Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d’Appello multa Consob

Banca Popolare di Bari: sospesa da Corte d'Appello multa Consob

Sospesa la multa comminata alla Banca Popolare di Bari dalla Consob. La decisione arriva dalla Corte d’Appello di Bari che ieri ha comunicato che le sanzioni sono sospese.

La vicenda è iniziata con l’approvazione di due delibere da parte della Consob in merito a presunte violazioni riscontrate presso la Banca Popolare di Bari nei periodi tra il 2014-16. La Consob dopo aver riscontrato le violazioni ha multato i vertici della Banca.

L’approvazione delle delibere è avvenuta il 13 settembre e i dettagli sono stati resi noti nelle settimane scorse dai giornali.

Di fronte alle contestazioni e sanzioni, la Banca Popolare di Bari ha risposto con un dettagliato elenco in cui illustra la sua posizione e smonta punto per punto le contestazioni della Consob.

Tra le tante precisazioni, la Popolare di Bari sottolinea come la Consob non abbia “bloccato la vendita di azioni”, oltre ad evidenziare che il fenomeno dei “finanziamenti baciati non esiste e questo è confermato anche dalle risultanze delle approfondite verifiche effettuate nell’ispezione della Banca d’Italia”.

Inoltre la Banca Popolare di Bari, oltre a ritenere di non aver commesso alcuna violazione della normativa di vigilanza, ritiene di aver subito un provvedimento sanzionatorio da parte della Consob a fronte di aspetti tecnico/operativi già esaminati in passate ispezioni e, comunque noti alla Consob da molti anni e mai oggetto di rilievo.

Ieri la Corte d’appello di Bari ha disposto la sospensiva del provvedimento con il quale Consob ha multato i vertici della Popolare di Bari e l’istituto stesso, in qualità di responsabile amministrativo, per un totale di 1,95 milioni di euro.

La Corte d’appello ha così accolto, inaudita altra parte, l’impugnazione dell’istituto. Nelle prossime settimane il procedimento andrà avanti con la comparizione delle parti.

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Intervista a Enrico Cerreto consulente patrimoniale
Enrico Cerreto consulente patrimoniale

Enrico Cerreto, Private Banker presso la sede di Napoli della Banca Fideuram, ci illustra la figura del consulente patrimoniale.

Dott. Enrico Cerreto quanto è richiesta oggi questa figura?

Oggi il consulente patrimoniale è una figura sempre più richiesta per conservare e trasmettere in modo ottimale le ricchezze di una famiglia e della sua storia. È una professione in continua evoluzione, ma rimane invariata la nostra mission che è quella di essere gli interlocutori di fiducia del cliente, prendendoci cura e proteggendo i suoi progetti di vita.

Che tipo di rapporto si instaura tra il professionista e il cliente?

Il consulente patrimoniale deve conoscere a fondo la storia e le dinamiche interne al nucleo familiare del cliente, in quanto non si può decidere di patrimonio, denaro e beni se non si parla prima di famiglia e rapporti. Tutti gli aspetti collegati ad una gestione patrimoniale e finanziaria ricadono o possono ricadere sulle generazioni future di quel cliente. Pertanto il consulente patrimoniale prende in considerazione il cliente all’interno del suo contesto familiare e professionale, proponendo soluzioni specifiche al fine di tutelarne il patrimonio, realizzare gli obiettivi prefissati e proteggerlo da eventi imprevedibili.

Vi sono qualità che bisogna possedere per svolgere la professione di consulente patrimoniale?

Le qualità sono professionalità, capacità di ascolto ed empatia. Sono tre elementi necessari per aiutare i clienti a trovare le migliori soluzioni in merito alle loro esigenze affinché siano raggiunti gli obiettivi finanziari che sono stati prefissati. Non bisogna trascurare il passaggio generazionale, a mio avviso di fondamentale importanza in questa attività.

C’è un’operazione finanziaria che ricorda?

Ricordo con orgoglio un’operazione finanziaria che si è verificata nel 2013. Muore un mio cliente non sposato e senza figli, il quale possedeva un patrimonio mobiliare da me gestito di circa 10 milioni di euro. Gli eredi erano 12 ed si trovavano sparsi in tutta Italia. Nonostante le difficoltà del caso, gli eredi sono diventati tutti miei clienti e il loro patrimonio, con grande soddisfazione, è aumentato.

Dott. Enrico Cerreto chi sono i suoi clienti?

Mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Ad oggi gestisco circa 110 clienti per un un patrimonio complessivo di circa 50 milioni di euro. La ricchezza finanziaria dei miei clienti ha una soglia minima di 500mila euro.

È pentito della strada che ha intrapreso?

Per niente. Questo lavoro ha cambiato in meglio la mia vita e la mia professionalità. Sin da bambino mi ha sempre affascinato il mondo della finanza ed inoltre a casa mia la parola ricorrente era “Banca”. Dopo la maturità classica, ho conseguito una laurea in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e a seguire ho studiato all’Imperial College Business School di Londra. Nel 1989 ho iniziato la mia attività bancaria presso la Citibank Italia di Napoli, divenuta Banco Ambrosiano Veneto fino al 2001. Oggi lavoro in Fideuram e mi occupo di tutela, gestione e trasmissione di patrimoni. Nel tempo ho ricoperto il ruolo di back office, addetto clientela retail, addetto clientela executive, estero merci, settorista aziende, direttore di filiale.

Il G7 di Taormina

g7

Sensazioni positive e sensazioni negative al G7 di Taormina, dove i 7 grandi, con qualche esclusione, si sono trovati d’accordo su alcuni temi, mentre su altri i risultati sono stati considerati insoddisfacenti. È il clima, il nodo cruciale su cui Stati Uniti ed Europa non riescono a trovare una sintesi, anche dei pur blandi vincoli che il vecchio continente vorrebbe mettere alle emissioni. Molto delusa si è detta la Merkel, particolarmente battagliera sul tema ambientale, che in effetti, in Germania, è molto sentito e appoggiato. Il paese infatti è in prima linea non solo per la riduzione delle emissione, ma per la rinuncia alle fonti fossili, con grandi investimenti nel settore delle rinnovabili. Di questo passo, i tedeschi potranno liberarsi dalla dipendenza del petrolio entro 20 anni, mentre altri paesi sono ancora al palo.

Ma se sul clima, Trump non ha voluto cedere, è stato sul protezionismo, suoi cavallo di battaglia elettorale, che il presidente americano ha dovuto mollare la presa, più che altro per le evidenti problematiche che un mondo ormai globalizzato, pone a misure di chiusura del proprio mercato. È praticamente impossibile ormai chiedere agli altri paesi di importare, ma non esportare, pregiudicando così la bilancia dei pagamenti. A meno di non pensare ad un’utopica autarchia, è più sensato trovare un equilibrio tra gli scambi commerciali. Sul fronte terrorismo invece, tutti d’accordo, naturalmente.

La UE chiede una manovra aggiuntiva all’Italia

Aggiustamento dei conti, o manovra aggiuntiva, la Commissione Europea ha appena inviato una lettera al governo italiano con una richiesta di ben 3,4 miliardi di euro in più, da aggiungere ai conti pubblici per non sforare i parametri di Maastricht.

Si parla di un’aggiustamento sulle spese dei vari ministeri, già spremuti dall’austerity, ma il governo ha ancora tempo fino all’inizio del prossimo mese per approntare i correttivi, calcolando anche che Gentiloni dovrebbe incontrare nei prossimi giorni la Merkel, e non sarebbe soddisfatto della richiesta della Commissione, di aggiustamento di uno 0,2% del PIL.

Anzi, è probabile che il governo voglia ridiscutere alcune cose con la Germania e non dare seguito alla lettera da Bruxelles, ritenendo di aver già adempiuto a tutte le direttive. Comunque, al ministero del Tesoro, stanno già studiando i possibili tagli, nel caso l’Italia dovesse seguire le nuove richieste dell’Europa.

In primo piano la riduzione dei fondi strutturali destinati alle infrastrutture, che oggi vengono valutati attorno ai 2,9 miliardi di euro. Qualche centinaio di milioni, potrebbero essere risparmiati con tagli ai ministeri, e altri fondi potrebbero essere reperiti rinunciando a qualche sconto fiscale. Tutte decisioni però che peserebbero pesantemente sul rilancio dell’economia, per il nostro paese, già ultimo nella ripresa economica europea.

Non si può dire che lo sport sia il pallino degli italiani

Il no alle Olimpiadi della Giunta Raggi ha fatto molto discutere ma l’Italia è davvero un paese di amministrazioni “sportive”? La risposta è nei dati sugli investimenti negli impianti sportivi dello Stivale. Un report redatto da Openpolis partendo dai bilanci delle città. 

In Italia, il Mezzogiorno non investe in cultura

Il Mezzogiorno d’Italia è sempre stato considerato espressione della cultura italiana: da Roma a Palermo le città d’arte che raccontano delle radici del nostro Paese sono tantissime. Eppure l’investimento nella cultura, nel Mezzogiorno, è quasi inesistente. 

Imprese pagate con titoli di Stato

Il centro sinistra pone le carte in tavola e cerca di arricchire la gamma delle soluzioni alla crisi dei pagamenti delle aziende. Il leader dello schieramento Pd – Sel, Pierluigi Bersani, ha infatti dichiarato che se il proprio partito andrà al governo emetterà ogni anno 10 miliardi di euro di titoli pubblici, per i prossimi cinque anni, da destinare esclusivamente al pagamento dei crediti commerciali delle imprese nei confronti della Pubblica amministrazione.

Ford e GM regalano bonus ai dipendenti: e Fiat che fa?

Paesi che vai, prassi aziendali che trovi. A dimostrazione che il settore auto può conferire importanti soddisfazioni anche a chi opera a livelli non manageriali, si legga quanto accaduto negli Stati Uniti, dove i dipendenti di General Motors e di Ford hanno ricevuto un maxi bonus in seguito ai buoni risultati ottenuti dalle compagini, oramai in fase di piena stabilizzazione finanziaria grazie alla ripresa della domanda del mercato auto nord americano.

Rischio povertà in forte aumento in Italia

Il rischio povertà, in Italia, è in forte crescita. Ad affermarlo è il ministero del Lavoro che, insieme a Istat e Inps, ha pubblicato una serie di dati statistici drammatici sulla situazione delle famiglie italiane. Il rischio povertà nel nostro Paese coinvolge infatti ora il 30 per cento delle famiglie, contro il 26,3 per cento del 2010. Il trend di crescita dell’indicatore fa mal sperare sull’evoluzione dello stesso: l’Italia è, ad oggi, il Paese europeo dove il rischio povertà cresce con maggior vigore.

Bankitalia suggerisce governo politico per le riforme

Bankitalia suggerisce un governo politico che possa prolungare l’iter delle riforme già intrapreso dall’esecutivo Monti. A sostenerlo – durante una intervista concessa alla Stampa, è il governatore Ignazio Visco, secondo il quale la ripresa economica del Paese potrebbe arrivare nella seconda metà del 2013. Per garantire la sostenibilità dello sviluppo nazionale è tuttavia necessaria “una riduzione dei vincoli per agevolare chi fa impresa”.

Stipendi parlamentari “Abbiamo le indennità più basse d’Europa”. Cicchitto risponde: “Campagna denigratoria”

Gli stipendi dei parlamentari "Non abbiamo le indennità più alte d'europa"

Continua il dibattito in merito al documento presentato ieri dalla commissione Giovannini, dove si deduce chiaramente che i nostri parlamentari ed i senatori, hanno lo stipendio più alto d’Europa. Dopo le cifre snocciolate da diversi quotidiani nazionali tra cui anche il nostro sito, nel pomeriggio di ieri, gli stessi politici sono tornati a parlare, dichiarando che “Il costo complessivo, per i deputati italiani in carica, è inferiore rispetto ai Paesi europei con il Pil più elevato”.

La prossima settimana, in ogni caso, il collegio dei questori di camera e senato, presenteranno un documento unitario, in cui si segnala come poter diminuire i costi della politica di circa 120 milioni di euro, nel triennio 2011-2014. Dove andranno a colpire i tagli?

INPS avvisa 450mila pensionati. Stop a pensioni in contanti oltre i mille euro

Stop a pensioni oltre i mille euro in contanti. L'INPS scrive a 450mila pensionati

Niente più pensioni pagate in contanti. L’INPS ha inviato nella giornata di oggi, circa 450mila lettere ad altrettanti pensionati, i quali percepiscono una pensione superiori ai mille euro in contanti. La manovra economica del governo Monti prevede che le pubbliche amministrazioni, compreso l’Istituto Nazionale Previdenza Sociale, non possano pagare importi superiori ai mille euro in contanti.

Nelle 450mila lettere inviate dall’INPS viene ricordata questa norma della manovra economica e si chiede, quindi hai pensionati, di indicare un metodo elettronico alternativo per il pagamento della pensione, previsto dagli istituti bancari o tramite conto postale. I pensionati dovranno adeguarsi entro e non oltre il 7 Marzo, data ultima per il pagamento delle pensioni in contanti. La comunicazione del nuovo metodo di pagamento dovrà avvenire entro Febbraio.