Minareti, è polemica

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La parola d’ordine del momento è minareto. La Svizzera, si sa, ha deciso con un referendum sul divieto di costruzione di nuovi minareti. Una modifica costituzionale promossa dalla destra nazional-conservatrice, che ha visto il 57,5% dei votanti dire sì al divieto. Solo in quattro cantoni su 26 la proposta è stata respinta.

Questo in Svizzera, e davvero non era prevedibile. Anche se il risultato viene spiegato con pacatezza: il ministro – anzi, la ministra – della Giustizia elvetico, Eveline Widmer-Schlumpf, afferma:

non si tratta di un voto contro la religione islamica ma contro i minareti come edifici. In Svizzera si rispetta la libertà di fede, è un valore fondamentale, ma certo il risultato di questo referendum non è un bel segnale. È importante che nella nostra democrazia si abbia la possibilità di votare, e questo voto non è contro la religione islamica

Ed è ormai scoppiata la polemica internazionale.

Il Vaticano è preoccupato: un duro colpo alla libertà religiosa e all’integrazione. Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, non nasconde a sua volta la sua preoccupazione, date anche le ultime decisioni del Consiglio europeo che ha ribadito la libertà di tutte le religioni. Chi non è perplesso è un altro ministro, quello dell’Interno: Roberto Maroni.

Il ministro rileva come

sia sempre utile in democrazia ascoltare ciò che vuole il popolo e non elite più o meno illuminate. La Lega lo fa

La Lega lo fa. Gianfranco Fini, presidente della Camera, richiama di consueto un’altra posizione. Parla di paura, che avrebbe sancito il destino di quel voto. Paura che ha fatto un formidabile regalo all’islamismo più eccessivo, spiega nel corso della registrazione di Porta a Porta. Avrei votato convintamente per consentire il diritto di culto.

Il punto è che l’esempio della Svizzera sta prendendo piede. In Danimarca, ad esempio: il nazionalista Partito del popolo danese (Df) spiega già di voler avanzare richiesta per un referendum simile.

Foto|Flickr

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