Caso Cucchi, parla un testimone che ascoltò il ragazzo

Il caso di Stefano Cucchi sta scuotendo gli animi e la società civile italiana. In piazza e sul web sono numerosi le manifestazioni di affetto e solidarietà per la famiglia Cucchi dopoché sono stati tutti assolti per la sua morte.

Caso Aldrovandi, la Corte d’Appello conferma le condanne per i poliziotti

Foto: Ap/LaPresse

La Corte d’Appello di Bologna ha confermato oggi le condanne in primo grado a tre anni e sei mesi di reclusione per i quattro agenti di polizia-Paolo Forlani, Monica Segatto, Enzo Pontani e Luca Pollastri-accusati di omicidio colposo per la morte di Federico Aldrovandi. Il ragazzo, diciottenne, morì all’alba del 25 settembre 2005 a Ferrara dopo essere stato fermato da una pattuglia della polizia, mentre tornava a casa dopo aver passato la notte con alcuni amici a Bologna. La pena, però, verrà scontata di tre anni per effetto dell’indulto, quindi sarà di soli sei mesi.
Sulla vicenda, in realtà, non si è mai riusciti ad avere chiarezza: secondo i poliziotti, Federico dava in escandescenze, e avrebbe aggredito gli agenti, che avrebbero cercato di fermarlo, ammanettandolo, quando questi sarebbe svenuto e deceduto. Si era parlato anche di una presunta tossicodipendenza del ragazzo, nonostante gli esami tossicologici avessero rinvenuto livelli esigui di sostanze psicotrope, e il presidente della Corte aveva accolto la richiesta della difesa di acquisire un articolo di una rivista scientifica americana sugli effetti della ketamina. La tesi dell’accusa, invece, acccolta in primo grado e confermata oggi in appello, è invece che il ragazzo sia morto per i colpi inferti dagli agenti.

Caso Cucchi, il giudice: “Fu nascosto in ospedale”

Il gup del tribunale di Roma Rosalba Liso ha oggi depositato le motivazioni della condanna a due anni di reclusione con rito abbreviato per il funzionario del Prap (Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria) Claudio Marchiandi, nell’ ambito della morte, il 22 ottobre 2009, del geometra romano Stefano Cucchi, arrestato sei giorni prima per essere stato trovato in possesso di sostanze stupefacenti. Da tali motivazioni emerge come non solo il ragazzo fu picchiato in carcere, ma fu ricoverato nel reparto protetto dell’ ospedale Pertini proprio per evitare che la situazione “venisse portata a conoscenza dell’ autorità giudiziaria”. In tale reparto del Pertini, quindi, Cucchi non solo rimase “al riparo da sguardi indiscreti”, ma fu anche sottratto “intenzionalmente a tutte le cure di cui aveva bisogno”. Inoltre, scrive ancora il giudice, “Le condizioni fisiche di Stefano erano palpabili e visibili a ciascuno” ed “erano ben note nel contesto della polizia penitenziaria”. Marchiandi, quindi, abusò delle sue funzioni di pubblico ufficiale, violando il protocollo tra la Asl e l’ amministrazione penitenziaria, per imporre il ricovero del giovane al Pertini, dove si presentò di sabato pomeriggio fuori dal normale orario di lavoro. Stefano, invece, in quel reparto “non doveva assolutamente entrare poichè trattavasi di un paziente in una fase di acuzie”.

La sorella di Stefano Cucchi scrive a Napolitano

Ecco la lettera che Ilaria Cucchi, sorella di Stefano il ragazzo morto il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini di Roma, ha scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano:

«Caro Presidente, mi scuso se così la chiamo ma io credo proprio di sentirLa come mio Presidente cosi come lo è per tutti gli italiani. Mi dispiace tanto rivolgermi a lei per la morte di mio fratello Stefano, quasi come se ritenessi di dover avere una corsia preferenziale perché Stefano è più importante di altri morti in circostanze analoghe ma nel silenzio generale, presto diventato oblìo.

Io sono di famiglia cattolica e di profonda fede ed ho sempre creduto e credo nella giustizia Suprema di Dio. Vede Presidente è proprio per questo che sono sempre stata convinta che la Vita umana debba essere sempre rispettata in qualsiasi stato o forma perché è un dono del Signore. Io sono una semplice cittadina, una sorella, che ogni volta che si trova ad osservare i propri figli non riesce a scacciare l’immagine del povero corpo martoriato e violentato del proprio fratello. Certo, Lei giustamente penserà che la tragedia che ha travolto la mia famiglia non è peggiore di tanti terribili drammi o disgrazie che tutti giorni riempiono le pagine dei giornali, ma Lui era mio fratello ed era nelle mani dello Stato senza alcuna possibilità di difesa. È morto in condizioni terribili, irriconoscibile a noi famigliari che lo avevamo visto solo pochi giorni prima del suo decesso.

Morte Stefano Cucchi: 11 rinvii a giudizio e un condannato

Per la morte di Stefano Cucchi sono state rinviate a giudizio 11 persone e un funzionario dell’amministrazione penitenziaria regionale è stato condannato a due anni. Il giovane è scomparso il 22 ottobre del 2009 all’ospedale Pertini di Roma.

Medico legale: “Stefano Cucchi poteva essere salvato, non era disidratato”

Stefano CucchiStefano Cucchi non è morto per disidratazione. La sera prima del decesso aveva assunto tre bicchieri d’acqua ed erano stati fatti dei prelievi di urina da cui è emersa una corretta funzionalità renale”. L’ha detto Paolo Arbarello, direttore dell’istituto di Medicina legale dell’università La Sapienza durante una conferenza stampa in cui ha spiegato le conclusioni elaborate dal suo pool per gettare luce sulla morte di Stefano Cucchi, morto il 22 ottobre 2009 nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini. Ecco tutta la spiegazione del medico legale:

La vita di Stefano Cucchi se si fosse agito diversamente poteva essere salvata. L’assistenza non è stata adeguata. Invece le indicazioni del Fatebenefratelli e di Regina Coeli erano corrette. Stefano Cucchi presentava una lesione vertebrale antica e una lesione vertebrale recente.

Queste lesioni sono tipiche della caduta podalica, e comunque erano lesioni indifferenti ai fini della morte. Inoltre Cucchi presentava lesioni recenti al viso ed escoriazioni a livello delle gambe.

Morte accidentale di un detenuto

stefano cucchiLa famiglia ha chiesto che fossero pubblicate le foto. La famiglia lo chiede perché chiede giustizia, ma soprattutto e prima di tutto verità. CnrMedia.com le pubblica, ma aprite il link solo se ve la sentite. Sono le immagini del cadavere di Stefano Cucchi. Qui l’articolo che spiega la vicenda e gli elementi su cui si sta indagando, e qui la cronaca.

Foto|Corriere.it