Cina, undici anni a Liu Xiaobo

LIU Xiaobo

Era chiaro che sarebbe andata così. Liu Xiaobo è stato condannato a 11 anni di reclusione. La ragione: incitamento alla sovversione. Il dissidente cinese è veramente tale: “incitava alla sovversione” già durante la protesta di piazza Tiananmen del 1989. Qui la sua storia. La storia di un uomo coraggioso.

Sotto accusa articoli pubblicati dai siti web stranieri e la Carta 08, che vede in Liu uno dei primi firmatari. Si tratta di un documento che critica apertamente  il Partito comunista cinese. Una carta che chiede piuttosto che finalmente si instaurino istituzioni democratiche anche in Cina.

Immediata la condanna dell’Unione europea dopo quanto hanno fatto sapere gli avvocati di Liu. Che non è dato sapere che efficacia abbia. Il sospetto è che non è certo di efficacia che si possa parlare, e anche che, finché l’economia terrà la realtà delle relazioni con la Cina, il discorso sarà sempre assai più complesso di così.

L’Ue, comunque, formalmente non può tacere e le parole con cui condanna la vicenda di Liu Xiaobo sono le seguenti.

L’Ue à molto preoccupata per il carattere sproporzionato della pena inflitta al difensore dei diritti dell’uomo Liu Xiaobo. Questa condanna suscita inquietudine per cio’ che riguarda il diritto alla libertà di espressione e a un processo equo

Peccato che le due locuzioni in oggetto – diritto alla libertà di espressione e a un processo equo – non trovino asilo in Cina. E peccato che l’Europa lo sappia assai bene.

La moglie, Liu Xia, fa sapere di aver trovato il marito in buone condizioni psicologiche. Certo, ricorrerà in appello, per quanto ciò possa valere. Anche il governo degli Stati Uniti chiede l’immediata liberazione di Liu Xiaobo. Gli Usa parlano di un processo al di sotto degli standard internazionalmente riconosciuti dei diritti umani. Una sentenza severa, cui le Olimpiadi del 2008 e il caso Tibet certo non possono non averci preparato.

Foto|Telegraph

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