Lavoro, Cgil, Cisl e Uil contro la manovra economica. Monti apre il dialogo

Segretario dell CGIL Susanna Camusso

Un 2012 che si apre sicuramente in maniera negativa per gli italiani e soprattutto sotto il piano del lavoro. La manovra economica del governo Monti, attualmente, secondo i sindacati e secondo il leader della Cgil Susanna Camusso, andrà ad indebolire un mercato, quello del lavoro, attualmente in forte pericolo e sicuramente andrà a creare nuove perdite di posti di lavoro. Nella giornata di ieri, tramite Twitter la Camusso ha fatto il suo personale augurio “Lavoro, il vero augurio per il 2012, buon anno!”.

La Camusso poi avvisa, che c’è un rischio reale di tensioni socialiC’e’ un rischio reale di tensioni sociali crescenti nei prossimi mesi. Un rischio da contrastare con un piano per il lavoro, la vera emergenza”. Susanna Camusso, parla dei vari aspetti che la recessione potrà avere sul mondo lavorativo italiano: “La recessione avra’ un impatto duro su occupazione e redditi. C’e’ quindi il rischio che cresca il conflitto sociale con l’aumento delle disuguaglianze. I binari per la crescita sono la coesione sociale e territoriale, ma c’e’ bisogno di strategia e di politica. Non basta il mercato”.

Manovra, lo sciopero della Cgil. Aderisce l’opposizione, ma Bonanni: “E’ demenziale”

Si svolgerà dunque oggi, martedì 6, lo sciopero generale indetto dalla Cgil contro la manovra finanziaria del governo. Sono previste manifestazioni in cento piazze italiane, ma quella principale si terrà nella Capitale. Anche i principali partiti dell’opposizione hanno aderito alla protesta, con il segretario del Pd Pierluigi Bersani che ha dichiarato: “Io ci sarò, ci saremo con tutti quelli che contrastano questa manovra. Dire che siamo preoccupati è poco. Siamo in una situazione drammatica, per cui serve una svolta politica”.
Sul fronte sindacale, però, si allarga la spaccatura tra la Cgil, da una parte, e gli altri due sindacati confederali (Cisl e Uil) dall’altra. Questi due, infatti, non parteciperanno allo sciopero, come ha spiegato il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, che ha affermato: “Colpire le buste paga dei lavoratori e le imprese ha del demenziale, sopratutto in questo momento“. Anche all’interno della Cisl, comunque, c’è chi sostiene la necessità di aderire alla manifestazione, come i metalmeccanici della Fim, che sciopereranno per otto ore.
Fra i partiti dell’opposizione, al contrario, solo Udc e Fli non intendono aderire allo sciopero, con il leader dell’Udc Pierferdinando Casini che ha affermato: “Considero lo sciopero di domani della Cgil del tutto sbagliato in un momento simile“.

Fiat, Mirafiori: il referendum vinto dai sì con il 54,05%. Marchionne: “Svolta storica”

Passa sul filo di lana il referendum sull’accordo per il rilancio dello stabilimento di Mirafiori firmato il 23 dicembre scorso, da Fim, Fismic, Uilm, Ugl e Associazione quadri. Dopo quasi 10 ore di scrutinio, nei 9 seggi, oltre a quello del turno di notte, il risultato ha assegnato la vittoria al si con 2.735 voti, pari al 54,05%.

Il no si è fermato a 2.325 voti, pari al 45,95%. Per la prima meta’ dello scrutinio, riguardante i seggi dove hanno votato gli operai addetti al montaggio, si era avuta una predominanza del no, poi con lo scrutinio del quinto seggio, quello degli impiegati, il risultato si è ribaltato. In totale i voti validi sono stati 5.060, mentre le schede bianche o nulle sono state 59. I votanti, quindi, sono stati 5.119, su 5.431 aventi diritto.

Primo Maggio sì, ma senza bandiere

primo maggio

Il Primo Maggio è di nuovo qui. E oggi Cgil, Cisl e Uil, di nuovo insieme, lasciano da parte polemiche e divisioni almeno per un giorno, e vanno all’Aquila. I leader dei sindacati passano la giornata di oggi, la Festa del lavoratori, tra gli sfollati, nelle tende, tra i terremotati d’Abruzzo. Una manifestazione sobria, necessariamente.

Il presidente della Repubblica Napolitano, nel suo discorso in occasione della consegna al Quirinale delle stelle al merito del lavoro – anche per l’Abruzzo – ha parlato di morti sul lavoro.

Roma nel caos. La protesta, le bugie e il surf

Non ci sono più mattinate tranquille, in quel di Roma. Anche il meteo sembra aver seguito l’Onda, assestandosi e colorandosi della politica e delle istanze sociali di questi giorni. Alluvioni, strade allagate, il gelo sceso nelle ossa.
Curzio Maltese, su Repubblica, scrive:

AVEVA l’aria di una mattina tranquilla nel centro di Roma. Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Negozi aperti, comitive di turisti, il mercatino di Campo dè Fiori colmo di gente. Certo, c’era la manifestazione degli studenti a bloccare il traffico. “Ma ormai siamo abituati, va avanti da due settimane” sospira un vigile. Alle 11 si sentono le urla, in pochi minuti un’onda di ragazzini in fuga da Piazza Navona invade le bancarelle di Campo dè Fiori. Sono piccoli, quattordici anni al massimo, spaventati, paonazzi

Nulla a che vedere con gli anni Settanta. Ed è vero, anche se l’immagine negli occhi è fortemente evocativa.

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 21 giugno 2008

Ore 01:17. Finalmente in una tranquilla serata quasi estiva, visto anche che l’estate è ormai alle porte, mi ritrovo con voi a leggere ed analizzare ciò che le testate giornalistiche straniere e nazionali ci riportano. In un momento di “crisi economica” che sta attraversando l’Europa, i singoli paesi si ritrovano tutti per un motivo o per l’altro a dover soffrire un momento di tensione. In questo momento, specie per difendere la popolazione, sarebbe bene un segnale di unione da parte di tutti i partiti. E non parlo solo dell’Italia…

World Press – Rassegna Stampa Internazionale del 16 giugno 2008

Ore 01:48. Torna, dopo un giorno di riposo eccezionale, la Rassegna Stampa Internazionale che ogni giorno cerca di tenervi compagnia qualche minuto, prima di dover andare definitivamente a lavorare. Una chiusura eccezionale dovuta la fatto che il sottoscritto sta provando, anche visto il “bellissimo” tempo che c’è in provincia di Milano, a migrare verso lidi più assolati, ma con risultati pessimi. Così, dopo esserci fatti tutti insieme un po di fatti miei, ecco a voi la prima rassegna stampa settimanale, quella di lunedì 16 giugno 2008.

Europa Militare. Beppe Grillo, Mentana e gli Americani

Giorni addietro Beppe Grillo richiamava alla memoria dell’Italia sopita, sul suo blog, l’occupazione americana su territorio italiano. Ne parlava Mentana a Matrix il 6 maggio. RaiNews24, oggi, a Macro Sfera, tratta proprio l’esplosiva faccenda.
Quanti soldatini americani circolano su territorio italico? Durante la Guerra Fredda erano circa 450.000, i soldati americani presenti qui. Ora hanno una funzione di appoggio, di retrovia, e sono nettamente diminuiti.
Le basi? In Germania, paese – sapete com’è, la storia, a più forte presenza militare statunitense – ci sono 670 chilometri quadrati di basi. In Italia 7, ufficialmente. Beppe Grillo dà un numero differente: dice 113.

Once upon a time: Bob Kennedy

Robert Francis Kennedy. Lo chiamavano Bob, o Bobby . E’ nato a Brooklyn il 20 novembre 1925. Ed è morto a Los Angeles, il 6 giugno 1968. Tra tre giorni, 40 anni. Figlio di Joseph P. Kennedy e Rose Fitzgerald e fratello di John Fitzgerald Kennedy.
Il nostro benessere, scrive:

Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.

Il nano è tratto. E dice che ora non ha più scuse

nano
Il manifesto titola Il nano è tratto. Come di consueto, giocano con le parole. Il nano, adesso, si fa grave, mentre esce dall’in pectore.

Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra. Se non faremo, saremo travolti

L’idillio, chissà. Chi può dirlo. Chi lo sa. Come si pone, oggi, l’italiano medio, di fronte a quel che l’è. Il nuovo Governo. La nuova direzione.

La popolarità è faccenda strana. Viene e va. Chiedetelo a Sarkozy. Viene e precipita, è fascinosa e bizzarra faccenda.
Il Silvio saggio.

Questo non può essere il governo del “sole in tasca”, ma quello dei “piedi per terra”

Ricordando al mondo che

La situazione del Paese è difficile, non c’è spazio per i facili ottimismi

E’ da quando ha vinto che mette le mani avanti.

Più psicologi per tutti. Soprattutto per i pm

psicologi
Gustosissimo. Aveva detto che avrebbee creato posti di lavoro. L’aveva detto. Siamo certi che, di puntata in puntata, ci spiegherà per chi, e come. Oggi tocca all’ordine degli psicologi.
Una categoria, in effetti, popolosa e che a volte, spesso, al di là di situazioni avviate e di conoscenze giuste, fatica a spiccare il volo. Un po’ come tutte. Ce ne sono tanti in giro di psicologi. Troppi, forse.
Ma nessun problema. Silvio c’è.
E chiede

perizie psichiatriche

Per tutti? Per oggi, in particolare, sui Pubblici Ministeri.

Non è un paese per vecchi. O forse sì

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L’album di famiglia della politica italiana di quindici anni fa, a sfogliarlo, fa impressione. Rutelli sindaco di Roma e Berlusconi Presidente del Consiglio. Devo aggiungere altro? Non credo. A volere essere pignoli si potrebbe giusto segnalare che tutti i segretari della pressocchè totalità delle formazioni politiche italiane di oggi presenta al suo vertice le stesse facce da 20 anni.
Su, diciamocelo, con le sole eccezioni rappresentate dai mini-candidati premier Santanchè e Boselli, la corsa alla poltrona di Presidente del Consiglio ed ai posti che “contano” non offre certamente novità: il sempreverde Berlusconi, con l’immancabile fiato sul collo dell’eterno erede designato Fini, l’equilibrista Casini, il subcomandante Fausto Bertinotti e Veltroni che, a dire il vero, nuovo di pacca proprio non è.
Ma se il criterio per la scelta del capitano da parte delle singole squadre appare il medesimo, lo stesso non si può dire per la composizione del resto delle formazioni. Il Pdl infatti, al netto delle naturali promozioni sul campo di alcuni elementi ( la sciura Brambilla su tutti), sembra confermare gli effettivi che furono in grado di pareggiare la precedente partita. Di contro, il PD avrebbe deciso di affidare ad un gruppo di giovani gregari il difficile compito di tirare la volata a Uolter.
Sarà vero?

Proposta shock. Di Pietro perde la testa: una sola rete a Mediaset

Di Pietro
Magari, viene da rispondere. Ci potrebbe essere da guadagnare, viene da azzardare. Comunque, quell’indisciplinato di ex magistrato datosi alla politica l’ha sparata grossa. Ha proposto nientepopodimenoche un intervento radicale sull’informazione.
Dall’alto del suo blog, Antonio Di Pietro lanciare la proposta di programma di governo dell’Italia dei Valori.
Il post porta il titolo: Grande Biagi, piccola televisione pubblica, e ha, attualmente, 918 commenti tra i più disparati.
La proposta? Una sola televisione pubblica senza pubblicità, pagata dal canone e sottratta all’influenza dei partiti: l’esecuzione della sentenza europea su Europa 7 e lo spostamento di Rete 4 sul satellite; limite di una sola rete per i concessionari privati (un esempio per meglio comprendere? Non è difficile. Si chiama Mediaset); abolizione dei finanziamenti pubblici all’editoria.

Quel tesoro di tesoretto Redux

sindacato
Sul tesoretto si avvelenano i sindacati. Un po’ evidentemente risentiti con Padoa Schioppa e compari. Sindacati e Bertinotti. Che per torna a sentire velleità di contrattazione collettiva.
Ad aprire le danze è il dimissionario Presidente della Camera. Non si possono opporre vincoli di bilancio a chi guadagna appena mille euro e fa fatica da arrivare alla fine del mese. Semplice considerazione di Fausto Bertinotti, che ha dato il via alle polemiche, in verità serrata e con scarso spiraglio si composizione, di ieri da parte delle forze sociali – i sindacati in prima linea – con l’a sua volta dimissionario Ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa.
Il suddetto Ministro, solo ieri, aveva laconicamente avvisato un’Italia che, in fondo, ci sperava, che il tesoretto non esiste. Non c’è nessun pozzo dal quale attingere per provare a risanare qualcosa. Ma i sindacati non ci stanno.