Cagliari, protesta dei pastori: guerriglia urbana – FOTO

Foto: AP/LaPresse

Cagliari: continua la protesta dei pastori davanti alla sede del Consiglio regionale della Sardegna, dopo i momenti di tensione di ieri che hanno determinato la reazione delle forze di polizia. La replica degli agenti (con fumogeni e cariche con i cellulari a sirene spiegate) ha fatto seguito al fitto lancio di bottiglie di vetro da parte dei pastori.

Dalle bottiglie alle pietre, è stata questione di istanti: oltre alla sassaiola, il gruppo ha cercato di bloccare la strada con i cassonetti dell’immondizia. Il movimento dei pastori sardi, guidato da Felice Floris, manifesta per chiedere garanzie alla Regione sul prezzo del latte.

Uno dei manifestanti ha perso un occhio dopo essere stato colpito in pieno volto da un fumogeno, mentre tra gli agenti di polizia vi sarebbero tre feriti. Ancora ufficiose le cifre ma sarebbe salito a sei il numero dei fermi. Più d’uno i nodi della trattativa: la battaglia per il prezzo del latte, dicevamo, ma anche richieste ancor più precise.

L’aiuto per l’ accesso al credito, il ritiro delle giacenze, il finanziamento alle aziende con i contributi de minimis come previsto dalla legge comunitaria, l’introduzione di centri di stoccaggio, gli incentivi per le politiche energetiche. I manifestanti hanno anche occupato l’ aula della Commissione Bilancio del Consiglio regionale, e volevano impedire ai consiglieri di lasciare il palazzo.

Il leader del Movimento pastori sardi, Floris, nel suo intervento rivolto ai capigruppo e agli esponenti dei diversi schieramenti, ha definito il disegno di legge in discussione “deludente” e “vergognoso”, spiegando che “i pastori non stanno chiedendo assistenza ma aiuti concreti per un’ importante settore produttivo“.

Inoltre, Floris ha richiamato alla memoria delle Istituzioni “gli impegni assunti lo scorso 13 settembre dal presidente della Regione Cappellacci, dall’Assessore alla Programmazione La Spisa, da quello dell’ Agricoltura Prato, dal presidente della SFIRS Tilocca”. La chiosa del leader è perentoria: “Non andremo via senza risposte“.

Condanna unanime rispetto all’esercizio della violenza: il mondo politico si compatta nei giudizi immediatamente successivi alla guerriglia pur riconoscendo la legittimità della protesta. “Protestare è sacrosanto – ha affermato il ministro delle politiche agricole, Giancarlo Galan – ma gli scontri di Cagliari alla fine servono solo a impedire la possibilità di superare gli ostacoli e di avviare così verso obiettivi effettivamente raggiungibili le parti coinvolte in una vicenda assai complicata”.

Per il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, “le ragioni legittime di una protesta non possono mai giustificare degenerazioni come quelle viste davanti al Consiglio Regionale”.

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