Il governo approva la manovra da 45 miliardi: tagli agli enti locali, a Tfr e tredicesime

Il Consiglio dei ministri ha approvato in serata, intorno alle 21, dopo una riunione di circa due ore, il decreto legge con le misure anti-crisi. Molte le novità introdotte, a partire dai tagli agli enti locali (provincie e comuni), a un contributo di solidarietà per i redditi più alti, all’aumento al 20% della tassazione sulle rendite finanziarie, al blocco del Tfr per due anni agli statali, e all’aumento a 65 anni dell’età pensionabile per le donne.
Fino a poco prima dell’inizio della riunione, la Lega aveva rimarcato la sua contrarietà a qualsiasi intervento sulle pensioni.
Al termine del vertice, il premier Berlusconi ha affermato: “Questa sera siamo riusciti ad avere un voto all’unanimità del Consiglio dei ministri sulla manovra che va nella direzione che la Bce aveva in sintesi auspicato“, anche se ha espresso il suo rammarico per l”aumento delle imposte: “il nostro cuore gronda sangue” ha detto. Incontrando poi le Regioni e gli Enti locali, il premier ha parlato anche dei tagli ai costi della politica, per i quali sarebbero previste 14.15 misure, e dei tagli ai ministeri, “per 6 miliardi nel 2012 e per 2,5 nel 2013” ha specificato.
Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha invece definito la manovra “quanto più equa ed equilibrata possibile“, spiegando che quanto previsto con la manovra di luglio “è ancora necessario ma si è rivelato non più sufficiente“.

Fra le altre misure previste dalla manovra, il taglio della tredicesima ai dipendenti pubblici, la tracciabilità di tutte le transazioni superiori ai 2500 euro, l’inasprimento delle sanzioni per la mancata emissione di ricevute o scontrini fiscali, e disincentivi per le pensioni di anzianità. Verrebbero poi abolite le provincie sotto i trecentomila abitanti, e accorpati i comuni sotto i mille abitanti.
In serata, si è saputo che anche i tre ministri leghisti si sono detti soddisfatti per questa manovra, perchè le pensioni non verrebbero intaccate.
Dall’opposizione, invece, vemgono giudizi abbastanza critici sulla manovra presentata oggi dal governo. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani, in un’intervista a La7, ha affermato: “C’è una forte preoccupazione: questa è una manovra che è a carico dei ceti popolari e dei ceti medi.”
Una posizione stranamente meno netta arriva invece dall’Idv, con il leader Antonio Di Pietro che dice: “Vista la situazione disastrosa in cui versa il sistema economico-finanziario del nostro Paese, l’Italia dei Valori ha il dovere di fare la sua parte, affrontando il provvedimento nel merito“. Di Pietro rimane comunque critico sulle riduzioni dei trasferimenti agli enti locali e sui tagli alla spesa sociale.
Per Galletti dell’Udc, invece, la manovra è “priva di elementi strutturali e infarcita di tasse e balzelli“, quindi ammonisce: “Saremmo responsabili, come sempre, ma la nostra preoccupazione è altissima“.

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