P4, la Giunta della Camera rinvia la decisione sull’arresto di Papa

Foto: AP/LaPresse

La Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera ha deciso di rinviare al 29 giugno l’esame della richiesta di autorizzazione all’arresto per il deputato del Pdl Alfonso Papa, coinvolto nell’inchiesta sulla “P4“. La maggioranza, infatti, ha approvato alla fine la richiesta di rinvio avanzata dal relatore Paolo Sisto, del Pdl, per avere anche la richiesta originaria formulata dai pm. Secondo un altro deputato del Pdl, Maurizio Paniz, invece, negli atti che erano arrivati “era già chiara l’esistenza di un fumus persecutionis“, di un intento persecutorio nei confronti di Papa, perciò Paniz si era detto già favorevole ad iniziare l’esame della richiesta d’arresto.
Contrarie al rinvio, invece, le opposizioni. Il leader del Pd Pierluigi Bersani ha così commentato:

Siamo in una palude e anche maleodorante. All’ombra dell’Imperatore c’è spazio per il fiorire di cricche e cricchette, logge e loggette, cordate e cordatine. Se non arriva un pò di aria fresca, il Paese fa fatica a trovare le energie morali e civiche per la riscossa. Bisogna assolutamente che parta, e con urgenza, una fase nuova.”

Sempre dal Pd, il presidente della Giunta Pierluigi Castagnetti ha osservato invece: “Si poteva fare una valutazione sulla base della richiesta del giudice, non su tutte le carte dell’inchiesta perchè c’è il rischio di interferire sull’inchiesta stessa”. Il leader dell’Idv Antonio Di Pietro vuole invece “fare il possibile e l’impossibile” affinchè sia istituita una commissione d’inchiesta che accerti anche le responsabilità politiche e adotti strumenti legislativi per contrastare un sistema di potere deviato.

Nella maggioranza, però, in caso di voto segreto, molti alla fine potrebbero esprimersi a favore dell’arresto di Papa, poichè, spiegano, “Ha pestato i piedi a troppa gente, e parecchi di noi potrebbero dire si all’arresto”. Altri, invece, vorrebbero riproporre la legge sulle intercettazioni, per fermare, dicono, “l’abuso che si fa delle loro pubblicazioni sui giornali anche quando non hanno alcuna rilevanza penale”, e precisano che nel Pdl non si era mai smesso di parlare della necessità di una legge in materia, che oggi apparirebbe più urgente, spiegano, dopo che sono finite sui giornali “sopratutto vicende private”.
Intanto, prosegue l’inchiesta sul sistema di potere della “P4”, gestito dall’affarista Luigi Bisignani e di cui faceva parte anche l’ex magistrato e deputato Pdl Alfonso Papa. Secondo le pagine (forse addirittura quindicimila) dell’inchiesta condotta dai pm di Napoli Francesco Curcio ed Henry John Woodcock, tale sistema di potere era finalizzato a collocare gli “uomini giusti” nei ruoli, istituzionali dell’economia e dell’informazione, dove potevano essere più utili. Bisignani, in particolare, avrebbe intrattenuto una fittissima rete di rapporti, essendo in contatto anche con il premier Berlusconi e con il sottosegretario Gianni Letta, e avrebbe avuto una forte influenza sopratutto sulla Rai, e sull’ex direttore generale Mauro Masi, spingendolo a mandar via Michele Santoro, il conduttore di “Annozero”. Inoltre, si sarebbe “speso” per la nomina a sottosegretario di Daniela Santanchè e per far cadere il “veto” di Fini su tale nomina.

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