Caso Cucchi, parla un testimone che ascoltò il ragazzo

Il caso di Stefano Cucchi sta scuotendo gli animi e la società civile italiana. In piazza e sul web sono numerosi le manifestazioni di affetto e solidarietà per la famiglia Cucchi dopoché sono stati tutti assolti per la sua morte.

Adesso si aspetta che la Cassazione si pronunci sul caso Cucchi ma vale per il momento il principio giuridico del ne bis in idem, nel senso che non si giudica una persona due volte per lo stesso reato. Di fatto il procuratore capo di Roma ha detto di voler rileggere tutti gli atti che riguardano le persone coinvolte nell’inchiesta, ben 140 persone che in 6 giorni hanno avuto a che fare con questo ragazzo.

Negli atti che sono stati presi in esame e ricostruiti molto bene dal Fatto quotidiano c’è un passaggio della dichiarazione del carabiniere Francesco Tedesco che da sola dovrebbe bastare per far luce sul caso:

“Al momento dell’arresto il Cucchi, di corporatura molto magra, camminava bene e non presentava alcun segno particolare sul volto se non delle occhiaie verosimilmente dovute all’eccessiva magrezza.”

Era vivo e non era ancora stato picchiato. Dalla stazione Appia dove era stato tenute nella stanza di sicurezza, Cucchi dopo sei giorni è stato portato a Tor Sapienza. Il maresciallo Speranza mise a verbale che durante l’accompagnamento il prevenuto non lamentava malori e non faceva rimostranze in merito, poi però una volta arrivato a Tor Sapienza fu necessario chiamare il 118.

Bruno Mastrogiacomo, assistente capo della penitenziaria in servizio a Regina Coeli, dichiarò ai PM che Stefano Cucchi era stato picchiato. La sua dichiarazione è stata questa:

Io ho fatto spogliare il Cucchi, ho visto che aveva segni sul viso, sugli zigomi, rossi, tipo livido, e quando gli ho detto di piegarsi lui mi ha detto che non riusciva a fare la flessione perché gli faceva male all’altezza dell’osso sacro. Gli ho chiesto che cosa era successo e il Cucchi mi ha detto che era stato malmenato dai carabinieri quando è stato arrestato.