Foto proteste in Egitto contro Mubarak

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Proteste Egitto. I manifestanti anti-Mubarak hanno promesso di intensificare le agitazioni al Cairo per costringere il presidente ad abdicare.

Lo stesso Mubarak nei giorni scorsi ha dichiarato di essere pronto alle dimissioni. Dimissioni che sono sul tavolo dei colloqui fra l’amministrazione Obama e gli ufficiali egiziani. Gli Usa chiedono che Mubarak le dia subito e consegni i poteri al vicepremier Omar Suleiman per costituire un governo di transizione che abbia il supporto dell’esercito militare.

Gli Stati Uniti, inoltre, vogliono far entrare in questo governo i membri dell’opposizione tra cui i Fratelli Missulmani. Volontà che mira al tentativo di portare a libere elezioni nel mese di settembre.

Berlusconi: “Immunità? Non la escludo. Mubarak uomo saggio ed equilibrato”

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Berlusconi-immuità. “Non è sul tavolo come ipotesi ma non escludo che un domani, se qualcuno la evocherà, non ci possa essere”. È la risposta che Silvio Berlusconi ha dato in merito alla domanda sul ripristino dell’articolo 68 della Costituzione (come era prima della riforma), che prevedeva l’immunità parlamentare.

Interrogato sulla situazione in Egitto il premier ha detto: “Quello che noi ci auguriamo è che ci possa essere un passaggio ad un diverso regime che sia indolore per la popolazione e che possa portare presto ad una conferma democratica”.

Napolitano firma, la riforma Gelmini è legge

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Ed eccoci qui. L’anno Napolitano ha firmato, la riforma Gelmini dell’università è legge.

Nessuna sorpresa, dicono da LINK-Coordinamento Universitario. “Il presidente Napolitano ci ha ricevuto e ascoltato con rispetto, ma non ci aspettavamo che fosse lui a dare battaglia al posto nostro. A bloccare la riforma Gelmini dovranno essere gli studenti, i dottorandi, i precari, i ricercatori, i tecnici-amministrativi, tutti coloro che vivono sulla propria pelle la schiavitù della precarietà e il furto di futuro operato da questa riforma”.

Dignità precaria, la lettera pubblicata da Repubblica

maria stella gelmini

La scuola? E’ vicina, e l’autunno già caldo. Claudia Maga è una docente di Lettere. Ha insegnato alla Scuola media Plana di Voghera (Pv) e alla Scuola media Giulietti di Santa Giuletta (Pv). E Repubblica pubblica la sua lettera.

Eccola.

Siamo liberi, finalmente qualcuno di noi può attingere all’eclatanza: sfilare in mutande, fare etimologicamente la fame, mettersi la catena addosso, bloccarsi come una bicicletta dimenticata davanti al proprio provveditorato. Io per nostalgia professionale mi appello ancora alla parola. E ce sono molte che mi vengono in mente, tipo quelle dei miei studenti: “Ciao! -scusi prof.- Buon giorno!” Così era la confidenza accogliente di uno o più alunni che non vedevano in te, donna sulla trentina, un ostacolo, ma forse, una complice della vita scolastica.

Tibet, inferno in terra

Se il Tibet è un inferno in terra. Se il Tibet è un olocausto senza fine. Una fiamma che brucia e consuma ancora le esistenza di centinaia di migliaia d’innocenti. Non lo manda a dire, il Dalai Lama.

Questo è il Tibet soggiogato dalla Cina. Questo è il Tibet occupato da Pechino. Violentato ogni giorno. Sono passati 50 anni dalla prima, grande rivolta di Lhasa. Sono passati cinquant’anni di esilio per il Dalai Lama. Che nel 1959, a 23 anni, fuggì.Oggi, anziano, stanco ma amato, il Dalai Lama racconta al mondo il vero volto dell’invasore. Mentre l’invasore nega, nasconde, sopprime, in Patria e fuori.Lo racconta ai duemila fedeli commossi che lo hanno raggiunto a Dharamsala, la città indiana dove vive da anni.

Grecia: Tu chiamala se vuoi…Intifada

Le immagini che giungono giornalmente da Atene, capitale greca sopravvissuta nei secoli dagli attacchi e dalle dominazioni di diverse civiltà, mi hanno fatto ricredere sulla possibilità di vedere ancora integra una delle città storicamente più importanti al mondo. Negozi distrutti, fiamme, violenza, attacchi “ciechi” verso qualsiasi cosa si muovesse: scene da vero e proprio raid che hanno portato, alla fine di una settimana di scontri, a danni quantificabili intorno ai 400 milioni di euro.

Grecia, l’Onda di sangue



C’è un’altra Onda. In Grecia. Un’Onda che, però, vede scorrere sangue giovane. Tutto è iniziato con una delle tante manifestazioni studentesche contro la contestata riforma universitaria, leggo. Anche in Italia, tante manifestazioni contro la riforma dell’ordinamento scolastico.


Il ragazzo si chiamava Grigoropoulos. Secondo alcune ricostruzioni si trovava con una trentina di altri ragazzi nel suo quartiere per una mini-protesta quando sarebbe intervenuta la volante e il poliziotto che ha sparato. Le versioni sono contrastanti.


Leggo e condivido su Repubblica i commenti – OPPOSTI – di persone che – si deduce – vivono lì:

Purtroppo la versione che più si avvicina alla realtà è che un giovane in compagnia di altri 4 amici, dopo essere stato in un internet cafè di Exarchia, ha avuto un diverbio con la polizia…Vivo ad atene e per il momento questo dimostrano testimonianze e video: il giovane non era neppure parte di gruppi politici!!!!! Aveva appena chiamato la madre e si sarebbero dovuti incontrare poco lontano per andare a casa! NON C’ERANO SONO STATE PROTESTE SABATO POMERIGGIO PRIMA CHE IL RAGAZZO MORISSE!


Ma anche:

Mi spiace che repubblica abbia nessuna attenzione alla veridicità delle notizie che pubblica. 1) Il ragazzo è stato ucciso per aver tirato una bottiglia (vuota) di birra: su questo c’è accordo su tutti i giornali greci. La versione che lo vuole protagonista del lancio di una molotov è una velina della polizia diffusa nell’immediatezza dei fatti e poi corretta dagli stessi poliziotti poche ore dopo. 2) Piazza Exarchia è un posto particolare. E’ come piazza Verdi a Bologna, o San Lorenzo a Roma, elevato al cubo. La polizia non entra quasi mai, quando lo fa, sapendo di provocare la reazione dei presenti, organizza dei pattuglioni proprio per gestire i possibili incidenti. 3) Pochi giorni fa è stata costituita un’unità speciale della polizia per contrastare la violenza politica. I due agenti assassini facevano parte di questo corpo speciale. Senza queste notizie non si capisce cosa stia succedendo


Roma, occupato il Ministero della Pubblica Istruzione. Anna Adamolo Ministro Onda

Anna Adamolo è l’Onda Anomala. E’ anche il Ministro Onda dell’Istruzione, Università e Ricerca. Il suo compito è quello di tutelare l’istruzione e l’università italiana.

Il mio primo impegno sarà il ritiro della Legge 133 e della legge Gelmini

Il Ministero occupato. E’ geniale. Pacificamente e virtualmente.

Dopo il Ministro standard e quello ombra, è la volta del Ministro Onda. Un’onda che sta inondando, non c’è che dire. Un’onda che fa parlare di sè. Un’onda che non si arrende, e che sta utilizzando quello che ha – la Rete, la Rete, la Rete – per cambiare la realtà. Non è dato sapere quanto tempo ci vorrà.
Ma la cambierà, perchè la Rete è assai difficile da fermare e, potete scommetterci, stanno freneticamente studiando – senza aver trovato ancora modo efficace – come metterla a tacere. Voglio conoscere il genio di questa faccenda. Naturalmente non si sono impossessati del Sito istituzionale del Ministero. Hanno aperto un nuovo dominio.

L’Onda è live! In piazza contro la Gelmini

UPDATE h. 16.30. Dietro di loro, una bara. E’ terminato il sit-in degli studenti delle Accademie di Belle Arti di Roma davanti al Senato. Come simbolo, hanno lasciato una bara in mezzo alla piazza.
Nel frattempo, di fronte al Ministero dell’Istruzione a Trastevere sono arrivati i ragazzi di Air, area identitaria romana, sigla vicina alla destra. Sono stati anche accesi alcuni fumogeni, al grido di Daje Gelmini. Accesi alcuni fumogeni.
La manifestazione ha sfilato nel pomeriggio davanti al Colosseo, senza incidenti. Quattro scuole medie superiori, occupate nelle settimane scorse, sono state messe sotto inchiesta dalla Procura di Roma, per invasione di edifici, interruzione di pubblico servizio e danneggiamento, con sedici studenti iscritti nel registro degli indagati. Si tratta del liceo classico Giulio Cesare, dell’istituto alberghiero Pellegrino Artusi, e dei licei scientifici Azzarita e John Fitzgerald Kennedy.

Pechino e le Olimpiadi della protesta

Da grande amante di sport quale sono, anche nel periodo delle vacanze estive cerco di assorbire una discreta quantità di competizione via televisione. Quest’anno oltre alla sfilza di amichevoli estive che poco lasciano all’immaginazione e molto invece alle novità, soprattutto di vedere questo o quel giocatore che ha cambiato maglia, vi è la grande competizione chiamata Olimpiade in quel di Pechino che tanto sta facendo divertire gli spettatori italiani con 1 oro, 2 argenti e 1 bronzo. Ma non è di sport che ora dobbiamo parlare purtroppo…

Se questo significa sopprimere…

Al termine di questo articolo so già che qualcuno di voi inizierà a storcere il naso. E’normale specie quando si va a trattare un argomento che i media hanno voluto mettere in primo piano, magari senza spiegare per bene a tutti di cosa si trattava.
In tutto il mondo centinaia di personaggi famosi non hanno esitato, per stare al favore del Tibet, di schierarsi contro quella Cina che voleva far valere i propri poteri.
Non mi sono mai voluto schierare apertamente a favore della Cina perchè non lo ero e non lo sono tutt’ora ma di certo non mi sarei mai schierato nemmeno a favore del Tibet, perchè le manifestazioni che ne sono nate non erano pro-Tibet ma anti-Cina.

Olimpiadi 2008… ma quali?

Pechino sta vedendo avvicinarsi la data che segnerà ufficialmente l’inizio dell’evento mondiale più importante dell’anno sia a livello sportivo sia a livello politico-diplomatico.

Un’attesa che lentamente sta diventando sempre meno tesa, anche grazie al fatto che le proteste manifestate dal Tibet nei confronti della Cina, sono state via via ignorate dalla maggior parte degli atleti.

Un comportamento più che comprensibile quello degli atleti, eppure sembra che per i tibetani le proteste non siano scemate, anzi si stanno manifestando in maniera veramente molto originale.

La torcia della discordia

Fiamma olimpica
Recita Wikipedia: La fiamma olimpica, o fuoco olimpico è portato dalla torcia olimpica o fiaccola olimpica e brucia durante lo svolgimento dell’Olimpiade nel braciere olimpico o tripode. Recita ancora:

La fiamma è uno dei simboli dei Giochi Olimpici. Le sue origini risalgono all’Antica Grecia, quando un fuoco veniva tenuto acceso per tutto il periodo di celebrazione delle Olimpiadi antiche. Il fuoco venne reintrodotto nelle olimpiadi del 1928, e da allora fa parte del cerimoniale delle Olimpiadi moderne. Vanno distinti e tenuti separati il fuoco (fiamma) dalla torcia (fiaccola), che attraverso una staffetta viene portata in giro per il mondo, dal braciere (tripode) che mantiene la fiamma viva durante lo svolgimento delle gare. Colui che porta la fiamma olimpica viene detto tedoforo (portatore della “teda”, fiaccola cerimoniale)

Quel simbolo, antico come il mondo. Proteste, proteste e ancora proteste. Mentre in India, il muro della vergogna mostra le immagini della tragedia: la repressione cinese in Tibet.

Proteste, tante. Oggi anche a Londra. Eppure, mentre mezzo mondo, pochissimi paesi hanno insistito per sapere la verità.

L’Europa vuole “matare” i toreri

Olè! Non so quanti di voi abbiano avuto la possibilità, e la fortuna, di assistere in vita loro ad una corrida. Nel mio passato, qualche anno fa, sono stato a Madrid e ho avuto modo di assistervi. Ero molto interessato a questo genere di spettacolo, non tanto per il fatto che mi piaccia vedere i tori “matati” quanto perchè, quale amante delle culture straniere, mi piace approfondire sul campo le stesse cercando di divenirne io stesso parte.

Lo spettacolo in sé, il torero contro il toro, el matador contro el matato è uno spettacolo solo per coloro che non hanno a cuore gli animali. Vedere un animale portato alla morte in quel modo di certo non è uno spettacolo per tutti, ma la cultura che vi sta attorno, il contorno, i suoni, i momenti, gli stessi atteggiamenti di rivalsa del torero verso pubblico e verso la sua “vittima” sono attimi che ti fanno entrare nella cultura della corrida.

Che i toreri non siano ben visti è un dato di fatto. Oltre agli animalisti (che possiamo ovviamente capire perchè non li hanno in simpatia), la maggior parte dell’opinione pubblica europea li vede di cattivo occhio, proprio per il fatto che comunque uccidere un animale con tale barbarie, rendendolo uno spettacolo, non è un’immagine positiva specie per i più piccoli, sicuramente i più incentivati a emulare questi “miti”.