Primarie USA: L’arma segreta di Obama

Siamo giunti ormai nel 2008. L’evoluzione tecnologica e tutto quello che ne comporta hanno condotto la società ad un’evoluzione che nella mente di molti, difficilmente si sarebbe potuta realizzare. Quanti, anche solo 20 anni fa, avrebbero pensato che il volantinaggio si sarebbe evoluto a tal punto da arrivare fino alla nostra posta elettronica?

La tecnologia e l’innovamento che essa ha portato, ma soprattutto la presenza, quasi assillante dei media nella vita di tutti i giorni, hanno reso la multimedialità il concetto di base della nostra società civile, e probabilmente futura.

Così nel paese più economicamente forte di tutto il nostro pianeta, ovviamente gli Stati Uniti, non potevamo aspettarci altro se non una primaria assolutamente dipendente ai media. Nel bene e nel male avrebbero fatto la differenza.

Primarie USA: L’amore ai tempi delle…elezioni

Nella mia ancora giovane vita, non ho mai avuto modo di vivere da protagonista una campagna elettorale. Questo desiderio rimarrà tale finche, un giorno, non deciderò di scendere attivamente in politica, cosa che mi piacerebbe fare in futuro e chissà che poi un giorno non ci vedremo tutti quanti in parlamento.

Non era di certo un picchetto elettorale quello che volevo proporvi. Provate voi ad immedesimarvi in un qualsiasi candidato alle primarie USA. Migliaia di chilometri ogni giorno da percorrere, avendo sempre la propria famiglia accanto anche nei momenti difficili. Ma come potete immaginare i candidati non si spostano da soli, ma insieme a tutto il loro team.

Ogni gruppo di lavoro è composto da elementi chiave. Ogni componente di questa squadra è adibito ad un particolare ruolo del quale poi è direttamente responsabile e, in caso di insoddisfazione da parte del candidato, può anche vedere compromessa la propria posizione.

Primarie USA: Philadelphia voti Obama

La libertà di pensiero e di parola penso sia, almeno a mio modo di vedere, l’indice più importante di civilizzazione di un paese. Questo perchè uno stato che non ha paura di fare dire ai suoi cittadini tutto ciò che desiderano è uno stato profondamente maturo. Si noti bene che ho detto pensiero e parola non cavolate di qualsiasi specie. E per avere la maturità di un paese bisogna che prima di tutto siano maturi i suoi cittadini.

E in questo spirito di maturità a stelle e strisce ecco che il Philadelphia News, giusto in prossimità delle nuove primarie democratiche che si terranno martedì, decide di titolare il suo giornale con quattro parole che lasciano veramente ben poco all’immaginazione:

Vote For Barack Obama

Credo che la traduzione possa dirsi scontata. Come si può ben capire il quotidiano di Philadelphia invita i suoi lettori a votare per il candidato “coloured” dei democratici.

Primarie USA: Clinton – Obama è “No Holds Barred”

La politica non è l’unico argomento che seguo nella mia vita, ma come potete ben capire, osservando la mia costante presenza sul lato “Primarie made in USA”, sono un ragazzo particolarmente appassionato del mondo d’oltre oceano e, come si può ben comprendere, non solo della politica e della cultura, ma ovviamente anche dello sport.

Lo sport a stelle e strisce è ai miei occhi, qualcosa di fenomenale. Non è facile descriverlo. Un evento sportivo non porta con se la mera competizione agonistica, ma anche tutta una mentalità che vi sta alle spalle che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine. Secondo me lo sport americano o si ama o si odia.

Ora vi faccio un esempio molto semplice, che vuole essere sia una proposta che allo stesso tempo una mia provocazione. Torniamo indietro di qualche giorno quando ancora non sapevamo che il buon “fantino” avrebbe vinto le elezioni, decidiamo di ritornare a sabato sera, ore 20.30, magari a Torino, dove nello scenario dell’Olimpico si svolgeva Juventus – Milan. E come apri-serata un bel faccia a faccia elettorale tra uno juventino e un milanista, diciamo due persone che erano in viaggio particolarmente in quei giorni, lo juventino “piddino” Veltroni e il milanista per eccellenza, Silvio “The Winner” Berlusconi.

Primarie USA: Le verità nascoste di Hillary

Tutti noi abbiamo dei segreti. Segreti nascosti che a volte preferiamo non tirare fuori, che preferiamo restino dove sono per evitare qualsiasi genere di problema. Rimangono dentro di noi anche se avremmo una gran voglia di tirarli fuori perchè potrebbero compromettere un amico vicino a noi. O magari anche solo un conoscente.

Non preoccupatevi non mi sono trasformato improvvisamente in un maestro zen che ha intenzione di proporvi la sua dottrina di vita. Però se rileggete il concetto di cui sopra e al posto dei due amici, sostituite Hillary Rodham Clinton e Barack Obama (che forse sarebbe meglio definire nemici-amici), otterrete l’attuale situazione democratica.

Le primarie democratiche si stanno portando in questo modo. I due candidati hanno dalla loro dei punti forti che hanno permesso ad entrambi di giungere fino a questo punto ancora appaiati. La Clinton ha dalla sua la “storicità” del partito, ha al suo fianco un uomo che è stato il Democratico per molti anni (chi si scorderà mai le sue legislature? E non parlo solo di politica…). Obama ha dalla sua la freschezza, il volto nuovo, la voglia di esserci in quel posto. Porta entusiasmo a volte un po’istintivo che lo lascia cadere in situazioni poco felici.

Primarie USA: Obama e il popolo delle “small-town”

Il 22 aprile si avvicina. Una giornata fondamentale per la corsa democratica verso la Casa Bianca, perchè sarà l’ennesima tappa delle primarie che decreteranno il candidato democratico alle presidenziali.

I dati attualmente vedono in vantaggio Barack Obama che ha conquistato 1638 delegati contro i 1502 della Clinton. Per poter vincere la nomination saranno necessari 2025 delegati.

E’ancora parecchia la strada da fare, se poi lungo questa strada ci si impegna a favorire anche i propri avversari, il tragitto diviene ulteriormente tortuoso, reso tale dal fondo che si è sconnesso a causa nostra.

Primarie USA: Il destino di Randy Rhodes

E noi ci lamentiamo di Michele Santoro o di Daniele Luttazzi. O meglio non siamo noi a lamentarci, ma i politici, che li definiscono, forse con troppa smania, dei presentatori troppo di parte.

Andare in certi programmi per molti politici risulta, a loro modo di vedere, sfavorevole proprio perchè, se si tratta di essere “scomodi” agli occhi del presentatore, questo farà di tutto, dalle domande agli atteggiamenti, per far innervosire l’esponente politico di turno.

Fortuna di Randi Rhodes è quella di non abitare in Italia, ma nonostante questo per lei non è bastato. Cerchiamo di fare un po’ di cultura a stelle e strisce per comprendere chi sia Randi Rhodes e soprattutto per capire cosa mai abbia combinato per acquistare tanto spazio in una rubrica dedicata alle primarie.

Primarie USA: Mark Penn? Sei stato nominato

Uno per tutti e tutti per uno. Questo era il moto dei tre moschettieri (che poi erano quattro perchè tra loro vi era anche D’Artagnan). Sapevano anche loro quanto il gioco di squadra fosse indispensabile per la perfetta riuscita di ogni missione. Lottare insieme come un sol uomo per la riuscita del proprio obiettivo.

Questo sarà stato sicuramente anche il discorso che Hillary Clinton avrà fatto a tutto il suo entourage quando, parecchi mesi fa, decise di candidarsi in queste primarie come democratica.

L’esperienza che il marito Bill le avrà passato, a parole ovviamente, si sarà basata sul concetto più semplice, quel concetto che ognuno di noi prenderebbe a cuore per un obiettivo importante quanto la presidenza degli Stati Uniti, ovvero prendersi al fianco solo persone di cui ti fidi ciecamente.

Primarie USA: Hillary, la “Cantagallo” della sanità

A volte guardo gli Stati Uniti, e molto spesso li ritengo un paese migliore a priori. Tecnologia, modi di vivere, libertà della persona (anche se questo forse è un po’ un punto discutibile). Guardo l’Italia e mi dico, cavoli dovremmo imparare qualcosa da loro.

Eppure c’è un aspetto a stelle strisce che si è sempre rivelato insufficiente, non all’altezza, inferiore anche rispetto il nostro paese; ovvero la sanità.

Argomento ripreso tra l’altro nell’ultimo film di Michael Moore, Sicko (io l’ho visto, niente di eccezionale, specie se vogliamo andare a paragonarlo a “Bowling for Coloumbine” secondo me irraggiungibile nel campo), la sanità statunitense è sempre stata colpita dalla falce delle assicurazioni. Non esiste, infatti, una sanità pubblica. Chiunque necessiti di una assistenza medica, necessita anche di un assicurazione. Per chi non dovesse averla, le cure mediche sono a pagamento.

Primarie USA: Ad Obama piacciono le “bionde”

Molti di noi, in età adolescenziale, hanno provato per curiosità, per sfizio, per voglia di trasgredire una “bionda”, una sigaretta, una “sizza”, ognuno chiamandola poi un po’ a suo modo.

Tutto questo ovviamente tenendolo allo scuro di tutti i propri familiari, i quali magari pur essendo fumatori accaniti, ci consigliavano di non fumare perchè, con il fumo ovviamente, si rischia di ammalarsi di patologie molto gravi (e li mi chiedevo sempre ma allora perchè voi fumate?).

E’forse un peccato fumare? Sicuramente bisognerebbe chiederlo alla divinità di turno, però di sicuro ognuno è libero di fare ciò che desidera, ma soprattutto senza dover rendere conto a nessuno.

Primarie USA: Quando Bill perde la testa

Quante volte succede, anche in Italia ovviamente, che un determinato candidato, quando ha finito completamente le cartucce da sparare cerca di affidarsi ad un qualsiasi personaggio di spicco per poter rialzare il proprio nome.

Spesso accade volontariamente, in fondo sfruttare il volto di personaggi amati dal pubblico è un’ottima trovata pubblicitaria; altre volte invece sono proprio i personaggi famosi, i VIP, a scendere in campo spontaneamente, magari presi da pietà per il loro candidato preferito, per sperare che in fondo la loro scelta divenga la scelta di tutti.

Naturalmente da questa manovra mediatica non potevano esimersi gli Stati Uniti, il paese numero uno per quanto concerne il potere dei mezzi di informazione. E quale poteva essere il massimo sostenitore per la campagna elettorale di Hillary Clinton? Ma certo, la risposta non poteva essere che lui, ovvero “The former president” (l’ex presidente tradotto) Bill Clinton.

Primarie USA: Il pesce d’aprile di Hillary

Il giorno 1 del mese di aprile è sempre un po’speciale. In fondo chi di noi nella giornata di ieri non si è divertito a tartassare anche solo per un minuto un collega, un compagno di classe o di corso, un familiare con la fatidica domanda: “Ti ha cercato…”. E tutti i pescioloni a rispondere “Chi???”.

Anche il web, in una data importante come questa non poteva esimersi dal rito, così diverse testate giornalistiche e non, ne hanno approfittato per pubblicare news assolutamente esilaranti (quella dei pinguini che volano con annesso filmato è una chicca da cineteca) al fine di festeggiare anche loro, insieme ai rispettivi lettori, il pesce più famoso che ci sia.

Se nella campagna elettorale italiana il fatto è passato abbastanza in secondo piano, ci riteniamo troppo seri forse per questo genere di cose (o magari troppo ridicoli…), negli Stati Uniti d’America, paese avvezzo a queste ragazzate, la campagna elettorale è stata colpita dal “pesce”, in quello che negli USA chiamano Fools Day.

Primarie USA: La storia infinita

Alla fine sono dell’idea che ci mancheranno. Quando finalmente le primarie negli Stati Uniti saranno definitivamente un ricordo e lasceranno spazio, finalmente, alle presidenziali, ci mancherà questa sfida infinita tra i due candidati democratici.

Hillary e Barack (meglio conosciuto come Obama) sono alle strette finali. Mancano solamente 10 stati prima di arrivare alla soglia di 50, il numero di stati che costituiscono gli Stati Uniti d’America. A questo punto della battaglia il candidato coloured è in vantaggio sulla ex first lady di 150 delegati. Un vantaggio cospicuo, vista soprattutto il numero di primarie mancanti, che hanno spinto molti a suggerire ad Hillary di abbandonare definitivamente la corsa alla poltrona.

La risposta di Hillary, fiera e spavalda, non si è lasciata attendere:

Andiamo tutti a quel paese

manifesto pd quel paese
Questa campagna elettorale fa abbastanza schifo. Per essere fini, e dirla con un giro di parole. L’unica cosa buona, ma veramente buona, e tanto divertente, è costituita dalla creatività di un elettorato che sono nell’ironia può, forse, trovare salvezza. I manifesti? Possono essere assai più comunicativi. Belli. Belli e bravi.

Quando parliamo di competitività e di futuro del sistema paese bisogna assolutamente trovare la strada per alcune fondamentali scelte condivise

E’ il richiamo che il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha fatto oggi. Con malizia, uno ci potrebbe vedere il messaggio di un altro fantastico manifesto ritoccato: sotto Veltroni, sorridente, la frase

Non cambierete Governo…. Faremo l’inciucio