Inferno Thyssen, Condanna a 16 anni

Foto: Ap/LaPresse

da Il Riformista di oggi, 16 aprile 2011.
di Angela Gennaro
Sentenza. La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo. Dura pena per l’ad, Espenhahn.

Colpevole. L’amministratore delegato della Thyssen Krupp, Herald Espenhahn, è stato condannato a 16 anni e mezzo di reclusione. La Corte di Assise di Torino ha riconosciuto per lui l’omicidio volontario con dolo eventuale per i sette morti del rogo alla Thyssen. Una sentenza che accoglie in pieno l’ipotesi dell’accusa. A quasi tre anni dalla strage del 6 dicembre 2007 in cui Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino, Antonio Schiavone hanno perso la vita, arsi vivi.

Sicurezza, si cambia

Il Consiglio dei ministri dà il via libera al decreto legislativo con le disposizioni integrative e correttive al testo unico attualmente in vigore sulla sicurezza. Un testo datato 1994. Il Governo, inoltre, fa sapere – quasi fosse una credenziale positiva, il che politicamente fa riflettere – che il provvedimento è all’interno della delega decisa dal governo Prodi. Prodi, che in effetti non aveva fatto in tempo.

Un testo che, però, non piace affatto alla Cgil. Una norma che, per Guglielmo Epifani, è incomprensibile.

Thyssenkrupp, un anno dopo



E’ passato un anno. Eravamo qui, ne scrivevamo, basiti, increduli e esterrefatti.


Torino l’anno scorso si è fermata. Oggi un corteo li ha ricordati: era la notte etra il 5 e il 6 dicembre. E Repubblica pubblica un dossier: in un anno, cosa è successo sul fronte delle morti sul lavoro. I dati dell’anno che sta per finire sono lievemente migliori di quelli dell’anno della tragedia, il 2007.


Nel mentre, meno di un mese fa, i sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp di Torino sono stati tutti rinviati a giudizio. L’amministratore delegato, Harald Espenhahn, dovrà rispondere, per il Giudice dell’Udienza Preliminare, Francesco Gianfrotta, di omicidio volontario con dolo eventuale.


Un anno dopo, il dolore. La normativa è ferma al normativa Testo Unico di Prodi, e c’è ancora molto da fare.


Thyssenkrupp, l’accusa è di omicidio volontario

L’accusa è di omicidio volontario. Siamo sicuri che sia la strada giusta?
I sei imputati per il rogo alla ThyssenKrupp di Torino sono stati tutti rinviati a giudizio. E va bene. Perchè il 6 dicembre del 2007 furono in sette a morire. Sette operai, arsi vivi.
L’amministratore delegato, Harald Espenhahn, dovrà rispondere, per il Giudice dell’Udienza Preliminare, Francesco Gianfrotta, di omicidio volontario con dolo eventuale. Il gup ha accolto tutte le tesi sostenute dall’accusa, rappresentata dai pm Raffaele Guariniello, Laura Longo e Francesca Traverso.

La classe operaia va in Parlamento

karlmarx1.jpg
Passi la propaganda, che in queste settimane sembra avere preso decisamente la ribalta. Ma adesso forse si sta esagerando. Dopo i primi giorni di sbigottimento dovuti a dichiarazioni di fuoco e candidature preoccupanti – è vero – ci si fa l’abitudine ed anche le indiscrezioni più scabrose scivolano nottetempo nell’oblio. Ci sono però delle notizie che non possono passare inosservate. Proprio non ci riescono. Meno male.
E’ di ieri la polemica tra il Piddì e l’Arcobaleno, per la candidatura col botto da parte della sinistra – finalmente basta equivoci! – di Ciro Argentino, operaio della Thyssen e dirigente locale del Pdci piemontese.

Il lavoro fa male

Cantiere
Si rimane senza parole. Sarà colpa della rete. Lo deve essere per forza. Forse alle notizie del telegiornale uno in qualche modo ci si era abituato. Ma così. Aprire la mattina la pagina di un quotidiano on line. O dell’Ansa. O della Reuters. O di chi vi pare. E ogni volta. Ogni giorno, praticamente, fare refresh o dare un occhio ai feed RSS. E, così poeticamente preparati, rimanere sconvolti.
Ne sono morti altri cinque. L’ultimo, dopo un’agonia terribile. A Molfetta. Morti per le esalazioni di acido solforico sprigionate da un’autocisterna che trasportava zolfo. La dinamica? Il primo si era calato nell’autocisterna per lavare le pareti del serbatoio. Si è sentito male. Gli altri sono accorsi ad aiutarlo. E sono morti a loro volta. Dinamica nuda e cruda.
Uno dei cinque è il titolare della ditta, Vincenzo Altomare, che, insieme all’autista dell’autocisterna si è calato nel serbatoio letale per aiutare il collega. Non ce l’hanno fatta, e sono rimasti a loro volta vittime.

Thyssenkrupp, destino di operaio

Thyssenkrupp
Che fine ha fatto la Thyssenkrupp? Non fa più tanta notizia, la morte si dimentica in fretta. Gli assessori regionali al Lavoro ed alla Ricerca hanno svolto una comunicazione molto dettagliata, nella seduta del Consiglio regionale , sulla situazione occupazionale della ThyssenKrupp.
La richiesta era giunta da vari consiglieri regionali, e in particolare dal gruppo SDI. Fino a quella tragica data, e all’incidente che ha portato via 7 persone, 7 operai caduti uno dopo l’altro, lentamente, a memento, ecco i dati più recenti riportati dall’assessore al Lavoro: al 27 luglio 2007, alla ThyssenKrupp operavano 322 dipendenti, di cui 269 operai e 53 impiegati. Il 25 luglio 2007, in seguito all’accordo sottoscritto al Ministero dello Sviluppo Economico, l’azienda attivò la procedura di mobilità per 100 lavoratori, a causa della decisione di chiudere lo stabilimento torinese.
Il 2 agosto 2007 venne siglato un accordo sindacale che prevedeva un massimo di 100 licenziamenti, di cui 90 operai, in possesso dei requisiti necessari per accedere al prepensionamento, nel corso od al termine della mobilità, oppure che non volessero opporsi al licenziamento.

Out of order

lavoro
Tempi magri per l’immagine dell’Italia nel mondo e nei confronti di se stessa. Tra le tante, quella più drammatica è l’immagine tutta italiana delle morti sul lavoro.
Beninteso, e banalmente, in questa faccenda il problema non è certo la figuraccia all’esterno e all’interno. Ma comparare le cifre italiane a quelle estere dà, ulteriormente, la cifra di uno sfacelo. Il numero degli infortunati, è in calo, ma resta improponibile. elevato. Tra il 1995 e il 2004 gli incidenti si sono ridotti del 25,49%. Ma siamo ancora lontani dal trend europeo, che invece si assesta a quasi il 30%. Quindi, a conti fatti, l’Italia, in Europa, è tristemente prima per il numero di morti bianche che si verificano.
A riportare l’attenzione su una tematica che così tragicamente ha chiuso il 2007 – vedi Thyssenkrupp – ci pensa il Secondo Rapporto dell’Anmil sulla tutela delle vittime del lavoro. Documento che definisce il fenomeno, senza mezzi termini, Effetto perverso profondamente innervato nel modo di produzione. Un effetto cui vengono opposti ancora scarsi e inefficaci interventi di controllo e prevenzione.

Un solo grido: “Stop alle morti bianche!”

E’stato il “leit motiv” di telegiornali, talk show, programmi di approfondimento di questo dicembre 2007 che ci ha da poco salutato. Un argomento troppo spesso lasciato in disparte, come a definirlo una cosa naturale, una cosa che prima o poi doveva succedere. Parliamo di morti bianche. Un argomento che ai più farà tornare alla mente le tragiche immagini dell’incidente accaduto all’interno dello stabilimento “Thyssen Krupp” di Torino.

Bombardati di informazioni, numeri, interviste. Tante parole, tante proposte, tante idee che purtroppo rimangono tali, non si realizzano. E intanto, anche se ora non lo “vediamo” più con gli occhi della tv, le morti bianche continuano ad esserci, anche nel 2008.

Sono 1300 le morti sul lavoro accadute nel 2005, salite a 1600 circa nel 2006. Un dato in costante ascesa, che diviene ancora più preoccupante se si pensa che non considera le morti dei lavoratori in nero siano questi o no immigrati (clandestini o regolari).

Sciopero!

Manifestazione
Il rinnovo del contratto dei metalmeccanici? Montezemolo lo aveva un po’ liquidato, anche se con tanta bonarietà. Disposto a sedersi al tavolo delle trattative, diceva giorni fa in un’intervista a Il Sole 24Ore. E ora, loro sono in piazza. Sciopero di otto ore e cortei nelle principali città italiane: si manifesta a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto dei metalmeccanici, scaduto da più di sei mesi.
Cortei che vedranno l’assenza illustre dei segretari nazionali, impegnati dalle 14.30 di oggi in Confindustria per riprendere le trattative. Trattative che sindacati e industriali sperano di riuscire a chiudere per il 15 gennaio, per l’appuntamento della riunione della giunta di Federmeccanica. E i numeri dei cortei sono di tutto rispetto: Torino con 8.000 persone in piazza, Bologna 5.000, Milano 2.000, Palermo 1.300.
Le manifestazioni sono partite questa mattina e dovrebbero terminare nel giro di poche ore. Un blocco dell’autostrada è stato effettuato ad Arese, ad Ancona le tute blu della Fincantieri, e dei cantieri Isa e Crn bloccano il transito delle auto nella zona di piazza Rosselli e via Marconi, il che sta creando disagi per il traffico in entrata e uscita a Nord della città. Anche la tangenziale di Bologna è stata simbolicamente occupata, e ulteriori rallentamenti causati dai cortei si segnalano sulle tangenziali di Milano e a Mestre.

Torino, Capodanno triste

Piazza Castello Torino

E Torino ha scelto di non festeggiare. Tuttii preparativi pianificati per ieri sera, il concerto in Piazza Castello, i fuochi d’artificio sono stati annullati. Il Capodanno torinese è stato un omaggio. Torino porta il lutto per le vittime della ThyssenKrupp, per i sette operai morti che la città non vuole dimenticare. Perchè anche l’ultimo è andato via. Giuseppe De Masi, 26 anni, non ce l’ha fatta: è morto domenica pomeriggio all’ospedale Cto di Torino.

A Nightmare before Christmas – Parte II

Epifani

Credeva di poter passare delle festività mediamente serene. Dopotutto, aveva persino ottenuto la fiducia sulla Finanziaria. E’ andato anche a Kabul, e si è commosso. “Grazie soldati, siete l’orgoglio d’Italia”. Su Alitalia infuriano le polemiche da più parti. Ma ha detto 15 gennaio, e se 15 gennaio non sarà, plausibilmente sarà dopo. Chissà che il panettone non plachi un po’ gli animi. Ma il Professore sa ormai da tempo che i canditi non attaccano con Guglielmo. Perchè Epifani, oltre ad essersi pronunciato sull’affaire Alitalia, ha mandato il suo messaggio alla nazione. Un sindacalista che parla di salari e di fisco.