Il poco praticato #JeSuisAhmed per capire la strage del Charlie Hebdo

Lo slogan #JeSuisCharlie è stato coniato per caso da un designer francese che in modo originale e semplice, voleva esprimere la sua solidarietà per i colleghi uccisi che lavoravano al Charlie Hebdo. Oggi si usa questo slogan per schierarsi dalla parte dei laici promotori indefessi della libertà di espressione (i JeSuisCharlie) o dalla parte dei credenti offesi dalle vignette del Charlie Hebdo (i JeNeSuisPasCharlie).

Tra questi due schieramenti che adesso stanno combattendo una battaglia piena di parole, che fa perdere di vista i dettagli importanti della vicenda che ha comportato la morte di più di 15 persone, ci sono i #JeSuisAhmed, quelli che hanno ascoltato e apprezzato le parole pronunciate da Malek Merabet, il fratello del poliziotto morto per mano degli assalitori del Charlie Hebdo, anche lui musulmano.

Ora, è inutile che per ogni strage che c’è nel mondo (e ce ne sono tante) si utilizzi – o ci si aspetti che tutti utilizzino – questo slogan #JeSuisQUALCOSA perché in fondo si ottiene soltanto l’effetto di sminuire la strage francese. Per cui al di là degli slogan bisogna ricordare che nell’assalto alla rivista ha perso la vita anche un agente di polizia di 42 anni, musulmano, Ahmed Merabet che era in ronda in bicicletta ed è stato chiamato sul posto ma è arrivato, suo malgrado, proprio mentre gli aggressori stavano organizzando la fuga.

Il video della sua uccisione ha fatto il giro del mondo: si è trovato di fronte ai fratelli Cherif e Said Kouachi, ha tirato fuori la pistola ed  stato freddato con due colpi di kalashnikow alla testa e all’inguine. Eppure ad uno degli aggressori che gli chiedeva se aveva intenzione di ucciderli, lui aveva risposto di no.

Ahmed Merabet era musulmano e secondo la sua famiglia, era un musulmano vero, diverso da quei finti musulmani, che in realtà sarebbe più lecito definire terroristi senza specificare la religione praticata (perché poi la praticavano? Non è certo). In fondo come dice Malek Merabet nel video: “I pazzi non hanno né colore né religione“.