Legge 626 del 19 settembre 1994. Ovvero: “la 626”



Lavorato mai per un’agenzia di lavoro, da interinale? Mai avuto quest’esperienza topica e formativa? Bene. E’ stata l’unica esperienza di 626 della sottoscritta.


T’attaccano un pippone esistenziale di una giornata intera sulla suddetta. Per poi, magicamente, scoprire dal giorno dopo, dal momento di inizio del lavoro vero e proprio, da quando si inizia a conoscere e percepire il proprio ambiente di attività, che… La teoria è sempre una bella fiaba.


Si trattava, in quel caso, di un call center. Customer service o che dir si voglia di una delle oligopoliste del mercato della telefonia mobile italico.

Ivi, la 626 poteva in effetti, nelle sue linee generali, considerarsi tutto sommato rispettata. Trattasi di grossa azienda, e non può fare altrimenti.


Eppure scappava sempre qualche pc con lo schermo orientato male. Baggianate, in confronto a quello che normalmente accade: giocarsi gli occhi è roba meno vistosa. Ma cosa prevede la famosissima. La legge 626 recepisce 8 Direttive CEE .


Nasce come decreto legislativo introdotto nel 1994 per regolamentare la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non si tratta del primo provvedimento, in Italia, per regolamentare la sicurezza nei luoghi di lavoro. Wikipedia lo spiega diffusamente. Spiega anche che la 626 rappresenta comunque – e in effetti, nelle intenzioni, c’è corrispondenza – di una norma che superò alcune leggi precedenti dando una forma organica alle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Oggi il D.Lgs. n. 626/94 é stato completamente trasfuso nel D.Lgs. 81/08, recante il nuovo Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.



You Tube abbonda, di video a tema. Rischi lavorativi, eliminazione degli stessi, dunque prevenzione, contenimento. Esiste, questa legge. E quanto è drammatico vedere sapere e conoscere dalla cronaca di ogni giorno quanto sia disatteesa.


Esistono, data la fantomatica 626, figure e servizi che di questa sicurezza sono garanti e manager. Una legge che tutte le aziende, grandi piccole medie, con pochi o molti dipendenti e lavoratori, dovrebbero applicare. Il D.Lgs. 626 parla forse di fiabe, quando dispone che il datore di lavoro attui: analisi e valutazione dei rischi, documento di programmazione della prevenzione, manutenzione degli ambienti, delle macchine e degli impianti, informazione e la formazione. Sull’ultimo punto le agenzie che somministrano personale alle grandi società sono imbattibili, con la loro giornata tipo sulla seiduesei.


Anche i lavoratori, per la 626, hanno dei compiti. Rispettare le istruzioni impartite,m utilizzare correttamente i DPI, sottoporsi agli accertamenti sanitari, quando previsti, segnalare inconvenienti e pericoli, partecipare ai corsi di informazione e formazione, eleggere o designare i propri rappresentanti per la salute e la sicurezza.


Dopo gli incidenti alla Thyessen e a Molfetta si sono irrigidite norme e sanzioni. Credo che sia una scelta profondamente sbagliata e per questo chiederò al prossimo governo una modifica delle norme

Così sentenziò Nostra Signora di Confindustria, come riportato dalla Storia e dal Sole24Ore il 24 aprile scorso. Mentre chiaccherava amabilmente con quello che all’epoca era il Presidente del Consiglio in pectore, Silvio Belusconi. Entrambi si erano neoinsediati, freschi freschi, ai rispettivi posti di potere.


Di assai fresca fattura, la recente, geniale sortita del Ministro Scajola. Taglio dei nastri a Civitavecchia lo scorso 30 luglio, in occasione dell’inaugurazione della controversa nuova centrale a carbone costata più di sei anni di cantiere, condite da proteste e interruzioni. Nonchè – nonchèdue morti sul lavoro.


In quella occasione doveva esserci Silvio, insieme al presidente dell’Enel Fulvio Conti, che, nel, suo discorso i due operai morti li ha ricordati. Claudio (Scajola) parla a nome del Governo. E che gli scappa? Per questa modernissima centrale,

dove tutto è controllato e tutto è sicuro

un po’ di anni di lavoro. E anche, ipse dixit,

qualche vita umana

Con la 626,

qualche vita umana

ci scappa sempre.


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