addio all’Oscar. Non ce lo aspettavamo. Non se lo aspettava nessuno. Non se lo aspettava certo il regista. Il film di Garrone aveva avuto un 2008 di tutto rispetto. Premiato a Cannes, premiato agli European Film Awards, era stato benedetto da Steven Spielberg e Sophia Loren, era innegabilmente in odor di Oscar.

E invece no, niente statuetta. Il 2009 è appena iniziato, ed è già una pessima annata. Gomorra è rimasto a secco sia ai Golden Globe sia agli Oscar: la pellicola non rientra nelle candidature. Fabio Cannavaro (grande e insospettabile critico cinematografico, oltre che calciatore a tempo perso) portasse un po’ sfiga?

Arrestato il re del videopoker in Calabria

Arrestato il re del videopoker in Calabria, Gioacchino Campolo. Da questa mattina è in carcere con l’accusa di trasferimento fraudolento di valori, mentre la moglie e il figlio di 27 anni sono finiti ai domiciliari. Gli sono stati sequestrati beni immobili per un valore di oltre 35 milioni di euro: più di 40 tra appartamenti e terreni a Reggio Calabria, e altri due appartamenti di lusso a lui collegati, a Roma e a Parigi.

Videopoker contraffatti per aumentare gli incassi: questa l’attività di Campolo. Il video poker è un gioco d’azzardo, derivato dal poker, molto diffuso nei casinò, che si gioca con una console computerizzata di dimensioni analoghe ad una slot machine. Il giocatore non gioca contro un avversario umano, ma contro una macchina.

Tra gli inquilini eccellenti del re del videopoker il ministero della Giustizia, l’ex sindaco di Reggio Calabria Italo Falcomatà, morto alcuni anni fa ed estraneo all’inchiesta, un altro ex primo cittadino di Reggio, Demetrio Naccari Carlizzi, genero di Italo Falcomatà e all’epoca vice sindaco, Naccari Carlizzi, attuale assessore regionale al Bilancio. Persino un ex sacerdote di Reggio Calabria, Don Salvatore Nunnari, attuale arcivescovo metropolita di Cosenza.

Secondo gli inquirenti, Campolo si sarebbe anche reso disponibile per riciclare proventi della criminalità e, tramite il mercato immobiliare sarebbe – per gli inquirenti – entrato in contatto con la politica.

Mike Bongiorno Senatore a vita?

Mike Bongiorno Senatore? E’ il suo sogno, e non ne ha mai fatto mistero. E forse il 2009 potrebbe finalmente essere l’anno buono.

Chissà che davvero nel 2009 non riesca a ottenere il regalo più grande, diventare senatore a vita

Michael Nicholas Salvatore Bongiorno è nato a New York il 26 maggio 1924. Ha 85 anni ed è una certezza della vita e della culura (dalla tv) italica da oltre mezzo secolo. Ecco perché spera in questo riconoscimento istituzionale: la poltrona a Palazzo Madama sarebbe un ottimo modo per sottolineare che ha rappresentato e rappresenta un pilastro per la televisione italiana ma anche per il costume del nostro Paese.

Filoberlusconiano, deve molto al suo datore di lavoro.

Tutte le volte che lo incontro, Berlusconi mi saluta con un ‘Ciao, senatore’

Mike Bongiorno ha votato per le presidenziali americane, e ha contribuito alla vittoria di Barack Obama. Peccato che poi dichiari:

Un Obama italiano? Non c’è, godiamoci il nostro Obama Berlusconi

E godiamocelo…

Contro la tv cinese: la lettera dei 22

Sono dissidenti e sono giornalisti, avvocati,scrittori. Qui la notizia. Gli autori annunciano una politica dei quattro no, parodiando la politica delle Quattro modernizzazioni che Deng Xiaoping lanciò nel dicembre 1978, l’avvio delle riforme e dell’apertura. La Cctv?
L’emittente eserciterebbe una vera e propria propaganda (uno per tutti, il caso del latte adulterato alla melamina), di riportare solo buone notizie (Bondi sarebbe così soddisfatto…) dalla Cina e esattamente il contrario quando si tratta di fatti internazionali. Il boicottaggio si intende esteso anche al sito web. E citano Aleksandr Solgenitsyn, dissidente dell’epoca sovietica.
Abbiamo l’obbligo di scegliere di non mentire. Dobbiamo scansarlo come la peste… Se lo facciamo, alla fine la verità metterà radici nella nostra società. Quando sentite qualcuno mentire e pronunciare parole d’assurda propaganda, alzatevi e andatevene…
Avanziamo la proposta anche in Italia?

Guantanamo? Presto chiusa. Il dietrofront di Obama

Guantanamo? Chiusa. Anzi no. Anzi sì. Barak Obama intende ordinare la chiusura del carcere di Guantanamo nel primo giorno del suo mandato, con un ordine esecutivo che sospende il sistema di commissione militari istituito dall’amministrazione Bush per processare i detenuti.. A riportarlo è prima l’Associated Press, poi rilanciata dal New York Times, che cita fonti vicine ad alcuni collaboratori del presidente-eletto statunitense.
Ieri, il presidente eletto aveva invece rallentato sulla chiusura della prigione. Il NYT chiarisce che, però, ci potrebbero comunque volere diversi mesi per chiudere la struttura: sarà, infatti, necessario trasferire alcuni dei restanti 248 detenuti in altri Paesi e poi decidere come processare il resto dei sospetti terroristi.
Comunque Obama è un genio: annuncia di chiudere Guantanamo, così i fessi ci cascano e sono contenti, però non lo chiude
Un atteggiamento che ha più lo stile di un Silvio, caro Christian…

Il Giornale: “C’è un giudice anche a Roma. Travaglio diffama di proposito”

Il presunto collega Marco Travaglio diffama sapendo di diffamare, versione giornalistica del mentire sapendo di mentire. Comincia così l’articolo di oggi de Il Giornale – cui Marco Travaglio proprio non va giù. Si tratta, spiega il giornalista Filippo Facci, il passaggio cruciale del provvedimento con cui il giudice del Tribunale di Roma Roberta Di Gioia, il 15 ottobre scorso, ha motivato la condanna di Travaglio a 8 mesi di reclusione e 100 euro di multa per diffamazione ai danni di Cesare Previti.

Il Giornale ricostruisce i fatti, e conclude:

L’incredibile è che un giudice, per una volta, l’abbia messo nero su bianco

Attendiamo con ansia la risposta – se ci sarà – di Marco Travaglio. .

Dio non esiste. Neanche a Genova

[Foto| Flickr – Angela Gennaro]

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona, è che non ne hai bisogno.

Il messaggio vuole diffondere ottimismo. La battaglia degli atei è ormai combattuta a tamburo battente sugli autobus, e sta facendo il giro del mondo.  Atei alla riscossa, dunque: dopo Usa, Inghilterra e Spagna, l’autobus ateo sbarca anche in Italia.

E non in una città qualsiasi. Dal 4 febbraio, a Genova, i cittadini del capoluogo ligure vedranno circolare per le strade della città il classico mezzo pubblico tappezzato dalla scritta di cui sopra:

La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno

Niente altro che una pubblicità. Quella “cosa” che, dalla notte dei tempi, tappezza, in ogni città muri, case, strade e tram, autobus e metropolitane. Ovviamente questa non è una pubblicità qualsiasi. Ovviamente, questa scatenerà il putiferio. In Italia, a Genova poi – città di Bagnasco…

De Mita sbarca su Facebook

Facebook spopola tra i politici italiani. Chi l’avrebbe mai detto. Dopo Brunetta, la Gelmini su You Tube e molti altri, anche l’arzillo 81enne Ciriaco De Mita si appassiona per il più popolare social network dei giorni nostri.

Ieri era a Napoli per la prima riunione della Costituente campana di centro, il nuovo partito che sta nascendo intorno all’Udc di Pier Ferdinando Casini e altre forze moderate. E, chiaccherando con i giornalisti, ecco la rivelazione:

Sono iscritto a Facebook. E ho tante amiche che mi contattano, qualcuna mi chiede “ma è davvero lei o è uno scherzo?” E io rispondo a tutte

Su Facebook, in effetti, digitando Ciriaco De Mita si trovano 4 risultati: De Mita Ciriaco, Ciriaco de Mita, Ciriaco De Mita e On. Ciriaco De Mita. Solo uno di loro sarà il De Mita ufficiale: sarà l’ultimo, quello con “rimembrata” la carica di onorevole?

Milingo: la Chiesa non rispetta i lavoratori

Milingo alla riscossa. Il sacerdote scomunicato (trovate qui la sua travagliata storia-soap). Libero lo intervista oggi nella Repubblica di San Marino, dove soggiorna da poco tempo in casa di amici. Prossima tappa: Roma, dalla prossima settimana. Sei giorni in cui farà certo parlare di sè, tra celebrazioni di messe, guarigioni e tanta fantasia. Con lui, naturalmente, Maria Sung.

Il punto succulento dell’intervista è la pensione di Emmanuel Milingo. Una pensione negata dalla Chiesa – Eppure mi sono impegnato per tanti anni come operaio della fede e quindi è un mio preciso diritto – e che il Vaticano non intende erogare al suo ex dipendente. Con quella pensione, racconta dall’alto dei suoi 78 anni, avrebbe potuto passare agevolmente il resto della sua vecchiaia…

Ma evidentemente qualcuno in Vaticano ha un’idea particolare sui diritti dei lavoratori…

Che dire? Un uomo che non smette mai di stupire. Appuntamento a Roma tra pochi giorni… Stay tuned!

Brunetta e la burocrazia: come la Ferrari

Renato Brunetta, a volte ritornano. Fanno discutere le ultime affermazioni del super Ministro della Pubblica amministrazione. Questa volta, l’attacco è contro burocrazia e classe impiegatizia. Luogjhi oscuri dell’Italia, in cui è necessario instillare il senso di responsabilità con un bastone. Per uscire dalla crisi. Ed utilizzando come carota l’orgoglio.

La frase incriminata, quella che ha fatto insorgere l’opposizione (chi???) è stata:

Se uno ora fa il professore, il burocrate, l’impiegato al catasto si vergogna di dire quello che fa. Se invece dice al figlio ‘faccio il tornitore alla Ferrari’, lo dice con il sorriso, con orgoglio e dignità. L’impiegato no. Io vorrei che la nostra burocrazia fosse come la Ferrari. Perché non può?

Qui la cronaca delle reciproche rimbeccate. Parole “vergognose” per Paolo Ferrero, segretario di Prc, e Gianni Pagliarini, responsabile lavoro del Pdci. Il punto, forse, è colto meglio da Angelo Bonelli, verde, che dice:

Per riformare la pubblica amministrazione, cosa necessaria non c’è alcun bisogno di insultare i dipendenti

Oltre a mettere in dubbio la veridicità dell’affermazione del Ministro (è scientificamente provato che lo statale si vergogna? Uhmm), si sposa il solito concetto della realtà della necessità di riforma della Pubblica Amministrazione, invece. Il bastone e la carota. Da un lato, siamo tutti troppo permalosi. Dall’altro, quel benedetto concetto poteva essere tradotto in milioni di altre formule che non andavano ad aggiungere ridondanti informazioni non necessarie.

Guantanamo non chiuderà. Per ora, dice Obama

Guantanamo non chiuderà. Non per ora, almeno. Il presidente eletto americano Barack Obama ha dichiarato di non ritenere possibile la chiusura del carcere di massima sicurezza di Guantanamo, a Cuba, entro i primi cento giorni del mandato della sua amministrazione.

La chiusura della prigione era uno degli atti più simbolici e attesi dal neoeletto Presidente. Si tratta di un provvedimento – dice Obama – che non può essere attuato da un momento all’altro: le squadre legali sarebbero, però, già al lavoro in consultazione con le strutture di sicurezza nazionale per cercare di definire esattamente come procedere.

Consola il fatto che Barack abbia assicurato che, comunque, si farà. Non si tratta solo della cosa giusta da fare ma di qualcosa che deve essere parte della nostra più ampia strategia di sicurezza nazionale perché invieremo un messaggio al mondo dicendo che sui nostri valori siamo seri.

Dice di volersi giusto assicurarsi il non rilasciare gente che poi metta a ferro e fuoco gli Usa. Sperem…

Vigilanza Rai, Villari è solo

Villari è rimasto solo. Forse, nella soap opera Vigilanza Rai, la svolta è vicina. Forse – dato che Villari non ha mai avuto intenzione di spostarsi dalla carica assunta.  I quattro capigruppo del Pdl hanno pubblicato ieri una lettera sul Corriere. Il titolo è inequivocabile: Finché Villari non si dimette, lasciamo la Commissione di Vigilanza.

Maggioranza e opposizione sono, a questo punto, compatte nel chiedere le dimissioni del presidente della Vigilanza Rai. La soluzione politica è vicina, dicono i due schieramenti. E Villari è solo.

De Andrè, terrorista e poeta

Terrorista e poeta. L’11 gennaio 1999 Fabrizio De Andrè è morto. Sono passati 10 anni.

É in rapporto di amicizia con tale De André Fabrizio, non meglio generalizzato, ligure, universitario a Milano, filo cinese, noto cantautore e contestatore

Si tratta di una relazione inviata il 20 dicembre 1969 alla Direzione generale della PS. Qui l’articolo de L’Espresso.

De André era tanto altro. Oggi, qualcuno scrive che è stato poeta tanto quanto lo è Vasco Rossi. Lascio a voi le dovute riflessioni – io potrei non essere politically correct, e certo non contro Vasco.