Presidenza Obama: Spazio ai Clintoniani

Passano i giorni e lentamente, anche i più accesi sostenitori di Obama, iniziano a lasciarsi alle spalle i bagordi della vittoria delle presidenziali del 4 novembre per concentrarsi sul momento in cui, il neo-presidente, andrà da loro per informarli sul loro nuovo ruolo nella presidenza democratica.

Molti sono stati gli storcimenti di naso, specie di alcuni obamiani seccati di aver visto nomine assegnate a personaggi che non ne avrebbero avuto bisogno e diritto: vedasi Mrs. Hillary Rodham Clinton. Per la rivale alle primarie democratiche, con la quale Obama ha probabilmente combattuto una sfida ancor più dura rispetto a quella con McCain, parrebbe sia pronta la sedia di Segretario di Stato.

Una scelta ambigua per l’elevato coinvolgimento della Clinton in molte faccende extra-governative, ma che la stessa Hillary avrebbe confermato di essere disposta a mollare pur di ottenere la carica. “Se mi vuole io ci sono, Mr. President. Ad ogni prezzo!”. Con grande gioia del sottoscritto!

Obama, No Grazie

Povero Barack. Ancora non è presidente e già si ritrova a dover affrontare i malumori dei primi americani. C’è da dire che questi mugugni arrivano, quasi in maniera clamorosa, da chi gli sta più vicino ovvero dai suoi più calorosi sostenitori e dai cittadini della sua Chicago.

Siamo più o meno al livello di “quello ha vinto al superenalotto e speriamo che si ricordi di me…”. In effetti è questo che rode alla maggior parte di obamiani, non essere ricompensati per aver creduto nel neo-presidente abbronzato.

E’proprio vero che la corsa alle “cadreghe” (sedie per i non avvezzi ai film di Aldo, Giovanni e Giacomo) non smetterà mai, e che risulta essere più importante dei propri stessi ideali. Ma d’altronde non devo certo insegnarlo io, noi italiani siamo già abbastanza bravi nella stessa professione.

USA – Iraq: Fuori Tutti entro il 2011

Ennesima data fasulla? Ulteriore obiettivo prefissato e non raggiunto? Nuova promessa che non verrà mantenuta? Queste sono le domande che, leggendo del nuovo accordo tra Iraq e USA sulla partenza delle truppe americane dal paese mediorientale, mi sono sorte. Tutto questo mentre i miei pensieri ricordavano la guerra lampo e affini.

Una guerra che era prima una caccia a Bin Laden, poi a Saddam e quindi all’Iran e fortunatamente a niente più. L’Iraq ha messo i paletti legislativi con un decreto che conferma l’intenzione entro il 2011 di far lasciare il presidio ai soldati americani, forti anche di un futuro appoggio ad Obama.

Sinceramente dopo tanti anni di promesse fasulle sono abbastanza scettico sulla riuscita dell’accordo, anche se il futuro abbronzato di Obama mi fa ben sperare. Forse, per una volta, quello che è stato detto e scritto diverrà effettivamente realtà.

Obama e McCain come Tom e Jerry

Sarà che Obama è un uomo che si commuove facilmente, è un emotivo e come tale si lascia andare a far cadere qualche lacrima nei momenti che lo necessitano, vedi morte di sua nonna pochi giorni prima della sua elezione a presidente degli Stati Uniti d’America. Probabilmente un sorriso, e una leggera soddisfazione, deve averla avuta quando, in diretta tv e di fronte al suo elettorato John McCain ha fatto i complimenti al suo rivale dopo le presidenziali, erigendolo ancor di più come il “nuovo” presidente.

Questo è Obama Style

L’elezione è arrivata come molti, se non tutti, si aspettavano. Il fatto è che addirittura i repubblicani si aspettavano questa vittoria democratica nonostante alla fine si sono messi a rosicare quanto il loro cane sciolto ha fatto i suoi personali complimenti al coloured candidate.

Così in meno di 72 ore ecco che Obama si presenta di fronti ai giornalisti per dimostrare al mondo intero che lui, l’uomo dell’incrocio afro-hawaiano, è veramente il simbolo del rinnovamento, del nuovo mondo che arriva, e dimostra a tutti che le sue parole saranno fatti, presto, prestissimo, anche se comunque ci sarà da attendere la sua effettiva salita al potere.

Dimostrazione di forza, ironia sulla propria immagine, voglia di dimostrare che la scelta americana si è rivelata azzeccata, bisogno di dimostrare al mondo che non è un pivellino: tutto questo è e sarà l’Obama Style.

Presidenziali USA: Onore agli sconfitti

Obama! Obama! Obama! Tutti al mondo urlano e cantano la sua vittoria. Come è giusto che sia. Eppure quella democrazia che ha vinto negli USA con il candidato democratico, ha vinto, in misura ancora maggiore, nelle parole di John McCain, grande sconfitto di questa presidenziale “one way”, ovvero a senso unico.

Nel suo discorso di sconfitta tanti mea culpa e un gesto di grande signorilità: i complimenti ad Obama e il tentativo di spiegare al suo elettorato, quei repubblicani “incazzati”, che Barack sarà anche il loro presidente per i prossimi 4 anni. Il momento difficile lo impone d’altronde.

Ma se invece che una mossa da gentiluomo quella di McCain fosse solo una grande mossa mediatica? I repubblicani si sapeva che sarebbero usciti sconfitti a causa di George W. Bush jr. e necessitavano di riconquistare il proprio elettorato. Che il messaggio sia voluto passare così?

Presidenziali USA 08: Obama Presidente. Un’analisi

Barack Obama è il prossimo presidente degli Stati Uniti d’America. Una vittoria la sua che forse tutti si aspettavano e che molto probabilmente, proprio per questo, è risultata ancora più incredibile quando è avvenuta. Un controsenso che però dimostra bene come, a volte, essere i favoriti per la conquista di un ruolo così importante nel palcoscenico mondiale, porti a fare pensieri e a credere in cose che, in una realtà diversa, avremmo vissuto diversamente.

Presidenziali USA: Virginia e Ohio i primi risultati

Finalmente si parte. E i dati sembrano dare un leggero, piccolo svantaggio per Barack Obama che pare essere in svantaggio in Ohio, ma in compenso in vantaggio in Virginia. Una situazione che non lo mette, almeno per ora, in difficoltà se non per un fatto statistico.

Infatti i repubblicani vittoriosi in Ohio, alla fine, hanno sempre vinto le presidenziali negli USA, un dato importante, specie per chi potrebbe risultare troppo scaramantico in un momento topico come quello attuale. Una sfida che potrebbe vedere, negli indipendenti, un punto cardine per strappare voti ad Obama.

I primi dati ufficiali giungono da Kentucky e New Hampshire con nel primo in vantaggio i repubblicani con un 60% al 38%, mentre invece nel secondo sono i democratici ad essere in vantaggio con un 32 voti a 16. Poco per iniziare, ma i dati fanno credere che la sfida potrebbe essere molto più dura di quanto ci si poteva aspettare. Forse…

Presidenziali USA 2008. Obama sogna, McCain spera

Eccoci qui. Un anno e mezzo di curiosità. E stanotte, finalmente, sapremo. Stanotte, finalmente, gli americani sceglieranno, e gli occhi del mondo potranno anche guardare altrove.
Obama sogna, dagli ultimi polls ai primi risultati. McCain spera e non può fare a meno di farlo.

Segui in diretta le presidenziali USA su PoliticaLive

Ore 19:00 ET, ovvero ore 01:00 in Italia. Questa sarà l’ora in cui si chiuderanno ufficialmente i seggi dei primi stati della costa est degli Stati Uniti e che regaleranno i primi voti elettorali ai candidati premier. Naturalmente alcuni seggi sono già chiusi, come nel New Hampshire, dove una piccola cittadina di 21 abitanti, Dixville Notch, ha già chiuso dando il primo risultato: 15 voti per Obama e 6 per McCain.

Una prima vittoria per Obama che poco conterà nel risultato finale. Potrete però seguire l’evoluzione del voto qui, in diretta, su PoliticaLive con aggiornamenti flash ogni 30 minuti a partire dalle 23.30, con le prime notizie e i primi commenti a caldo dei due candidati presidente.

Ovviamente potrete partecipare anche voi, con i vostri commenti alle flash, a queste presidenziali USA 2008, esprimendo in diretta i vostri pareri, le vostre opinioni e perché no anche le vostre “voci di corridoio”, per rendere PoliticaLive la pagina di riferimento per quanto riguarda l’Election Day. Non mi resta che rinnovarvi l’appuntamento a tra qualche ora con i primi risultati ufficiali delle presidenziali USA.

Obama vs McCain: Benvenuto, Election Day

4 Novembre. Ci avreste creduto che saremmo mai arrivati a vederlo? Io sinceramente non più di tanto, eppure i sondaggi dicevano che il 4 novembre sarebbe arrivato con il 99,8% delle possibilità. Così è stato. A parte le battute sarcastiche su quanto i sondaggi stiano invadendo questa presidenziale, oggi finalmente è il grande giorno: il giorno in cui gli Stati Uniti dovranno dimostrare di avere il coraggio di svoltare e prendere una nuova strada.

Obama vs McCain: Una volata troppo lunga

Approfittando del week end che il 1 novembre mi ha offerto ho deciso di lasciarvi tra le braccia di Angela, che comunque rimangono delle belle braccia, per questo week end su Politicalive, per poi riprendervi al mio ritorno. Un ritorno che mi vede ricco di pensieri su questa elezione presidenziale americana. Un week end che mi ha fatto ricordare le parole di mio nonno, grande appassionato di ciclismo, che quando da piccolo guardavo con lui le gare in bici mi diceva sempre: “E’partito troppo presto, lo riprendono, non ce la fa ad arrivare solo”. E così categoricamente accadeva. Un po’ come sta accadendo a Barack Obama.

Obama vs McCain: La corsa dei sondaggi e il metodo di voto

La corsa alla poltrona presidenziale negli Stati Uniti d’America si sta per concludere, il 4 novembre infatti si avvicina inesorabile e con lui anche le risposte a tante domande, a tante supposizioni e pensieri che, ogni giorno, penetrano nella nostra testa anche solo per qualche minuto, ma che aumentano l’ansia e l’emozione per scoprire il risultato che sarà e poter finalmente dire: “Io avrei vinto!”.

Obama vs McCain: Se anche McCain appoggia Obama

Strani scenari si stanno creando in quel degli Stati Uniti con circa due settimane alla votazione più importante del 2008, non solo per il paese a stelle e strisce, ma anche per tutta la popolazione mondiale che spera dalle urne americane non esca solo il nuovo presidente che siederà alla White House, quanto anche l’uomo che sia in grado di dare una stabilità definitiva ad un mercato ancora troppo poco equilibrato.