P3, eolico in Sardegna: il Csm trasferisce Marra che dice “Non c’entro”

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P3: sigla da battaglia navale che rischia di trasformarsi in un “colpito, affondato”. Si è parlato di polverone ma, valutando con attenzione conseguenze e potenziali scenari, il pericolo è che diventi uno scandalo. Di quelli da meritare una posizione di rilievo. L’inchiesta – ancora nel vivo – che ruota intorno agli appalti per l’eolico in Sardegna continua a mietere vittime illustri. Oggi è toccato al Presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra, il cui nome risulta presente in diverse intercettazioni al vaglio dagli inquirenti: per Marra è stato deciso di avviare (prima commissione del Csm: quattro voti a favore, uno contrario, un assente) la procedura di trasferimento di ufficio per incompatibilità ambientale. Lo stesso verrà ascoltato nei prossimi giorni anche se la prima reazione a caldo è stata quella di dichiararsi estraneo ai fatti: “Sono tranquillo, io non c’entro niente in questa vicenda. Sono contento che il Csm abbia aperto la procedura così si chiarirà la mia posizione“. Non il primo a pagare dazio, si diceva: l’indagine, infatti, sta falcidiando trasversalmente molti esponenti illustri.
L’INCHIESTA. Gli appalti per l’eolico in Sardegna: si è cominciato a indagare qualche mese fa in merito a un collegamento tra l’inchiesta della procura di Roma – rispetto a un presunto gruppo di affaristi che avrebbero agito in maniera tale da gestire l’assegnazione stessa di una serie di appalti pubblici nell’isola per la realizzazione di parchi eolici.

Tale “comitato” farebbe – stando all’avvallo delle indagini – riferimento a Flavio Carboni (imprenditore sardo) che, attraverso una fitta rete di contatti e accordi, avrebbe messo insieme enormi capitali di imprenditori siciliani, calabresi e campani al fine di versare tangenti per l’ottenimento di licenze utili alla realizzazione di parchi eolici isolani. Il denaro sarebbe stato versato in istituti di credito italiani – tra i quali il Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini (coordinatore PdL) – ed esteri.
COINVOLGIMENTI & ARRESTI. Oltre ai personaggi già citati, sarebbero parte attiva del circuito vizioso anche il Presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellaci; l’ex esponente della Dc Campana, Pasquale Lombardi; l’imprenditore napoletano Arcangelo Martino; il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri; il sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo; i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. I reati peri quali alcuni tra i personaggi citati sono già stati arrestati (Carboni, Lombardi, Martino) sono contenuti all’interno dell’ordinanza del Gip Giovanni De Donato secondo cui “i tre erano legati in una associazione per delinquere diretta a realizzare una serie indeterminata di delitti caratterizzata dalla segretezza degli scopi e volta a condizionare il funzionamento degli organi costituzionali nonché degli apparati della pubblica amministrazione“. Non solo: lo stesso De Donato riferisce di come – tra settembre e ottobre 2009 – i tre tentarono di avvicinare i giudici della Corte Costituzionale nel tentativo di influire sull’esito del giudizio sulla legge che prevedeva la sospensione del processo penale per le alte cariche dello Stato (meglio nota come Lodo Alfano); nel fare ciò, il trio avrebbe contrattato la candidatura di Nicola Cosentino (dimessosi ieri da sottosegretario all’Economia) alla carica di presidente della Regione Campania.
PERCHE’ MARRA. Il nome di Alfonso Marra inizia a incutere sospetto per il fatto che viene richiamato dai personaggi sotto inchiesta nel corso di alcune telefonate intercettate: lo stesso avrebbe tratto agevolazioni dall’influenza del gruppo di affaristi che avrebbe spinto per ottenerne la carica di Presidente della Corte d’Appello di Milano. Nello specifico, sarebbe stata fatta pressione su alcuni consiglieri del Csm per favorire la nomina di Marra (puntualmente nominato). “Non c’entro nulla, sono tranquillo“: intanto, Fiorella Pilato, presidente della prima Commissione del Csm, ha tempo fino a lunedì per terminare il documento con le contestazioni rivolte a Marra, il quale sarà convocato nei prossimi giorni per essere ascoltato. Chiuso l’iter del trasferimento per incompatibilità ambientale (entro il 31 luglio) al giudice verranno concessi 20 giorni per studiare la difesa. Prima di settembre, a conti fatti, non si chiude.
INFINE. La Procura generale della Corte di Cassazione riferisce di aver avviato un’indagine disciplinare per chiarire la posizione degli altri magistrati coinvolti nell’inchiesta e i cui nomi vengono più volte citati negli atti del fascicolo penale (tra essi, il capo degli ispettori del ministero della Giustizia, Arcibaldo Miller).