Caso Ruby, la Camera rimanda gli atti a Milano

La Camera ha approvato nel tardo pomeriggio, con 315 si,  298 no e un astenuto (il finiano Luca Barbareschi), il parere della Giunta per le autorizzazioni di Montecitorio che voleva che fossero restituiti gli atti con i quali i pm milanesi hanno chiesto di poter perquisire l’ ufficio di Giuseppe Spinelli, amministratore di Berlusconi, nell’ ambito del “caso Ruby”, alla stessa procura di Milano. Viene così accoltà la tesi per la quale il premier, chiamando la questura di Milano per il rilascio di Ruby, avrebbe agito per motivi istituzionali“, essendo veramente convinto che si trattasse della nipote del presidente egiziano Mubarak.
Secondo il relatore di maggioranza Leone, del PDL, la presunta concussione sarebbe un reato funzionale, e quindi non potrebbe occuparsene un  tribunale ordinario; inoltre, la procura di Milano non sarebbe competente neanche territorialmente, perchè il questore Ostuni, al momento della telefonata, si trovava nella sua casa di Sesto San Giovanni, e quindi la competenza sarebbe della Procura di Monza. Per Leone, quindi, “C’ è un intento persecutorio della Procura alla luce dei precedenti rapporti fra Berlusconi e quella Procura che definire burrascosi è dir poco”.

Il ministro della Giustizia Alfano aveva già annunciato che “La maggioranza sarebbe stata compatta, non nella difesa di Berlusconi in quanto persona, ma nella difesa del diritto di un parlamentare”, mentre il leader della Lega Umberto Bossi ha commentato: “I numeri sono buoni, per adesso andiamo avanti”.

Dalla Procura di Milano, comunque, ci si attendeva un simile esito del voto. Probabilmente già lunedì prossimo dovrebbe comunque giungere al gip Cristina Di Censo la richiesta di giudizio immediato per il premier, indagato, oltre che per concussione, anche per prostituzione minorile. Il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha ribadito che gli intercettati sono stati una quarantina in tutto, per un costo di circa 26 mila euro, e che le foto che sarebbero state diffuse da alcuni organi d’ informazione come “compromettenti”, in realtà, “Sono irrilevanti dal punto di vista dell’ inchiesta”.
A Montecitorio, oggi, l’ opposizione ha attaccato duramente il governo e il premier, che non era presente in aula. Il capogruppo del PD Franceschini si è rivolto proprio a Berlusconi, affermando: “Voglio credere che lei sia sceso in campo perchè voleva fare il bene del suo paese. Sappia che adesso sta facendo del male all’ Italia e che l’ unico atto che può fare per il bene è dimettersi e consentire alla politica di tornare a un normale confronto tra maggioranza e opposizione”. Anche per il segretario del PD Bersani, “Abbiamo visto uno spettacolo avvilente con argomenti umilianti per il Parlamento: con quello che succede in Egitto si vota su questa roba”.
Per Antonio Di Pietro, leader dell’ IDV, Berlusconi “Obbliga il Parlamento ad occuparsi dei fatti suoi, anzichè del Paese”.

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